Olimpiadi, Cerimonia chiusura Tokyo 2020, Tokyo 2020
Sempre mesta ma più giappo
È Domenica 08 agosto e sono le 15.50 (ma è pubblicato il giorno successivo).
Ciò significa che ormai i XXXII Giochi Olimpici estivi Tokyo 2020 sono ufficialmente conclusi!
In questi 16 giorni gli Azzurri hanno regalato all'Italia gioie, molte delusioni e nuovi record; uno fra tutti proprio quello del medagliere che segna quota 40 medaglie totali, il massimo raggiunto in una sola Olimpiade. Se però guardiamo solo agli ori come fa il CIO, allora l'edizione 2020/2021 si concluderebbe all'ottavo posto o, se non considerassimo Los Angeles '84 per via del boicottaggio, settimo con il miglior risultato ottenuto in casa, a Roma 1960. Comunque la si guardi, la squadra italiana a Tokyo non ha brillato; delusioni sono giunte sopratutto dalla scherma e dal nuoto, dove le medaglie sono state esigue. Un velo pietoso bisogna ancora stenderlo sulle Nazionali di pallavolo (pessime le prestazioni degli uomini a Rimini). Un plauso invece bisogna farlo a quelle maschili di pallacanestro e pallanuoto le quali, purché eliminate dalle finali, hanno dato luce agli sforzi profusi e hanno dimostrato di essere ancora forti e presenti in campo internazionale. Se poi l'avversario (Francia e Serbia) è più forte di noi, poco o nulla si può fare. Emozioni e gioie ci sono state regalate da discipline dove mancavamo da anni, come la vela, o dove non siamo mai stati vincitori anche perché nuove, come il karate e il taekwondo. Molti bronzi (20), pochi argenti (10) e altrettanti ori... MA con delle soddisfazioni incredibili e, ripeto, nuovi primati mai raggiunti prima.
SI COMINCIA!
Torniamo alla Cerimonia. Parte un conto alla rovescia inusuale, senza numeri ma con una carrellata di immagini di questi Giochi, tra sorrisi e pianti, al cui termine hanno fatto ingresso nella tribuna d'onore il Principe Ereditario Akishino, fratello dell'Imperatore Naruhito e il Presidente del CIO Thomas Bach. Accanto all'erede al trono sedevano il Primo Ministro Yoshihide Saga, la Governatrice di Tokyo Yuriko Koike (il sindaco diciamo) e il Presidente del Comitato Organizzatore, la signora Seiko Hishimoto. Non appena si son seduti, è entrata la bandiera del Giappone sorretta da Naoshisa Takato (campione olimpico di judo), Ramu Kawai (campionessa in breakdance ai GOG), Yui Ohashi (campionessa olimpica di nuoto), Hiroyuki Yokota (un dottore), Takeru Kitazono (medagliato nella ginnastica artistica) e dalla modella Amane qui rappresentante la “diversità” dello spirito di queste Olimpiadi (diversity in unity), avendo una gamba bionica. Mentre veniva issato il vessillo dalle Jieitai, la compagnia teatrale interamente femminile Takarazuka Revue cantava l'inno indossando i tradizionali kimono. Finalmente un po' di Nihon.
Senza un attimo di tregua, ecco comparire nello stadio i drappi delle Nazioni partecipanti in doppia fila con al centro i volontari. Tutti, sia volontari che alfieri, erano rigorosamente mascherati. A fare da apri pista c'erano Grecia e Giappone; subito seguite dalla Francia e dalla Bandiera Olimpica dei rifugiati. L'onore di portare il Tricolore è spettato a Lamont Marcell Jacobs, che grazie alla propria storica impresa ha consegnato all'Italia la prima assoluta medaglia d'oro nei 100m. E siccome non gli/ci bastava, ha pure posto la firma sull'oro della staffetta 4x100m assieme a Lorenzo Patta, Eseosa Fostine Desalu e Filippo Tortu; quest'ultimo prendendosi una rivincita dalla mancata qualificazione per le finali dei 100m.
