La vita di una donna che ha lottato per diventare Regina
Questa serie fu mandato in onda per la prima volta dalla RAI nell'autunno del 2018, poche settimane prima del lancio della seconda de I Medici; pertanto passò un po' in sordina, vista lo spiegamento di propaganda attuato dall'Azienda in favore di quell'obbrobrio. Ebbene, fin dai primi episodi mi è parso naturale fare una comparazione tra le due ed elogiare la serie TV spagnola per due aspetti, che tutt'oggi rimarco:
- Innanzitutto si tratta di un prodotto INTERAMENTE spagnolo, il che significa che tanto il cast quanto il reparto tecnico è COMPLETAMENTE spagnolo e/o hispano hablante, ossia parlanti lo spagnolo.
- Il rigore storico quasi perfetto.
Senza dubbio la fedeltà storica di questa serie è provata, eppure anche in questo caso gli sceneggiatori (spagnoli) hanno commesso degli errori rilevanti dovuti principalmente alla necessità di accorciare i tempi e al concentrarsi su fatti e accanimenti importanti. Altri invece sono di carattere più venale e quindi tollerabili: qualche località, personaggio (Vespucci per esempio) o evento non menzionato; viaggi fuori porta mai avvenuti etc. D'altronde non si tratta di un documentario, bensì di una “fiction”. In ogni caso, valutandone l'importanza e il peso, tutti questi errori sono poca cosa rispetto a quelli de I Medici, dove si sono perfino azzardati a cancellare un'intera linea dinastica. Inoltre dal p.d.v. della veridicità, ossia quanto la trama sia fedele alla Storia, malgrado le suddette inesattezze non vi sono tante ( e troppe) ingerenze da parte degli autori, cosa invece avvenuta ne I Medici e, da quanto mi han detto, pure in Leonardo (il Genio non ha mai ucciso nessuno). Pertanto tutte le critiche e le osservazioni, nonché l'elenco di errori che leggerai in calce caro lettore/trice, possono essere (alcuni) perdonati perché alla fine viene rappresentata una realtà oggettiva. Anzi, ho trovato perfino interessante che gli autori si siano ispirati a quadri di epoche posteriori per rappresentare scene “culmine”, come per esempio La resa di Granada (La rendición de Granada) del 1882 del pittore Francesco Pradilla; in questo preciso caso alcuni aspetti sono stati modificati, come per esempio i costumi, forse per renderli più prossimi all'epoca narrata. Accanto a queste sviste e licenze, si è tenuto conto anche di qualche gossip d'epoca, di voci e tesi mai acclarate (come la morte di Alessandro VI), utilizzate a volte per caldeggiare il p.d.v. spagnolo o più semplicemente per continuare il racconto basandosi sulle teorie più riconosciute. In ogni caso è cristallino che ogni accavallamento temporale, ogni presenza insolita, ogni errore storico è da ricondursi a una necessità di tempo. Eppure, anche in quest'ottica, la TVE è riuscita a produrre TRE stagioni da 39 episodi (13 cadauno); la LUX Vide e Rai Fiction invece ne ha prodotti 24 saltando di palo in frasca, ma con attori statunitensi che era la cosa più importante. Se ci va di mezzo la nostra Storia patria e la dignità, poco importa.
Per quanto io difenda a spada tratta questa serie per il suo interesse culturale e il suo rigore, ho delle critiche da avanzare, riguardanti specialmente 3 aspetti: il reparto costumi, la sceneggiatura/scenografia e la recitazione degli attori. Per quanto concerne i costumi bisogna dire che sono stupefacenti; si vede che c'è stata una profonda ricerca dietro, anche se vi sono alcuni davvero pessimi e inguardabili. Ciò che non mi spiego, però, è perché sembri che molti attori indossino sempre gli stessi abiti (specie gli uomini). Anche l'oggettistica lascia un po' a desiderare: se da un lato c'è stato un duro lavoro nel realizzare i gioielli e altri complementi (arredo, bandiere ecc), dall'altro vi è una sorta di noncuranza, quali gli scudi ed elmi che appaiono fabbricati in plastica. Ciò che mi ha dato più fastidio però è la corona di Isabella, che non è stata riprodotta fedelmente: non me ne capacito dato che l'addetto ce l'aveva a portata di mano; infatti la si può vedere ancora oggi nella cattedrale di Granada.
