Cerimonia di Apertura III Giochi Europei, European Games, Krakow2023
Una Cerimonia da dimenticare
La Cerimonia di Apertura dei III Giochi Europei Cracovia-Piccola Polonia 2023 (da non confondersi con i campionati europei) è iniziata alle 20.30 ore locali (che poi coincidono con le nostre) nello Stadio Municipale Henryk Reyman.
Piccola premessa: il giudizio finale è totalmente negativo. La regia, l'organizzazione e tutto l'ensemble è stato qualcosa da dimenticare. Si salvano poche cose. Come dire: l'idea buona c'era, ma è stata distrutta da una realizzazione mediocre.
Primo momento istituzionale
Tutto è iniziato con un video introduttivo delle località ospitanti le discipline, in un viaggio a bordo di un drone. Molto bello ma la qualità della computer grafica era davvero scarsa e per niente realistica. Successivamente, un militare ha dato il via con una suonata di tromba e quattro fuochi d'artificio (di numero) hanno coronato il tutto dal tetto dello stadio, da cui sbucava la mongolfiera con il logo della manifestazione, parcheggiata nel parco vicino. Il primo e maggiore orrore della serata si è palesato sotto forma di due presentatori, i quali hanno dato il benvenuto alla platea e hanno annunciato il Presidente della Repubblica di Polonia Andrzej Duda, che era già bello seduto sugli spalti (e non si è manco alzato). A quanto pare non dev'essere amatissimo, perché è stato fischiato (e non solo lui). Bisogna spiegare le ragioni di questo “orrore”. Non si è MAI visto una cerimonia inaugurale di questo calibro, presentata ufficialmente come se fosse uno spettacolo televisivo qualunque. Forse i Polacchi son abituati così, ma questo espediente si è rivelato davvero obbrobrioso e fastidioso; sembrava di essere alla premiazione dei Telegatti o di un altro gala qualsiasi. Allora forse bisognava chiamarli Eurovision Sport (nome non scelto a caso) e non Giochi Europei. Ogni segmento è stato introdotto da questi due in doppia lingua: l'uomo in polacco e la donna in inglese.
Lo sgomento è diventato ancora più grande quando i presentatori, invece di annunciare l'ospite di maggior rilievo, hanno continuato dando il benvenuto alle rappresentanze parlamentari e governative locali delle province e città coinvolte a cui han fatto seguito i rappresentanti delle delegazioni delle Nazioni partecipanti (Ministri dello Sport compresi) e solo da ultimo il nuovo Presidente del Comitato Olimpico Europeo, Spyros Capralos. Costui è in carica dal 2021, dopo il breve periodo di “reggenza” del danese Niels Nygaard seguita alla morte dello sloveno Kocijancic. Giusto per dare qualche nocciolo di bon ton: in circostanze ufficiali come questa, per quanto possano esserci ministri e alti dignitari locali e/o stranieri, le uniche 2 persone a contare prima di tutti sono il Capo di Stato del Paese ospitante e subito dopo il Presidente del Comitato Olimpico continentale o di quello Internazionale. Ma torniamo alla serata.
I due conduttori hanno poi annunciato l'ingresso della bandiera della Polonia, scortata dalle Forze Armate. Nota a margine: i vessilli delle Nazioni erano già dislocate accanto alle tre aste che avrebbero ospitato le tre bandiere più importanti e dietro al leggio d'ordinanza.
L'inno polacco è stato eseguito dal coro “Passionart”, accompagnato dalla Stoklosa Collective Orchestra. Unica pecca (in questo momento) è stata la mancanza di vento; manco un filo d'aria, eppure lo stadio non ha il tetto ed è “aperto”, vista la sua conformazione architettonica.
Il primo segmento di questa “Cerimonia” ha riguardato, come si evince dal titoletto, la storia e la cultura nazionale della Polonia, coreografata e rappresentata dall'Art Color Ballet e dal Balletto di Cracovia. Qui è quanto si diceva in precedenza: idea interessante, ma sviluppata in maniera pessima. Tutta la scena infatti è risultata abbastanza povera, misera e, onestamente, pure imbarazzante. Per quanto si apprezzi lo sforzo fatto dai Polacchi, è indubbio che si sarebbe potuto fare meglio senza dover spendere soldoni. Il regista, sempre che ce ne fosse uno, ha copiato paro paro ciò che fu fatto per le II Olimpiadi del nuovo Millennio.