Mentre gli alfieri si andavano a disporre in cerchio al centro dello stadio, che era stato trasformato in una sorta di prato con una rotonda nel mezzo, sul ledwall circolare tra le gradinate scorreva il motto olimpico in inglese con la nuova aggiunta: Together. Quando anche l'ultimo si è posizionato, sulle note della marcia utilizzata a Tokyo '64, sono entrati gli atleti come di consueto in maniera ordinatamente sparpagliata dai quattro ingressi angolari; perchè sì non c'era distinzione tra i vari Paesi, però le varie delegazioni rimanevano comunque unite. Ciononostante bisogna sottolineare che il numero degli atleti si era drasticamente abbassato rispetto alla folla della Cerimonia di Apertura; ciò è dovuto al fatto che la gran maggior parte degli sportivi, ossia tutti quelli coinvolti nelle discipline della prima settimana (ma non solo), avevano già fatto ritorno alle proprie abitazioni subito dopo le loro gare (vedi Mara Navarria, Gregorio Paltrinieri, Irma Testa, Kevin Mayer, etc...). Motivazioni? Non si sa, forse per scelte personali o su “ordine” del CONI a causa del Covid.
Il finto prato è stato ideato per dare agli atleti l'illusione di trovarsi in un parco di Tokyo non avendo potuto, per via delle restrizioni, girare per la città e visitarla. Poi le luci si sono spente e grazie alla computer grafica dagli atleti e dal parco si sono innalzati al centro dello stadio una miriade di stelle che hanno formato i 5 cerchi. Colpo d'occhio spettacolare ma che solo noi abbiamo visto.
Ma non c'era troppo tempo per le ovazioni, quindi taca banda!
Subito la musica strumentale della Tokyo Ska Paradise Orchestra ha risuonato nell'arena, richiamando un centinaio di volontari che si son messi chi a danzare, chi a fare ginnastica, chi ha fare i giocolieri; rappresentanti cioè la società giovanile underground e non solo. Difatti assieme a questi sono apparsi anche un paio di ciclisti con una BMX da freestyle che hanno eseguito alcune rotazioni sul palco. Al termine delle loro performance la cantante Milet ha intonato una serie di canzoni francesi, mentre veniva proiettato il Tricolore transalpino, chiaro omaggio alla prossima edizione dei Giochi. Il segmento si è poi concluso con una versione ritmata, molto bella, dell'Inno alla Gioia.
Dall'inno europeo si è passati a quello greco e alla comparsa, già pronta per essere issata, della bandiera della Grecia. Tale momento è cruciale, perché indica che ci si trova ormai a metà della Cerimonia e quindi a metà strada fra Tokyo e Parigi, ma bisogna ancora premiare i maratoneti e per la prima volta anche alle donne vengono consegnate le medaglie durante la Cerimonia di Chiusura, all'insegna della parità di genere. L'inno del Kenya, dunque, ha risuonato due volte per celebrare prima Peres Jepchirchir e poi il riconfermato campione olimpico, nonché ormai leggenda, Eliud Kipchoge. Caso curioso: il secondo e terzo classificato della maratona maschile, Abdi Nageyee (NED) e Bashir Abdi (BEL), sono due connazionali somali scappati dalla difficile situazione post-guerra che imperversava nella penisola. A premiare i campioni sono stati Thomas Bach e Sebastian Coe, presidente della World Athletics (nuovo nome della IAAF) ed ex capo del Comitato Organizzatore Londra 2012, per le donne; la vicepresidente Anita Defrantz e Coe per gli uomini. Riguardo la maratona maschile vorrei ricordare l'ultimo arrivato, Ivan Zarco Alvarez; lo spagnolo battente però bandiera dell'Honduras che ha terminato la propria gara senza mai arrendersi e con il sorriso sulle labbra. Un grande esempio di resistenza e di Never Giving Up, cioè di non mollare mai.
Visto che si parla di premiazioni, diamo per un attimo un po' di numeri. Come vedi nel tweet al lato, grazie alla borsa di studio “Solidarietà Olimpica per gli Atleti di Tokyo 2020” del CIO, 817 atleti (356 donne e 461 uomini) di 178 C.O.N. hanno potuto competere in 26 sport. In questa borsa sono stati investiti 47 milioni $, permettendone la richiesta e utilizzo a 1836 atleti di 186 C.O.N. per allenarsi e competere alle Olimpiadi (quindi anche, per dire, il biglietto dell'aereo).