Passando al reparto scenografico, qui la questione è più complessa perché assistiamo per lo più a riprese interne dei medesimi luoghi e set. Questo è dovuto al fatto che molte delle località ed edifici storici del passato sono andati dispersi o distrutti, perciò gli scenografi hanno dovuto optare per soluzioni alternative. Ciononostante, solamente gli edifici più importanti sono stati ricostruiti o modificati al computer: uno su tutti la basilica di Costantino a Roma, sulle cui fondamenta sorge l'attuale basilica di s. Pietro. Ebbene in questo caso i disegnatori non hanno fatto un buon lavoro, dato che la ricostruzione è pessima; però si apprezza lo sforzo. Così come da apprezzare sono le vedute dell'Alcazar di Segovia e le panoramiche di Toledo, Avila e Medina del Campo che son state tutte rimodellate per cancellare le evoluzioni successive. Invece da elogiare sono i meravigliosi interni dell'Alhambra, le cui porte sono state aperte per la TVE proprio per girare questa serie TV. Venendo alla sceneggiatura, oltre alle opinioni già espresse, devo fare una leggera strigliata per il modo in cui sono stati rappresentati o evitati di rappresentare certi accadimenti. Posso infatti capire che la serie sia “iberocentrica” (è ovvio), tuttavia anche solo una menzione sarebbe stata adeguata per dare più corpo ai dialoghi e alle scene; d'altronde si tratta di un periodo storico intenso di fatti in qualsiasi campo dello scibile umano, dal militare all'economico. Pertanto tocca ammettere che le Guerre d'Italia del 1494-1499 sono state sviluppate davvero male: non c'è ombra della battaglia di Fornovo che sancì la disfatta di Carlo VIII; non si parla del ruolo che ebbero gli Stati Italiani nella rivalità francese e spagnola (in primis Venezia); Barletta viene solamente menzionata come cittadina, senza però parlare della disfida. Anche i successivi accadimenti tra Luigi XII e Ferdinando II per il Regno di Napoli sono trattati un po' sommariamente, come se fosse un lavoro d'ufficio. Difatti il personaggio di Consalvo di Cordova, che proprio in questo frangente dimostrò la propria esperienza, viene del tutto accantonato (si son concentrati di più sui suoi inizi). Ciò mi ha un po' deluso, perché gli autori si son concentrati più sull'aspetto famigliare, sulle vicende di corte, con gli intrighi piuttosto che su una spiegazione a tutto tondo; d'altronde, ripeto, non si tratta di un documentario. Quindi lettore/trice, potrai pensare: “ma che vuoi che gliene freghi a loro di cosa è successo in Italia. Sì ok c'erano di mezzo pure la Castiglia e l'Aragona, ma alla fine il grosso riguardava la Francia”, non avresti tutti i torti. Ma come la mettiamo con le guerre iberiche? Perché se si possono sorvolare su questi eventi in quanto non direttamente influenti sulla storia spagnola, non si possono permettere deroghe sulla ricostruzione fallace della Guerra di Successione Castigliana che rappresentò un importante momento nella vita di Isabella; questa è stata sintetizzata e sviluppata troppo velocemente: capisco che si sia tratti di un conflitto di quattro anni, però si poteva far meglio; invece l'hanno ridotta a due “battagliucce”, manco fosse una partita di scacchi. Se ciò non bastasse, agli autori bisogna rimproverare anche l'inserimento di alcuni personaggi storici solo per dovute necessità, di cui non si hanno traccia negli episodi e stagioni precedenti, così come di altri ugualmente importanti che invece non compaiono proprio: ai primi fanno capo per esempio Caterina d'Aragona, futura moglie di Enrico VIII e Maria di Castiglia regina del Portogallo. La loro introduzione nell'ultima stagione, già belle grandicelle, si deve al loro prestigio nei giochi matrimoniali dell'epoca. Se si fossero fatte suore, non sarebbero mai apparse probabilmente. Tra i secondi invece rientrano Francesco I di Francia e Vespucci.
Un'altra critica riguarda le scene di nozze e funerali: le prime sono state quasi tutte erronee, in primis quelle tra Filippo Il Bello e Giovanna La Pazza. Il principale errore verte sulla pratica della procura (lo sposalizio con delega per lo sposo e/o la sposa), che in questo caso viene affidata a un arcivescovo, cosa del tutto impossibile. Bisogna comunque far ricadere simili sviste sempre al già citato bisogno di accorciate la trama e i tempi, nonché all'impossibilità di inserire altri personaggi. Per quanto concerne invece i funerali, mi ha un po' sorpreso che il regista e gli sceneggiatori abbiano voluto spendere metri di pellicola per la morte della primogenita, con grandissimo cordoglio e scene da strapparsi i capelli, per quanto la medesima non sia stata così presente, mentre la morte dell'erede maschio sia stata fulminea e sbrigativa. L'ho trovato contraddittorio.
Venendo al cast e alla loro recitazione, anche qui il naso si storce. Principalmente per la modifica nel comportamento di taluni personaggi, spesso incattiviti e subdoli. È questo il caso di Filippo Il Bello, qui dipinto come un uomo crudele e autoritario con una vivace chioma bionda (e nei dipinti è moro); oppure Carlo VIII, rappresentato come un malato di mente e un complessato cronico. Invece per quanto riguarda duelli e combattimenti vari stendiamo un velo pietoso, dato che sono di una falsità inaudita, con mosse e movenze poco credibili. Tutto sommato però il livello recitativo è alto, tranne qualcuno come Carmen Sánchez (Giovanna la Beltraneja) e Macarena Sanz (Susanna Susón) che recitano da far schifo. Tra i mirabili vi sono ovviamente la protagonista Michelle Jenner e il co-protagonista Rodolfo Sancho (qui nei panni di Ferdinando II il Cattolico), che oltre a essere bravi son pure belli. Solo non capisco perché la Jenner parlasse a bassa voce sul finire della seconda e nella terza stagione, quasi bisbigliasse; forse per dare l'idea che fosse malata e/o vecchia? Mah. I migliori interpreti però, a mio avviso, sono Ramon Madaula nei panni di Gonzalo Chacón (consigliere di Isabella) e Jordi Díaz in quelli di Andrés Cabrera. Entrambi si sono dimostrati all'altezza del loro incarico e hanno saputo recitare la loro parte senza troppa stravaganza, nonché gli unici forse a essere rimasti fedeli al personaggio. Tra gli altri da evidenziare vi sono: Raúl Merida (Filippo il Bello), Irene Escolar (Giovanna La Pazza), Pablo Derqui (Enrico IV di Castiglia), Pedro Casablanc (Alfonso Carrillo), Sergio Peris Mencheta (Consalvo di Cordova), Julio Manrique (Cristoforo Colombo), Jonás Berami (Diego Colombo, già visto in Como la espuma), Eusebio Poncela (Francisco de Cisneros), Fernando Guillén Cuervo (Fuensalida), Úrsula Corberó (Margherita d'Austria, già vista in Fisica o chimica e La casa di carta), Héctor Carballo (Carlo VIII), Jorge Borsch (Alessandro VI), Borja Luna (Luigi XII, visto in Le ragazze del centralino), Javier Mora (Maometto XIII di Granada, già visto in Aquí no hay quien viva) e Álex Barahona (il Berto di Fisica o chimica). Benché ne abbia scritti solo alcuni, come puoi vedere gli attori son tutti ispanici.