Ti ricordi la Cerimonia inaugurale di Atene 2004? Con questi “carri” allegorici su cui si trovavano i figuranti? In caso, recuperala sul Tubo perchè ci sono molti video. Ebbene, anche qui è stato deciso di usare la stessa tecnica, ma a differenza di quasi 20 anni fa, i Polacchi hanno scelto di non automatizzare i carri, preferendo avvalersi dell'aiuto analogico; vale a dire che c'erano dei volontari vestiti interamente di nero che li spingevano. Il risultato è stato a dir poco pessimo. Questo espediente, infatti, è spesso utilizzato in questo tipo di eventi; peccato però che il gioco vale se c'è oscurità, sia nell'arena che in cielo, ossia se ci sia buio. Essendo la cerimonia iniziata alle 20.30, era ancora abbastanza chiaro e quindi questi volontari risaltavano come delle macchie nere su una tela candida. L'effetto è stato davvero surreale e ridicolo. Inoltre questi “carri”, a differenza di Atene, non compivano un giro completo dell'arena, in modo da permettere a tutti di vederli, ma si sono limitati a entrare e a passare a favore di telecamera da un solo lato (che poi la regia li aveva pure inquadrati mentre si mettevano a correre per farli uscire; no comment!). Comunque, i carri rappresentavano alcuni momenti essenziali del passato polacco: dalla fondazione della Polonia, della Boemia e della Rutenia ad opera di tre principi di tribù slave differenti; l'incoronazione di Boleslao I, il primo sovrano di Polonia, per volere dell'imperatore Ottone III del SRI (tra l'altro lo si vedeva incoronare un uomo avente già una corona in testa... vabbè); la figura leggendaria del Lajkonik (pronunciato Laikonik), questo personaggio locale ricordante l'assedio mongolo di Cracovia del XIII secolo, a cui è dedicato un festival; la fondazione dell'Università di Cracovia nel 1364 per volere di Casimiro III di Polonia, in cui studiò Copernico e dove teorizzò l'eliocentrismo, simboleggiato forse da un orologio animato; Stańczyk (pronunciato Stancic), la figura del giullare saggio (o folle saggio) rinascimentale, rappresentato come ritratto nel quadro omonimo; infine si è concluso con un salto al II Dopoguerra. Come si è già detto la scelta di rappresentare questi momenti della storia nazionale era anche interessante e certamente avrebbe avuto maggior impatto e rilievo, se fosse stata pensata e realizzata meglio. Oltre al fatto che che questi carri erano di una povertà assoluta, lo sbaglio principale è stato il non saper ottimizzare gli spazi; in pratica ¾ dello stadio è rimasto vuoto mentre avveniva questa sfilata. Peccato.
Tanta musica nazionale...?
Terminato questo segmento i presentatori son tornati a far sentire la propria voce, annunciando un momento musicale con vari artisti nazionali … e NON... purtroppo. Anche qui il senso di horror vacui è stato molto preponderante, giacchè questi cantanti e band si sono esibiti su un palco rialzato costellato di ledwall, costruito ai margini dell'arena. Perciò, tranne per alcune canzoni, durante la maggior parte delle esibizioni il campo centrale è rimasto spoglio, senza che accadesse nulla. A cantare sono stati i Zakopower (band) in un duetto con il dj Tribbs (che sarà la colonna portante della serata), i quali hanno interpretato Kiebys Ty. Poi è stata la volta dei Golec Uorkiestra con Mlody Maj; bisogna dire che era molto bella. Purtroppo quando questi han finito, il cantante ha presentato sul palco rialzato un gruppo che conosciamo fin troppo bene (e che han rotto), i Kalush Orchestra, che ovviamente han cantato Stefania. Non ne han altre? Quando questo strazio si è concluso (Alleluja!) sono state introdotte le mascotte di questi Giochi: una salamandra del fuoco e il drago Krakusek accompagnate da due ragazzine di 10 e 16 anni.
