Avanti con ignoranza e fregandocene delle regole!
La parte veritiera riguarda l'ufficializzazione delle candidature di Torino e Milano a ospitare i Giochi Olimpici Invernali nel 2026. La controparte falsa sono invece le candidature in sé. Adesso spiegherò brevemente.
Perché allora le candidature di Torino e Milano sono comunque possibili? Perché dobbiamo ringraziare i cittadini svizzeri del Cantone Vallese, che il 10 giugno 2018 si sono opposti con estrema decisione al progetto Sion 2026 tramite un referendum. A essere chiamati a votare non sono stati solo i sédunois, bensì tutti gli abitanti del Cantone giacché il quesito era incentrato sull'elargizione di un credito regionale (cantonale) di 100 milioni di franchi CH per la candidatura. Oltre il 54% dei Vallesani si son rifiutati di adempiere a tale spesa, con un culmine nella stessa Sion di quasi 61% su un'affluenza generale del 62%. Va' comunque detto che questo referendum costituiva solo un primo passo nell'iter burocratico, e una tale proposta sarebbe potuta essere bocciata a livello nazionale in fasi successive e in qualsiasi momenti (vedi paragrafo su Graz). Le motivazioni del “no” riguarderebbero essenzialmente un migliore impiego del denaro nell'ottimizzazione delle infrastrutture pubbliche (strade, ospedali e nel sociale) e una forte diffidenza nei confronti del Comitato Olimpico. Qualunque siano le ragioni dell'una o dell'altra parte, in ogni caso è rilevante come in 70 anni gli Svizzeri abbiano detto di no alle Olimpiadi per dieci volte: nel 1963, due volte negli anni '70 (per Berna e Zurigo), nel 1980, 1986, 1988, 2002, 2013, 2017 e infine 2018. Per Sion si tratta della quarta sconfitta, l'ultima dopo il 1999 quando Torino la surclassò, ottenendo l'organizzazione della XX edizione. Perciò per l'ennesima volta, la Svizzera dice bye bye alle Olimpiadi.
PERCHÉ GLI SVIZZERI?
Quindi con la Svizzera fuori, l'Italia potrebbe ancora sperare in una candidatura. Ma per quale motivo era così importante il referendum vallesano? La risposta ve la avevo già anticipata nel precedente pezzo, però per chi non l'avesse letto (e fatelo) faccio un ripasso.
Essenzialmente la ragione concerne quel problema, già menzionato in apertura, della sede della prossima Assemblea Generale del CIO, durante la quale verrà scelta la Città Olimpica/Paralimpica per il 2026. Infatti è una regola tassativa che un Paese ospitante la Sessione Generale del CIO non possa avanzare alcuna candidatura per le Olimpiadi su cui l'Assemblea stessa è chiamata a esprimersi. Detta in breve: finché Milano sarà il luogo in cui si uniranno i membri del Comitato per la votazione finale, né Torino, figuriamoci Milano stessa, potranno avanzare candidature!
Spetta quindi al Comitato Olimpico rendere effettiva la nostra proposta, trasferendo il luogo della Sessione da Milano a un'altra città. E quale potrebbe essere? Con il ritiro della Svizzera, Bach & Co. potrebbero pensare di ospitare l'Assemblea proprio nel QG di Losanna. Questa decisione pare la più probabile (già adottata in passato) e sarebbe impensabile che il Comitato infranga quella norma, poichè equivarrebbe a un suicidio per le varie Commissioni olimpiche e per Bach stesso; perciò è alquanto plausibile che Milano perda presto questo onore.
Ciononostante alla conferenza stampa che si è conclusa poche ore fa a termine delle due giornate della riunione dell'Executive Board del CIO, il Presidente non ha accennato ad alcun trasferimento di sedi. Per questo motivo cercherò di ottenere un chiarimento in merito e vi terrò aggiornati.
Così stando le cose però, ripeto, la candidatura italiana è impossibile!
QUESTIONE AUSTRIACA
Diversamente che in Svizzera, nella vicina Austria si sono battuti tutti i record possibili.
