Un rugby tutto da bere!
Il motivo si deve imputare sia nella fine dell'accordo temporaneo con la Natwest sia, di nuovo, nell'atteggiamento spocchioso del CdA, chiamiamolo così (in inglese sarebbe board), verso un'offerta gentilmente concessa ma stupidamente rifiutata. Per quanto riguarda la prima motivazione, come già riportato, la banca britannica aveva siglato un accordo di 11 milioni per un periodo complessivo di 12 mesi, vale a dire che l'istituto finanziario avrebbe sborsato una cifra simile soltanto per mandare avanti la baracca nella speranza che qualche altro grande finanziatore si facesse avanti per risanare i conti del Sei Nazioni, notevolmente in rosso.
La seconda invece bisogna ricercarla in una notizia di quasi tre anni fa.
Two years ago RBS offered the Six Nations £13.5m-a-year as title sponsors. As reported in @TheRugbyPaper Wales and Scotland objected, claiming it was worth more. Now Guinness are set to step in at £6m-a-year, a devaluation of more than 50 per cent.
— Peter Jackson (@JackoRugby) 7 dicembre 2018
- 2004-2017: la RBS versa 16mln/anno → 100mln circa per sei anni;
- 2016: la RBS offre 13,5mln/anno per continuare la collaborazione → Sei Nazioni dice no;
- 2017: Sei Nazioni torna da RBS che offre 9mln → Sei Nazioni rifiuta, NatWest offre 11 milioni per un solo anno → Sei Nazioni accetta;
- 2018: Guinness offre 6,74mln/anno per sei anni (ultima parcella di 13,5mln ca.) → Sei Nazioni accetta.
Tutte frottole, vane parole per riempire un buco e per non essere abbastanza coraggiosi e onesti nell'ammettere che la Guinness sia l'ultima speranza per un torneo in perenne deficit, a causa del quale lo stesso è diventato una proposta invisibile per ogni investitore. In breve: l'azienda irlandese era l'ultima spiaggia. Se adesso tutto il CdA dovesse prendere una botta in testa e impazzire, mandando in frantumi un simile contratto, per il Sei Nazioni sarebbe davvero la fine e sicuramente perderebbe tutto il prestigio raggiunto negli anni. A quel punto, per quanto riguarda l'Italia, sarebbe inutile discutere se la Federugby abbia o meno diritto a rimanere nel torneo, come si sente ormai stupidamente da anni.
Non vi è dubbio che chi ha avuto maggior beneficio da questo accordo sia stata la Guinness, la quale, essendo già sponsor della Pro14 (ex Pro12) nonché di due tra i maggiori club europei, il Leinster e il Munster, accresce in questo modo ancor più la sua visibilità nel mercato sportivo e soprattutto commerciale.
Ciononostante se fosse vero, anche solo in parte, che questo sodalizio miri a cercare nuove tecnologie, come si è paventato, speriamo vivamente che vengano realizzati degli studi per migliorare le partite e per salvaguardare maggiormente i giocatori, perché morire a 21 anni per un placcaggio (ma non è stato comprovato) è davvero irreale e impensabile. E non è stato nemmeno l'unico caso nel 2018.
Quest'anno il torneo è cominciato il 1 febbraio, ossia ieri, con la partita inaugurale di Francia – Galles, la quale ha visto quest'ultima squadra vincere sui Galli. Purtroppo siamo arrivati in ritardo e ce la siamo persa. Di seguito troverete il calendario per il 2019. Vi lasciamo ricordandovi che oggi alle 15.15 scenderanno in campo gli Azzurri al Murrayfield di Edimburgo contro i Cardi scozzesi, in diretta su DMAX come sempre con Antonio Raimondi e Vittorio Munari.
Ultima comunicazione: gli Azzurrini del U20 han battuto proprio la Scozia (32-22), e in casa loro, nell'esordio del loro Sei Nazioni.
A presto!
Aggiornamento: modificato l'impaginazione. (Aggiornato il 17/12/2020)