Anche sul doppiaggio italiano avrei molte critiche. Oltre alle traduzioni erronee di termini storico-culturali spagnoli quali per esempio alcazar (tradotto con “fortezza”, mentre si trattava ben più di questo) e Cortes (tradotto in “consiglio”, mentre era di fatto un parlamento), ciò che mi ha maggiormente infastidito sono le censure in alcuni dialoghi di battute e riferimenti sciocchi e banali, causati dalla mentalità retrograda sia della TV italiana che dei direttori del doppiaggio. In particolare battute scherzose a sfondo omosessuale quali “non sei il mio tipo, tranquillo” o sessuale; facezie, ripeto, banali che non avrebbero di certo traviato nessuno né tantomeno scandalizzato. Pur tralasciando questi problemi, ho notato che alcuni dialoghi sono stati del tutto riscritti nei primi episodi. Per questo, a partire dalla prima stagione, ho continuato a seguire la serie in lingua originale. Cambiamenti importanti sono stati fatti anche alla struttura di Isabel: in apertura ho scritto che la versione spagnola consta di 39 episodi totali, quella italiana invece di 26; questo perché alcuni episodi, vista la loro lunghezza, sono stati smezzati e uniti ad altri (es: la prima metà del 2° è stata unita al primo, mentre la restante al 3°). In tal modo però la storia risulta essere tronca, eliminando l'effetto suspense dei finali originali. Ciò implica anche che i titoli degli episodi sono stati rimaneggiati: infatti fino al quarto della seconda serie della versione spagnola sono stati tutti ripresi, ma poi il doppiaggio ha compiuto un salto al 1° della terza in modo da combaciare con il numero degli episodi. Di conseguenza tutti i titoli originali delle puntate più lunghe sono stati cancellati e come se non bastasse, non tutti sono stati tradotti letteralmente.
Tutto sommato, pur anche in presenza di queste distorsioni ed errori, la serie merita davvero la pena di essere seguita e si apprendono cose che in Italia vengono lasciate un po' in disparte (spesso per necessità di tempo). Certo, si sarebbe potuto fare meglio? Sicuramente. Eppure Isabel è la prova concreta che non sono necessari grandi colpi di scena né aggiunte contraffatte e falsità per narrare una Storia, che già di per sé contiene abbastanza elementi per accattivare e coinvolgere il pubblico. In breve: la Storia ci stupisce già, nel bene e nel male, senza aver bisogno di essere riplasmata. Inoltre Isabel ha dimostrato che un buon prodotto, risultato di un duro lavoro realizzato interamente in un Paese, riesca a ottenere un successo e un riconoscimento internazionale senza il bisogno di incursioni esterne. Se noi avessimo in Italia più amor patrio e più dignità, ma anche solo un minimo di sale in zucca, forse saremmo in grado di creare anche noi un opera stupefacente che renda giustizia alla nostra Storia.
Grazie lettore/trice per aver letto queso poema fino alla fine.
Buon proseguimento.
- Ferdinando II fu incoronato Re di Castiglia assieme a Isabella, non quindi separati.
- La regina Bianca di Trastamara non fu ripudiata perché creduta eretica, quindi accusata di stregoneria e segregata.
- L'uso dell'espressione Il fine giustifica i mezzi, in questa data forma, è sbagliata perché fu scritta solamente 64 anni più tardi da Machiavelli nel Principe (1532).
- Pietro di Castiglia non fu il figlio di Maria di Castiglia, bensì discendeva direttamente dal re Pietro attraverso una linea illegittima, in quanto nipote di Diego, figlio del re e di un'amante.
- La forma della confessione è più moderna, attuale, che in linea coi tempi (ma magari è sempre stata così).
- Il duca di Guienna non ruppe mai gli accordi matrimoniali con La Beltraneja; essi infatti decaddero con la morte del suddetto. Inoltre non furono mai confermate dalle Cortes.
- Il papa SistoIV non fu genovese, bensì savonese.
- La regina Giovanna La Beltraneja non andò in esilio in Estremadura, bensì torno da suo fratello, il Re del Portogallo. Morì in seguito a Madrid presso la figlia.
- L'idea di far sposare La Beltraneja con lo zio Alfonso, Re del Portogallo, non venne all'arcivescovo bensì alla madre.
- (C) Le sequenze successive la morte di Enrico IV sono un po' troppo caricate e illogiche, dato che visti gli accordi di Guisando, Isabella era già erede effettiva della Corona, nonché era già stata riconosciuta come tale dalle Cortes.
- (D) La pronuncia del soprannome Beltraneja, così come il presunto riferimento, nella versione italiana sono erronei.
- (C) Le missive e gli atti ufficiali erano ancora scritti per lo più in latino, tranne le lettere e i documenti personali (come il testamento di Isabella) che furono redatti nell'antico castigliano.
ERRORI DELLA SECONDA SERIE (V.I.: ep. seconda ½ del 9° ->prima ½ del 5° della 2a)
- Il primo figlio di Isabella non nacque morto, bensì ebbe un aborto spontaneo; anni dopo, in età già adulta, la Regina diede effettivamente alla luce il gemello morto dell'infanta Maria.
- L'esecuzione di alcuni fanti quale atto punitivo in realtà non è mai stata attestata, perciò può essere totalmente falsa oppure non fu mai riportata in fonti dell'epoca.
- La battaglia di Toro non fu un'effimera passeggiata come è stata rappresentata.
- Agli ebrei è vietato pronunciare il nome ebraico di Dio, pertanto è un errore la pronuncia di Jahvé nella serie.
- Giovanna La Beltraneja non propose mai di sposarsi con il figliastro Giovanni II del Portogallo.
- Il Regno di Granada non divenne un vassallo della Castiglia fino al 1483 (perciò nella puntata è retrodatata). Inoltre non si trattava di un emirato bensì di un sultanato (l'emiro aveva una carica più militare che reale, simile a un comandante).
- Il papa Sisto IV era contrario all'instaurazione dell'Inquisizione spagnola, voluta e instaurata invece dal Re Ferdinando nel 1478.