Nell'ex territorio dell'Arciducato, infatti, il Comitato Olimpico Nazionale aveva iniziato a marzo i colloqui preparatori con il CIO, manifestando il proprio interesse nell'ospitare i prossimi Giochi Olimpici Invernali nella città di Graz, in Stiria. La scelta del capoluogo stiriano è avvenuta a seguito dell'esito negativo del referendum tenutosi in Tirolo e concernente la candidatura di Innsbruck. Benché i tirolesi avesse già degli ottimi impianti, ereditati dalle due precedenti edizioni delle Olimpiadi (1964, 1976), hanno deciso di evitare le ingenti spese e cedere la palla. Si è quindi pensati a Graz che avrebbe fatto coppia con Schladming (sci alpino), ma includendo quasi tutta l'Austria e non solo. Infatti per ridurre i costi ed evitare la costruzione di nuove infrastrutture e impianti (le cosiddette facilities), il COA (Comitato Olimpico Austriaco) ha pensato di utilizzare installazioni già esistenti, presenti sia nel territorio austriaco (la vicina Ramsau per il nordico, Bischofshofen per il salto e la combinata nordica, Hochfielzen col biathlon, Krieschberg con snowboard e freestyle, ma si sarebbero coinvolte anche Linz, Vienna e Klagenfurt), sia in Baviera (Koenigsee con slittino, bob e skeleton; Inzell per il pattinaggio di velocità). A Graz, designata quale Host City cioè la principale, si sarebbero tenuti l'hockey su ghiaccio, il curling, il pattinaggio artistico e lo short-track. Perciò a prima vista la candidatura di Graz sarebbe stata molto esaustiva e avrebbe certamente avuto un vantaggio sulle altre candidate.
Ciononostante, la domanda non era nemmeno stata inviata a Losanna che già si formarono le prime opposizioni; in particolare il PCA (partito comunista austriaco) avviò una campagna di raccolta firme per indire un altro referendum (ma a livello statale). Il 1 luglio scorso il partito ha dichiarato di aver ottenuto oltre le diecimila firme necessarie, che ha poi puntualmente presentato in Parlamento. Nella mattinata del 6 luglio è stato ufficialmente indetto un plebiscito per il 23 settembre p.v, il quale però non si farà. Difatti, battendo tutti sul tempo, in quello stesso pomeriggio il COA ha deciso di ritirare definitivamente la propria domanda vista la situazione politica e il clima che si è venuto a creare in questi mesi. A contribuire a questo forfait è stata certamente la mancanza di “un chiaro impegno politico o sostegno da parte del governo provinciale della Stiria - considerato obbligatorio fin dall'inizio”, secondo quanto dichiarato nel comunicato ufficiale. Inoltre non hanno certamente aiutato le continue spaccature della politica austriaca nazionale e lo spauracchio del risultato del referendum tirolese di ottobre. A causa di tali problemi, ha poi aggiunto il presidente del COA Karl Stoss, “un progetto di questa dimensione non è fattibile e difficilmente [sarebbe] accettabile a livello internazionale”. Detta in breve: per evitare figure di merda posteriori, abbiamo dichiarato la ritirata subito. Naturalmente il rammarico maggiore dell'autorità sportiva austriaca è stato rivolto in particolare per gli atleti e gli appassionati delle Olimpiadi che non potranno vedere in un prossimo futuro i Giochi in casa.
Nonostante il dietrofront su Graz2026, Karl Stoss ha sottolineato che grazie alle valutazioni, ai rapporti di sostenibilità e lo studio di fattibilità relativi alla città stiriana, l'Austria ha già una base solida da cui ripartire per future candidature.
Certamente dispiace per una simile scelta, anche perché il vecchio Norico è sicuramente uno dei Paesi più adatti a ospitare le Olimpiadi, non solo per la conformazione geografica ma anche per la tradizione sciistica. Staremo a vedere se si ripresenteranno nel 2030.
A presto!