25 Comitati Olimpici hanno portato a Tokyo 29 Nazionali (14 femminili e 15 maschili) che hanno preso parte a 8 discipline; 56 sono stati gli atleti rifugiati beneficiari della borsa di studio, di cui 29 hanno preso parte a questi Giochi. In totale sono state assegnate 27 medaglie d'oro, 32 d'argento e 42 di bronzo, le quali sono state aggiudicate da 93 Comitati Olimpici: meno della metà! |
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GRAZIE VOLONTARI!
Al termine delle due premiazioni, sono stati introdotti alla comunità sportiva i sei neo eletti membri CIO per la rappresentanza degli atleti.
Ecco i nuovi 6 ex-atleti ormai, che sono stati eletti #MembriCIO in rappresentanza, appunto, degli atleti. A guidarli come Presidente è stata scelta la finlandese Emma Laaksonen □(sposata Terho). ⛷️□⛹□♂️□□□♀️□□♀️□ #tokyo2020 #olimpiadi #rai2 #giochiolimpici #facciodaserviziopubblico https://t.co/hWLxkrbTfQ
— Ma io sopra o sotto? □□□□□□ (@Maiosopraosotto) August 8, 2021
E da un momento di celebrazioni gioiose, si passa a uno più serio e solenne con il ricordo delle persone che ci hanno lasciato. Questo segmento, denominato We remember appunto, è stato introdotto da un percussionista col classico tamburo giapponese e dalla coreografia di Aoi Yamada. Dalla sua esibizione si è poi passati alle danze commemorative tradizionali delle etnie esistenti nell'Impero nipponico: gli Ainu di Hokkaido, la danza Eisa dell'isola di Ryuku, il Nishimonai Bon Odori e infine lo Gujo Odori. Questi balli/rituali sono stati mostrati in un video obbligato, dato che realizzarle nello stadio sarebbe stato impossibile per via dei protocolli Covid.
FROM PARIS WITH L(I)VE
Quando si è rientrati nello stadio, i toni sono cambiati grazie al ritmo dello stesso percussionista visto in precedenza, che ha accompagnato una canzone giapponese molto allegra interpretata da un uomo e una donna vestiti col tradizionale kimono; allo stesso modo erano vestiti i volontari danzanti che li circondavano sul palco e ai suoi piedi. In mezzo a loro vi erano anche bambini e persone con disabilità all'insegna della coesione sociale.
Questo segmento ha anticipato il primo dei momenti cruciali: il passaggio delle consegne. Si tratta forse della prima volta in assoluto che due donne si passano il testimone, con Bach facente da intermediario. Sono dunque salite sul palco dei vessilli la governatrice di Tokyo Yuriko Koike e Anne Hidalgo (pronunciabile sia Idalgo o Idalgò, essendo lei spagnola naturalizzata francese), sindaco di Parigi, assieme al Presidente del CIO. Quando hanno preso posto è risuonato nello stadio l'Inno Olimpico, cantato dal controtenore Tomokata Okamoto mentre la bandiera veniva calata. Subito dopo si è verificato il consueto passaggio con un'altra bandiera (la solita bordata dei 5 colori). Anche in questo caso è stata introdotta una novità: ossia alle spalle dei due sindaci vi erano due volontari che sorreggevano i vessilli di Tokyo e Parigi. Non era mai successo.
Con l'uscita della Bandiera Olimpica e il “trasferimento dei poteri”, ormai le Olimpiadi si sono formalmente messe in viaggio verso la capitale francese e quindi è giunto il momento della cartolina di #Parigi2024. Con tutto il rispetto, cari cugini d'Oltralpe siete stati alquanto paracu*i! Non potendo creare una presentazione nello stadio (sempre per i suddetti motivi), hanno girato un filmato, in cui realtà e finzione si sono alternati. E l'hanno fatto passare per innovazione! Vabbè va'! A onor del vero la cartolina francese inizialmente non ha entusiasmato, ma poi ha preso una piega del tutto inaspettata che ha fatto commuovere tantissimo. Davvero molto bella!