- Il principe reggente Giovanni non si auto-incoronò né si autoproclamò re del Portogallo; si fece però proclamare sovrano quando venne a sapere che il padre, Alfonso V, aveva deciso di ritirarsi in un convento mentre era in Francia.
- (Segue) Il Re Alfonso non fu infatti mai confinato né imprigionato in un monastero francese; inizialmente decise spontaneamente di ritirarsi, poi cambiò idea e tornò in Portogallo nel 1477 (un anno dopo, non pochi mesi dopo come nell'episodio), riprendendo il comando del trono. Abdicò e si ritirò in un convento solo nel 1481; pochi mesi dopo morì.
- La scena della “distruzione” della bolla matrimoniale tra Alfonso e Giovanna La Beltraneja non è attestata.
- Giovanna (La Pazza) non nacque a Segovia bensì a Toledo.
- Giovanna La Beltraneja si ritirò nel convento delle clarisse nel 1479 a Coimbra, non a Santarem e vi rimase per tutta la vita, prendendo i voti l'anno successivo.
- Il matrimonio tra Beatrice Osorio e Fernando (Hernán) Peraza avvenne nel 1482. A quell'epoca il Re Alfonso era già morto.
- La puntata 22 (spagnola) si svolge inizialmente nel 1482, perciò il Re Luigi XI non era ancora morto in tale data (morì nell'agosto 1483); questo errore è poi aggravato dalla notizia della proposta di matrimonio tra Francesco Febo di Navarra e la Beltraneja, avvenuta proprio nel 1482.
- (segue) Inoltre la battaglia di Lucena avvenne nell'aprile 1483, quando il Febo era già morto da 4 mesi. Indi per cui anche l'annuncio della sua morte, seguente la battaglia, è erroneo.
- (segue) La puntata anticipa troppi avvenimenti: Diego I de Viseu fu ucciso nel 1484 e il sultano Boabdil rimase prigioniero fino al 1487.
- Anche nella puntata 23 si sono accorciati troppo i tempi: si vede infatti Colombo prendere udienza da Giovanni II del Portogallo e subito dopo essere al cospetto dei Re Cattolici. In realtà passarono 2 anni tra i due eventi: la prima nel 1484 e la seconda nel 1486, avvenuta davanti entrambi i sovrani e non solo di Isabella.
- Ferdinando fece il suo ingresso a Cordova il 28 giugno 1485 (allora sede della corte) e non a Siviglia, come rappresentato, il 25.
- Colombo non fu ricevuto a Segovia, bensì ad Alcalá.
- Il suo segreto, Colombo non lo svelò a Talavera.
- Pietro d'Arbus fu assassinato di notte (non di giorno).
- Le vicende delle trattative di Colombo sono rappresentate male: la cosiddetta “giunta di Salamanca” proferì il proprio responso solamente sul finire dell'anno e, solamente dopo il rifiuto, Colombo viaggiò in Francia e Inghilterra.
- Il principe ereditario portoghese Alfonso non morì a Sintra, bensì sulle sponde del fiume Tago nei pressi di Santarem.
- Quando nacque l'Infante Giovanni, la primogenita Isabella ne aveva appena 8 anni. Nell'episodio sembra averne 14. Idem dicasi per l'età dello stesso Giovanni alla nascita della sorella Giovanna: l'infante ne aveva uno soltanto eppure nella serie già cammina.
- Le vicende del padre della dama Susanna, detta “Susona”, sono alla base di una leggenda rappresentata qui male. Lo stesso dicasi per le vicissitudini di Isabel de Solis o Zoraida, la seconda moglie del penultimo sultano granatino.
- La relazione amorosa tra Beatrice di Bobadilla y Ulloa-Osorio e il Re Ferdinando è semplicemente attribuita, non ci sono infatti fonti certe.
- La città-accampamento di Santa Fe non fu costruita in quattro e quattr'otto come si può desumere dall'episodio. Non fu edificata in 3 mesi, ma ci vollero due anni per fortificarla.
- Nella serie viene rappresentato il prestito richiesto dai Sovrani Cattolici agli ebrei, omettendo però la questione degli interessi.
- Le cartine geografiche dell'Europa e dell'Italia sono troppo semplificate anche per l'epoca. Difatti tanto per il continente che per la nostra Penisola esistevano delle mappature dettagliate, benché non precise nei confini e nelle “forme”. Inoltre tutti i nomi italiani delle città, laddove non tradotti, sono pronunciati malissimo.
- Il Trattato di Senlis, solo menzionato, non viene di fatto spiegato o approfondito.
ERRORI DELLA TERZA SERIE (V.I.: ep. seconda ½ del 5° -> 13 della 2a)
- L'ingresso dei Re Cattolici a Barcellona avvenne il 22 ottobre 1492 e non nel dicembre 1493 come scritto sovrimpressione. Inoltre la presenza degli stemmi della Castiglia e Léon è inconcepibile essendo nel principato della Catalogna.
- Colombo non fu ricevuto nel palazzo reale di Lisbona, bensì a 9 leghe di distanza secondo le fonti. Vedi Particolarità.
- Colombo fu ricevuto il 20 aprile 1493 dai Cattolici presso Barcellona, dove si trovavano da tempo, perciò la notizia dell'arrivo del suo secondo Pinzón non avvenne a dicembre bensì a marzo.
- L'attentato a Ferdinando Il Cattolico è stato rappresentato male; avvenne in un contesto diverso e anche il luogo è diverso (avvenne nella piazza interna del palazzo reale di Barcellona).
- Il ricevimento di Colombo è misero rispetto a quanto successe in realtà: l'Ammiraglio fu accolto con grandi onori e un Te Deum; inoltre non portò con sé solo sei indigeni, bensì 10 e anche tabacco.
- La presenza di Carlo VIII nella sua corte, mentre le sue truppe scendevano in Italia, è erronea, dato che il sovrano era alla testa di quell'esercito. Inoltre la linea temporale è leggermente sfasata (dovrebbe essere ancora il 1493 perciò...)