Il nuovo segmento è stato forse quello più interessante della serata per quanto, anche qui, si sarebbe potuto fare meglio. La Vistola, il fiume principale della Polonia che bagna Cracovia e Varsavia e ha dato i natali a grandi personaggi polacchi, è stata rappresentata nello stadio dall'Art Color Ballet con una coreografia piacevole. Il fiume è stato un pretesto per omaggiare alcune delle grandi menti polacche, primo fra tutti Chopin. Mentre un pianista suonava lo Studio op. 10 n. 12 in Do minore, conosciuta informalmente come La caduta di Varsavia o Rivoluzionario (a ricordare la Rivolta di Novembre del 1830), un altro balletto ha realizzato una performance su dei materassi allineati, a formare una sezione della tastiera del pianoforte e i ballerini, vestiti di nero, a interpretare i tasti neri. Subito dopo sono stati ricordati altri personaggi: il Premio Nobel per la Letteratura Wislawa Szymborska, scomparsa nel 2012, di cui è stato mandato un audio nel quale decantava una sua breve poesia; Stanislaw Wyspianski, il maggior artista polacco nativo di Cracovia di cui si sono ricordate le vetrate disegnate per la chiesa di S. Francesco, riprodotte su quattro strascichi indossanti da delle figuranti che si son fatte una passeggiata nello stadio, mentre risuonavano le campane della chiesa; Marie Curie Skłodowska l'unica donna ad aver vinto il Premio Nobel in due diversi campi, chimica e fisica: i volontari han dato qui vita a una coreografia ricordante le sue ricerche sul radio e le radiazioni; Henryk Arctowski geografo e geologo che nel 1895 prese parte a una spedizione annuale nell'Antartide, risultando così l'unico uomo ad aver passato un intero inverno sul continente di ghiaccio; Niccolò Copernico, di cui è stato nuovamente rappresentato il sistema eliocentrico: peccato però per i colori scelti per i costumi dei teatranti che “danzavano” a formare il Sole, troppo scuri e poco accattivanti. La Vistola infine è rientrata all'interno dello stadio e il colpo d'occhio è stato spettacolare grazie alle lampadine che le ballerine tenevano in mano, perchè al tempo stesso rappresentavano sia le acque del fiume sia la Via Lattea. Ovviamente a chiudere questo segmento è stata la voce di Giovanni Paolo II (in polacco), che non poteva mancare.
Sport e musica... di nuovo
Terminato il segmento, è ricomparso sul palco laterale Tribbs che, dopo un piccolo remix di Eyes of the tiger, si è esibito in un duetto al pianoforte con Ben Cristovao, appeso sopra al palco. Motivo? Boh. Ma intanto nell'arena un gruppo di volontari hanno dato vita a un flash mob. Anche in questo caso il regista della cerimonia si è dimostrato un principiante: i ragazzi avevano sì tutti una felpa e scarpe bianche, ma nessuna luce li illuminava. E' un peccato perchè, oltre a non valorizzare il lavoro di questi ragazzi, hanno perso l'occasione di fare un bello spettacolo a costo quasi 0: sarebbe infatti bastato utilizzare una luce viola e l'effetto sarebbe stato straordinario. Dopo il duetto si sono esibite Daria Ze Slaska con Falstart Albo Faul e Roxie Wegiel con Anyone I want to be.
Questo intramezzo musicale è stato poi seguito da una composizione mista di video e performance dell'Art Project Ballet omaggiante i maggiori sportivi (per lo più olimpionici) nati in terra polacca. Onestamente si è trattato di un'ostentazione un po' inutile.
Finalmente poi sono entrati gli atleti. Ebbene, ricordi quando si diceva che non han saputo ottimizzare gli spazi? Questo è stato un altro di quei momenti. Infatti gli atleti sono stati fatti parcheggiare in mezzo allo stadio, in piedi, attorno al logo disegnato su un grande telo circolare, con i volontari che delimitavano gli spazi. Inutile dire che un espediente simile avrebbe un senso in manifestazioni più numerose, come le Olimpiadi; tuttavia, se anche in quei casi si possono creare dei buchi enormi, immagina cos'era nello Stadio Reyman ieri sera. Il 80% dello spazio disponibile è rimasto vuoto e, contro le volontà degli organizzatori, alla fine alcuni atleti si sono un po' mescolati, parlando tra di loro; un bel gesto nato spontaneamente. Invece, diversamente dal solito cerimoniale, gli atleti hanno sfilato (sulla musica di Tribbs) secondo l'alfabeto inglese e non quello polacco, con la Grecia ad aprire ovviamente le danze. Tutti i Paesi (o quasi) hanno scelto due alfieri per portare il vessillo nazionale, un ragazzo e una ragazza: i nostri sono stati Odette Giuffrida (judo) e Mauro Nespoli (arco). Inspiegabile invece è il motivo per cui i presentatori annunciassero 4 volte i Paesi (2 per lingua). Boh. Quando è entrata la Polonia, il Presidente della Repubblica e il vice Presidente del Consiglio si son messi a “sventolare” la bandiera dagli spalti; forse si sono dimenticati per un momento dove si trovavano, credendo di essere a una partita, dato il luogo.
Secondo momento istituzionale: la bandiera del COE e i discorsi ufficiali
Con la delegazione polacca parcheggiata nello stadio, ha fatto il suo ingresso la bandiera del Comitato Olimpico Europeo scortata dalle Forze Armate, il tutto accompagnato dalla musica dell'Orchestra Filarmonica Nazionale dell'Ucraina... perchè? Non si sa. Questa ha suonato Piesn Pokoju, una canzone popolare polacca contro la guerra (infatti la traduzione è canzone di pace) cantata da Andrzej Lampert in inglese con il coro della Filarmonica di Cracovia. Poi, prima che la bandiera fosse issata sulle note dell'Inno alla gioia, che oltre a essere l'inno ufficiale dell'Unione Europea è pure quello del COE (fantasia?), i rappresentanti degli atleti (uomo e donna), giudici e allenatori hanno pronunciato i giuramenti di rito sul vessillo.