I DISCORSI UFFICIALI
È il momento dei discorsi ufficiali. Ha cominciato, come sempre, la Presidente del Comitato Organizzatore Seiko Hashimoto che ha ringraziato i volontari per l'impegno profuso e invitato tutti nuovamente nella capitale per visitarla in tempi migliori. Poi è stata la volta di Thomas Bach il quale ha pronunciato il proprio discorso attorniato da 5 atleti dei 5 continenti a cui si aggiungeva un'atleta della squadra dei rifugiati.
You were faster, you went higher, you were stronger, because we all stood together – in solidarity. – IOC President Bach #Tokyo2020 #Olympics #ClosingCeremony #StrongerTogether
— Christian Klaue (@ChKlaue) August 8, 2021
For the first time since the pandemic began, the entire world came together. Sport returned to centre stage. – IOC President Bach #Tokyo2020 #Olympics #ClosingCeremony #StrongerTogether
— Christian Klaue (@ChKlaue) August 8, 2021
And now, I have to mark the end of this most challenging Olympic journey to Tokyo: I declare the Games of the 32nd Olympiad closed. – IOC President Bach #Tokyo2020 #Olympics #ClosingCeremony
— Christian Klaue (@ChKlaue) August 8, 2021
In accordance with tradition, I call upon the youth of the world to assemble three years from now in Paris, France, to celebrate with us the Games of the 33rd Olympiad. – IOC President Bach #Tokyo2020 #Olympics #ClosingCeremony @Paris2024
— Christian Klaue (@ChKlaue) August 8, 2021
Per la prima volta da quando la pandemia ha avuto inizio, il mondo intero si è riunito assieme. Lo sport è tornato al centro dell'attenzione.
E ora, devo constatare la fine del più impegnativo viaggio Olimpico a Tokyo: dichiaro chiusi i Giochi della XXXII Olimpiade. Secondo la tradizione, mi rivolgo alla gioventù del mondo per riunirsi tra 3 anni da ora a Parigi, in Francia, per celebrare con noi i Giochi della XXXIII Olimpiade.”
I Giochi sono finiti! Tokyo non è più città olimpica. Manca solo una cosa da fare: spegnere la Fiamma. Questo delicato compito è spettato alla cantante Shinobu Otake assieme ad alcuni bambini dello Suginami Junior Chorus, i quali hanno intonato Hoshi Meguri no Uta (“Una passeggiata in mezzo alle stelle”), immaginando di guardare le stelle. Poi pian piano il tripode dalla forma del fiore di sakura, così come 16 giorni fa si era aperto, ora si è lentamente richiuso e la Fiamma si è pian piano spenta.
Le emozioni però non sono finite perché, come già ricordato dalla signora Seiko, le Paralimpiadi sono dietro l'angolo e dunque sarà di nuovo festa nello Stadio Nazionale che diventerà Stadio Paralimpico il 24 agosto p.v.
#Tokyo2020 is not over yet!
— #Tokyo2020 (@Tokyo2020) August 8, 2021
The Paralympic Games Tokyo 2020 will start on 24 August.
See you at the @Paralympics pic.twitter.com/qhSfromJRH
Arigato Japan, arigato Tokyo! □□
— Olympics (@Olympics) August 8, 2021
The typography of the LED display of 'arigato' is the same one that was used to spell out 'sayonara' in the Closing Ceremony at Tokyo 1964! □#ClosingCeremony #Arigato2020 #StrongerTogether pic.twitter.com/1PKlLyjK7h
Benchè questi Giochi siano stati molto sottotono, non solo per la mancata presenza del pubblico, ma anche per tutta l'atmosfera “coercitiva” causata dal Covid che ha posto un velo di tristezza, tutto il mondo deve comunque ringraziare i Giapponesi per il faticoso impegno che hanno dimostrato e per gli immani sforzi a cui sono stati sottoposti per far funzionare sia i protocolli sanitari che le competizioni.
Arigato @Tokyo2020 どうもありがとうございます東京 #tokyo! #ClosingCeremony #tokyo2020 #CdCTokyo2020 #Cerimoniadichiusura #JPN #Japan □□□□□□□□ pic.twitter.com/9rqCbE6GiI
— Ma io sopra o sotto? □□□□□□ (@Maiosopraosotto) August 8, 2021