- (segue) Cisneros divenne capo dell'ordine provinciale dei francescani nel 1494 e non nel 1493. Inoltre non fu la Regina a conferirgli l'incarico, bensì fu lo stesso concilio di frati a sceglierlo quale superiore; che fosse su richiesta di Isabella, non è dato saperlo.
- È inconcepibile pensare che Colombo chiese alla Regina il permesso di portare delle meretrici nel secondo viaggio; così come che la stessa avesse accettato. Secondo alcuni storici, però, è probabile che ci fossero delle donne (forse mogli o sorelle) tra le persone salite a bordo al fine di colonizzare le nuove terre.
- La discesa di Carlo VIII su Firenze è tutta sbagliata. La presunta incoronazione di Carlo VIII a Firenze e il conseguente rogo di libri e quadri è un chiaro errore. Carlo VIII non fu mai incoronato e l'episodio dei roghi è un riferimento al Falò delle vanità voluto da Savonarola, che avvenne però tre anni più tardi. Vedi Critiche.
- Il matrimonio tra Giovanni di Gandia e Maria Enriquez de Luna era già stato ampiamente celebrato e consumato, tanto che il primo figlio era già nato quando Carlo VIII si trovava a Firenze.
- Gli scudi dei soldati e le bandiere dell'accampamento di Giovanni II a Tordesillas sono erronei. Così posti indicherebbero una rivendicazione del sovrano portoghese quale sovrano di Castiglia e Léon, pretensioni ormai cadute.
- Il Trattato di Tordesillas pose la linea di demarcazione ha 370 leghe, ma non da Capo verde bensì dalle Azzorre.
- Carlo VIII non mise a ferro e fuoco Roma; non ebbe bisogno di saccheggiarla perché ottenne di entrarvi pacificamente con le porte aperte. Lo poté ottenere perché ebbe come “ostaggi” due donne importanti per il papa: la sua “amante” Vanozza Cattanei e la madre.
- Il cardinale Mendoza morì nel 1495; non nel giugno 1494.
- La presenza degli Sforza a Venezia è totalmente erronea. Infatti sul trono ducale sedeva un Barberigo. Vedi Critiche.
- Tutta la sequenza incentrata su Riccardo di Shrewsbury è anacronistica ed erronea, giacché il bambino morì nel 1483. si trattava infatti di uno dei due Principi della Torre; l'altro era il fratello Edoardo V d'Inghilterra.
- Gli accordi per far sposare l'infanta Maria con l'erede al trono portoghese sono anacronistici. Infatti ciò avvennero solamente dopo la morte della sorella Isabella (come si vede nella III stagione). Inoltre la questione nuziale e dinastica era più complessa.
- Il matrimonio religioso tra Giovanna (La pazza) e Filippo d'Asburgo avvenne solamente nell'ottobre 1496; perciò nell'episodio è anticipato di un anno.
- Ferdinando II di Napoli detto Ferrandino morì nel 1496 e non nel 1495, come si lascia intendere (i primi episodi della III serie perciò son sbagliati). Inoltre il nome in spagnolo è sbagliato, perché Ferrante è riferito solo al nonno Ferdinando I (tesi avvalsa dalla Real Academia de Historia).
- (Segue) Pertanto la salita al trono di Federico I avvenne 1 anno dopo la disfatta di Carlo VIII, nell'ottobre 1496.
- Margherita di York non aveva alcun tipo di legame di sangue con Filippo e Margherita d'Asburgo, essendo stata lei la terza moglie del loro nonno Carlo il Temerario.
- L'Infanta Giovanna (La pazza) non fu ricevuta da due donne, bensì da Filippo stesso il quale, come la vide, decise di sposarla lo stesso giorno.
- La “cerimonia della rosa” è inventata.
- Il luogo d'incontro tra l'erede Giovanni e Margherita d'Austria è errato: esso avvenne a Toranzo, nei pressi di Reinosa in Cantabria.
- La cattedrale di Burgos fu completata solamente nel 1567.
- La morte dell'erede Giovanni è ricreata sommariamente: innanzitutto morì a Salamanca, in secondo luogo il vaiolo fu ipotizzato quale causa solamente dopo il decesso. Forse non sarebbe nemmeno potuto essere diagnosticato prima, in quanto la morte fu fulminea dovuta alle eccessive febbri e ai disastrosi medicamenti. (Inoltre vedi Critiche)
- Il rientro di Ferdinando II al capezzale del figlio è alquanto improbabile, poiché alle nozze di Isabella erano presenti entrambi i genitori.
- La gravidanza di Margherita d'Austria doveva essere in stato già avanzato alla morte di Giovanni, perché perse il bambino subito dopo. Quindi l'episodio ritarda i fatti.
- Il gioco della pallacorda, nell'episodio 32 (spagnolo), è stato ricostruito male perché assomiglia più al tennis che allo sport originale.
- Anche la morte di Carlo VIII è erronea: morì infatti in coma (non quindi mentre giocava), due giorni dopo aver battuto la testa contro un'architrave mentre si trovava a cavallo. Vedi Critiche.
- Filippo non osò mai rivendicare i propri diritti su Castiglia mentre Isabella era viva e, in caso, iniziò a tessere le trame solo quando Giovanna fu dichiarata erede.
- Il giuramento dell'Infanta Isabella quale erede al trono è sbagliato sia nella situazione che nel luogo; difatti ciò avvenne durante le Cortes, come prescritto dalla legge.
- Non fu Ferdinando II a richiedere alle Cortes aragonesi di aspettare che la figlia partorisse; fu proprio l'assemblea ad avanzare la proposta e, in caso di maschio, di designare il bimbo quale erede.
- L'Infanta Isabella non era così calma e tranquilla nei giorni precedenti il parto, era anzi ossessionata dalla paura di morire a causa dello stesso, cosa che infatti successe 1h dopo. Inoltre Isabella partorì e morì a Saragozza (non nel luogo che si vede nell'episodio).