Dopo l'ennesimo spezzone musicale con l'esibizione di Krzysztof Cugowski (Jest taki samotny dom), il duetto tra Kamil Bednarek e Tribbs (Chwile Jak te) e i Muniek i Przyjaciele (Nie nie nie), è stato il momento dei discorsi ufficiali. Decisamente insoliti e lunghi questa volta perchè sono intervenuti anche personaggi superflui. Ha iniziato colui che è stato presentato come il “presidente” del comitato organizzatore, il maresciallo del voivodato della Piccola Polonia (la regione di Cracovia, “Małopolska”) Witold Kozlowski. Il maresciallo (marshal in inglese e nell'originale polacco) è il capo dell'esecutivo del voivodato (= regione), nonché il presidente del comitato esecutivo; in pratica è una sorta di “presidente della giunta regionale”. Ha fatto seguito il sindaco della città di Cracovia Jacek Majchrowski, poi il plenipotenziario per i Giochi Europei (così definito dai commentatori ufficiali inglesi), vice presidente del Consiglio dei ministri e Ministro delle “Risorse di Stato” (Minister of State Assets) Jacek Sasin. Dire che è stato contestato è poco, fischiato e osteggiato nel pronunciare il discorso è accurato. La gente lo fischiava continuamente ma lui niente, ha continuato imperterrito per la sua. Quando ha concluso, sempre tra i fischi, è andato in onda un videomessaggio di Thomas Back, il Presidente del Comitato Olimpico Interazionale. Infine è stata la volta di Spyros Capralos nel suo primo discorso ufficiale in una manifestazione interazionale nelle vesti di Presidente del COE. Alla fine ha lasciato la parola al Capo dello Stato Andrzej Duda il quale, diversamente dal solito, è sceso dagli spalti per dirigersi al leggio difronte alle bandiere dei CON. E con che agilità! Benchè la gran parte delle persone lo abbia applaudito, come ha iniziato a parlare qualche fischio se l'è preso. E questo è stato il secondo fuori programma della serata perchè solitamente i Presidenti/Monarchi non sono tenuti a parlare se non per dare inizio ai Giochi. Infatti, alla fine del suo monologo, ha aperto ufficialmente i III Giochi Europei di Cracovia-Piccola Polonia 2023. Come Capo di Stato magari non sarà perfetto, ma come showman ha un futuro... praticamente la carriera inversa di Zelensky.
L'inutilità dei presentatori si è rifatta sentire al momento clue della manifestazione, introducendo la Fiamma della Pace. Forse però sarebbe meglio parlare di FiammE, in quanto sono state 3 le torce ad aver fatto il proprio ingresso nello stadio. Motivo? Non si sa, anche se qualche idea plausibile c'è. In ogni caso, dopo una brevissima corsetta, i tre tedofori con la scorta (non si capisce perchè fossero attorniati da altre tre persone) hanno passato le torce ad altri 3 “colleghi”, che si son fatti la scalinata verso le bandiere. Il tutto si è risolto in poco tempo, senza suspance senza brivido né brio: è stato tutto molto asettico. La struttura e l'estetica del tripode poi non ha migliorato la situazione: è davvero brutto e banale, per non parlare del fatto che assomiglia ai “tripodini” che erano stati posizionati lungo la rotta della Fiamma Olimpica in Giappone 2 anni fa. Quindi fantasia 0. La serata si è poi conclusa con i soliti fuochi d'artificio.
Commenti? Tutti negativi come detto fin dall'inizio. Diciamo che questa cerimonia può essere presa a modello di cosa NON fare mai. La presenza dei due conduttori era davvero inutile, ma anche senza di loro la serata sarebbe risultata pessima lo stesso. L'idea finale è che tutti i soldi siano finiti nell'ingaggio degli artisti e nei maxi ledwall usati per creare il palco laterale. Anche i discorsi di tutte quelle autorità è risultato superfluo (manco a Minsk l'han fatto per dire!). Si poteva fare decisamente meglio e sicuramente tra 4 anni assisteremo a qualcosa di più spettacolare e incisivo.
Grazie per aver letto sin qui.
PS: Al momento in cui si sta scrivendo questo pezzo, l'Italia ha già portato a casa 8 medaglie d'oro, 8 d'argento e 10 di bronzo risultando prima nel computo totale e seconda per ori solo alla Spagna. BRAVI RAGAZZI!!!!
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