- Le rivolte dei Mori a Granada iniziarono solamente nel 1499 (non nel 1498) e la conversione forzata dei musulmani fu decretata soltanto dal 1501. Vedi Critiche.
- Luigi XII entrò a Milano soltanto nel 1499 e non nel 1498 come si suppone dalla serie.
- Lo stemma di Luigi XII è sbagliato. Inoltre la sua corte non risiedeva ad Amboise ma a Blois.
- Gli intrighi di Giacomo di Braganza per il trono sono illogici ed erronei: infatti Manuele I lo perdonò nel 1498 e lo dichiarò anche erede presuntivo.
- Anche il problema della successione francese è trattata sommariamente.
- La data del Trattato segreto di Granada è corretta, ma non la sua stipulazione. Vedi Critiche. Mentre tutte le sequenze successive sono anacronistiche.
- (Segue) Le nozze tra Manuele I del Portogallo e l'Infanta Maria erano già state celebrate alla firma del Trattato di Granada.
- (Segue) Colombo era stato riportato in Castiglia già a fine 1500, perciò prima della ratifica del Trattato. Inoltre la Regina apprese le sue condizioni da una sua stessa lettera che le inviò.
- Giovanna (La pazza) diede alla luce la figlia Isabella nel luglio 1501; pertanto nella serie viene anticipata.
- Non ci sono fonti che testimoniano una richiesta di accordo tra Federico I di Napoli e gli Ottomani; sarebbe altresì illogico visto che il re napoletano era suddito del Papato. Inoltre, almeno fino al 10 giungo 1501, non poté venire a sapere del Trattato segreto.
- Bobadilla non fu inviato a Hispaniola con l'incarico di togliere il titolo di viceré a Colombo, bensì solamente con quello di investigare quanto stava succedendo e come erano gestite con poteri giurisdizionali. Inoltre Colombo non fu ricevuto a Segovia, bensì all'Alhambra.
- Enrico VII Tudor non spinse per le nozze tra Arturo e Caterina per destabilizzare gli York. L'introduzione della famiglia nelle politiche matrimoniali è totalmente erronea e inconcepibile, dato che la Guerra delle Due Rose era giunta al termine proprio con la sua ascesa al trono e il suo matrimonio con l'erede degli York: perciò la frase non ha senso. Per di più anche la proposta nuziale di Margherita è complessa: alcuni dicono che fosse diretta ad Arturo, altri allo stesso Enrico ma in ogni caso avvenne più tardi e partì dal fratello Filippo e dal padre Massimiliano.
- Le sequenze con Colombo e i Re Cattolici sono esagerate: infatti Colombo fu quasi subito liberato e gli vennero ripristinate le ricchezze e i titoli personali.
- Non ci sono fonti che testimoniano una corrispondenza tra Ferdinando e Massimiliano d'Asburgo riguardanti le nozze di Margherita d'Austria, inoltre furono il padre e il fratello Filippo a occuparsi delle trattative (vedi punto 46). Per una spiegazione più approfondita vedi Critiche.
- La morte di Arturo del Galles, nella puntata, è cronologicamente sbagliata. Infatti il principe morì il 2 aprile 1502, ossia un mese prima del giuramento di Giovanna e Filippo davanti alle Cortes.
- La differenza d'età tra l'attore impersonante il futuro Enrico VIII e l'attrice nel ruolo di Caterina è evidente. In realtà il futuro sovrano inglese aveva 11 anni al momento della morte del fratello, mentre Caterina ne aveva 16 (e l'attrice ne dimostra 24, minimo).
- La scena con Ferdinando che lascia Filippo e Giovanna da soli in Aragona è sbagliata: difatti il Re non tornò dalla moglie se non dopo l'avvenuto giuramento in sua presenza.
- Busleyden non morì a Coria, come si potrebbe desumere, bensì a Toledo. Prima di morire, però, aveva fatto in tempo a firmare il contratto matrimoniale tra il piccolo Carlo e Claudia di Francia a Lione
- (Segue) Pertanto il Trattato di Lione del 5 aprile 1503 non siglava l'accordo di nozze tra i figli di Filippo e Luigi XII, perché questo era stato siglato due anni prima.
- (Segue) La nascita di Ferdinando d'Asburgo e la firma del suddetto Trattato sono discordi: difatti quando Filippo firmò quel patto del 1503, suo figlio era già nato. La notizia gli giunse infatti mentre era in cammino per incontrare il sovrano francese. Inoltre Ferdinando non nacque a Segovia, bensì ad Alcalá.
- Il ritiro forzato di Giovanna (La pazza) al castello della Mota fu voluto da Isabella e non dal consorte. Tale decisione causò in seguito un forte litigio con la madre (e, quindi, non prima). Non è chiaro se la decisione e il “ritiro” avvenne prima della nascita di Ferdinando o dopo.
- La morte di Alessandro VI è completamente storpiata. È stata ricostruita in tal modo per incastrarla all'interno di una storia accorciata e ridotta. In ogni caso non ci sono prove della presenza di Buill o Boyl a Roma in quel periodo. Vedi Critiche.
- Le minacce di Enrico VII di sposare La Beltraneja non sono appurate da fonti storiche. Inoltre la presenza di Margherita in questo frangente è impossibile, perché era già andata in sposa al duca di Savoia e si trovava perciò in Piemonte.
- Anche la capitolazione di Gaeta appare anacronistica, giacché avvenne i primi giorni di gennaio del 1504.
- Le condizioni della capitolazione sono in parte illogiche e discordano con quanto effettivamente successe. Per approfondimento vedi Critiche.
- La sequenza della firma della Pace tra Francesi e Castigliani-Aragonesi e le vicende riguardanti Cesare Borgia sono totalmente errate. Anche qui è stata ricostruita una scena per incastrare i vari eventi, con la conseguenza però di incasinare tutto. Inoltre non si trattò di una Pace ma di un armistizio. Vedi Critiche.
- Anche la sequenza della dettatura del testamento di Isabella è imprecisa. Fu sì scritta in castigliano, però l' “investitura” di Ferdinando quale reggente per la figlia non si trova in un codicillo bensì nel testamento stesso.
- L'ipotesi proposta da Alessandro VI di far sposare il figlio Giovanni con la figlia di Isabella è campata in aria, perché era ben cosciente che non sarebbe mai stato possibile in quanto la Cattolica non avrebbe mai permesso un matrimonio con figli bastardi.
- La richiesta di Colombo, alla Regina, di portare delle prostitute nel suo secondo viaggio è totalmente errato. Però al tempo stesso è vero la tesi dell'Ammiraglio, secondo cui gli uomini dell'equipaggio diventavano irruenti (con un eufemismo) durante la traversata; ciò spiegherebbe gli stupri e le violenze sulle indigene.
- (Segue il punto 9) Gli sceneggiatori, per ovvie questioni, hanno attribuito il Falò delle vanità, l'incoronazione e tutte le nefandezze varie a Carlo VIII piuttosto che introdurre il personaggio di Savonarola e di Piero de'Medici, perché avrebbe (forse secondo loro) fatto uscire dai binari la storia. Difatti introdurre il frate avrebbe comportato spiegare che era costei a essere avverso al papa e non il sovrano francese, il quale si guardò bene dal deporre il Borgia; idem per il Medici, che avrebbe implicato spiegare la sua resa e la fuga dalla cittò, con la conseguente istituzione della Repubblica.
- (Segue il punto 15) Anche qui, come nel precedente, gli sceneggiatori hanno accorciato le implicazioni storiche creando però maggior confusione. Gli Sforza reggevano, oltre Milano, Pesaro e Rimini. È probabile che, per abbreviare gli eventi delle Guerre d'Italia, gli autori abbiano unito i fatti di Venezia con quelli di Pesaro-Rimini creando però confusione.
- Le sequenze riguardanti le nozze tra l'Infanta Isabella e Manuele I del Portogallo sono trattate molto male, visto che la questione era ben più complessa.
- La consumazione del rapporto tra Filippo e Giovanna è controversa: alcuni storici sostengono che il duca e, forse, anche l'Infanta premettero al fine di celebrare il matrimonio quanto prima; altri sostengono che effettivamente fecero sesso prima delle nozze.
- Come già espresso nella recensione, vi sono alcuni luoghi che non corrispondono con la realtà per questioni economiche e di set. Tra questi vi sono alcune città italiane come Ostia e Capua.
- (Segue il punto 26). Critica personale: più che vaiolo sembra varicella o scarlattina, quella rappresentata.
- (Segue il punto 30) Personalmente avrei dei dubbi sull'utilizzo del bianco per le vesti funebri. Però potrebbe essere, d'altronde lo è in Giappone tutt'oggi.
- Il ritiro in solitaria di Giovanna (La pazza) nei suoi appartamenti è alquanto improbabile, sia per il suo rango sia perché dovevano esserci state le dame giunte con lei dalla Spagna.
- Nella serie, più volte viene dato per scontato che Carlo sarà incoronato imperatore, quasi fosse un titolo ereditario. In realtà non fu così viste le successive dispute tra il suddetto e Francesco I di Francia.
- A tal proposito, non c'è nessuna traccia né menzione di Francesco I. Viene sì trattato il problema di successione al trono francese, però nel 1498 l'allora bimbo di 4 anni Francesco d'Angoulême (il futuro sovrano) era già stato chiamato alla corte da Luigi XII e allevato come erede presuntivo.
- (Segue il punto 35) Durante le rivolte si possono sentire i Mori urlare “Allah è grande”: benché non sia certo che gli Arabi usassero un simile incitamento durante le battaglia, è piuttosto evidente che questa particolare espressione sia stata ripresa da fatti di cronaca attuali.
- (Segue il punto 40) Era molto raro che un sovrano compisse un viaggio così lungo verso una corte straniera e in ogni caso l'incontro per la stipula sarebbe avvenuto in una località intermediaria. Difatti a Granada il trattato fu soltanto ratificato da entrambi i Re Cattolici (e non solo da Ferdinando), perché il suddetto era stato concluso dai diplomatici iberici con Luigi XII un mese prima, il quale lo firmò a Chambord. Inoltre nel documento originario non viene fatta menzione dell'Abruzzo o degli Abruzzi con tale nome, bensì della proviciae Brussiae.
- (Segue il punto 47) Non solo la scena è esagerata ma anche il comportamento dei principali personaggi è stato alterato. Infatti Bartolomeo Colombo, fratello dell'Ammiraglio, è stato dipinto come un arrivista arrogante; in realtà sia lui che Colombo si prostrarono fin da subito difronte ai sovrani.
- (Segue il punto 48) Uno scambio epistolare tra Ferdinando II d'Aragona e l'imperatore Massimiliano con l'intento di maritare Margherita, è alquanto illogico per varie ragioni: innanzitutto le politiche matrimoniali avvenivano principalmente in seno alla famiglia e ad occuparsene erano il padre e/o la madre e i fratelli (specie il maggiore). In secondo luogo se un sovrano straniero di fosse intromesso in tali politiche, lo avrebbe fatto proponendo di accasare la sposa con un proprio parente o con un sovrano di uno stato amico, o che gravasse nell'orbita del proprio (Es. inventato: Nel '700 l'arciduca d'Austria, per evitare che la Baviera si legasse con la Francia, si sarebbe potuto intromettere offrendo la propria figlia o nipote. Oppure proponendo un matrimonio con il ramo asburgico di Toscana). Non è questo il caso della puntata.
- Nella serie gli sceneggiatori spagnoli avvalorano la tesi, sempre ribadita da Caterina d'Aragona fino alla morte, di essere stata vergine fino al matrimonio con Enrico VIII e quindi di non aver mai consumato le prime nozze col defunto Arturo. Tuttavia non esistono prove a riguardo tranne le sole parole della deposta regina. Inoltre Enrico VII è rappresentato più vecchio di quanto non fosse in realtà.
- Il fatto che Ferdinando e Isabella vollero da subito far tornare in patria Caterina e la sua successiva reclusione, non coincide con gli eventi storicamente avvenuti. È più probabile che l'Infanta fosse rimasta alla corte inglese, non prigioniera, mentre i genitori ed Enrico VII stavano riorganizzando il matrimonio con Enrico.
- La versione spagnola, riferendosi al Parlamento inglese, usa l'espressione Consejo de Westminster, quasi fosse un consiglio reale privale. Quindi totalmente fuori luogo.
- Il rapporto tra Filippo e Giovanna è un po' falsato e, sopratutto, molto esagerato. Difatti le fonti ci dicono che la loro unione non era più così florida e affiatata dato che vivevano già separati quando l'Asburgo tornò nelle Fiandre nel 1503. Perciò la scena della sua partenza, con Giovanna disperatissima è pura esagerazione. Inoltre, anche la sua presunta sindrome post-parto è pura invenzione, inserita ovviamente per dimostrare i suoi squilibri mentali.
- (Segue il punto 56) Ad oggi le cause della morte di papa Borgia non sono certe, ma qui gli sceneggiatori hanno deciso di seguire le voci, le accuse di un tempo, che volevano il pontefice morto per errore ad opera di Cesare (il quale voleva ammazzare un cardinale). Su questa scelta non entro nel merito. Tuttavia, si conosce come avvenne la vicenda: difatti il papa a inizio agosto era stato ospite di un cardinale che aveva organizzato un banchetto in una sua residenza di campagna. Giorni dopo si sentirono male molti degli astanti, tra cui il papa e il figlio che furono costretti a letto da forti febbri; ma mentre Cesare riuscì a vincere la malattia il padre, vista l'età avanzata, morì. Fu allora che iniziarono a circolare le voci di un possibile avvelenamento.
- Nelle ultime puntate si parla di una specie di supporto militare di Pisa, Firenze, Siena, Venezia e Austria all'Aragona nelle ultime fasi del conflitto con la Francia. Tuttavia non ci sono prove a riguardo e, presumibilmente, tale accordo si riferiva alla Lega antifrancese che, però, era stata istituita con altri Stati. Peraltro Pisa non era più uno stato autonomo dal 1406.
- (Segue il punto 59) Le condizioni rappresentate sono illogiche perché, quando ci fu la battaglia del Garigliano (dicembre 1503), la città di Napoli era già in mano agli Ispanici. Pertanto la richiesta di devoluzione della città quale condizione per la capitolazione e la fine delle ostilità non ha senso. Trattandosi Gaeta dell'ultima difensa francese, ciò che in realtà avvenne fu la devoluzione dell'intero Meridione.
- (Segue il punto 60) Innanzitutto il patto stabilito fu l'armistizio e non la Pace definitiva, che venne stipulata solo in seguito. Esso fu siglato da entrambi i Reali Cattolici in un monastero il 31 marzo 1504 (non quindi alla corte di Segovia). A quella data Cesare Borgia era ancora libero e si trovava a Roma. Dopo aver passato un breve periodo in prigione per ordine del nuovo papa Giulio II (Pio III non viene minimamente menzionato), viene liberato e Cesare ne approfitta per dirigersi a Napoli per rifugiarsi presso Consalvo di Cordova (non vi fu quindi attirato con l'inganno come dice l'attore). Il 27 maggio dello stesso anno venne imprigionato, pare, su ordine di Ferdinando e dieci giorni dopo venne fatto imbarcare su una galera verso Valencia. Il resto è storia.
- A tal proposito, Cesare Borgia viene rappresentato sostanzialmente in due modi: prima con abiti vescovili e poi con quelli principeschi. In entrambi i casi vi è un errore: nel primo le vesti son viola, colore dell'arcivescovato (ma lui era anche cardinale); nel secondo passò più tempo con l'armatura, viste le numerose battaglie, che con vestiti sfarzosi.
- Il montaggio di certe scene è davvero pessimo: per esempio quando Filippo e Giovanna arrivano in Castiglia, si vedono prima i cavalli agitare la testa normalmente e nell'inquadratura successiva restare completamente immobili quasi fossero delle statue, per poi riprendere a scalciare e agitarsi nella ripresa seguente.
CURIOSITÁ
- L'aquila dello stemma della Castiglia e dell'Aragona non è quella asburgica.
- Il rappresentato castello di Alcalá de Henares (città nei pressi di Madrid) è in realtà lo stesso utilizzato come set per il palazzo dei sovrani d'Aragona visto da un'altra angolatura. Ciò si deve al fatto che il suddetto castello non esiste più oggi. Allo stesso modo, come già accennato, altri castelli e residenze sono state ricostruite con la grafica virtuale: l'alcazar di Madrid per esempio è stato ricreato prendendo spunto da stampe dell'epoca ma successive; l'Alhambra è stata “ripulita” di tutti gli edifici aggiunti posteriormente, in particolare il Palazzo di Carlo V.
- Calcolare 9 leghe non è facile, perché la lega come unità di misura variava a seconda degli Stati e, in Italia, anche a seconda delle regioni. Pertanto se tenessimo in conto la lega spagnola così come descritta dalla Treccani, risulterebbero 50,15km; se invece ci rifacessimo alla lega romana sarebbero 19,98km.
- La richiesta e poi l'avvenuta sepoltura di Muley Hacen (si legge Mulei Asen) sulle montagne è anch'essa fonte di leggenda.
- Le sequenze in cui si vedono tutti i sovrani rappresentati che ricevono sudditi, dignitari o altri sovrani con la corona in testa sono rielaborazioni Romantiche e, pertanto, idealizzate. Lo stesso dicasi per le vesti regali di Isabella e Ferdinando con impressi i propri blasoni, i quali sono libere interpretazioni delle costumiste.