Delusione perché mi aspettavo davvero qualcosa di meglio: molto più colore, molta più musica, molto più carioca e molta...ma molta più storia!
Innanzitutto vediamo chi è il regista di tutto lo show!
Chi è Marco Balich? Italiano doc, anzi veneziano doc, classe 1962, mr. Balich è un produttore televisivo e imprenditore del mondo dello spettacolo e dello show business. Questo signore è già noto alle cronache olimpiche; infatti gli attuali Giochi non sono che il fanalino di coda di una lista di successi.
Fu sua l'ideazione e la progettazione delle cerimonie di apertura e chiusura di Torino 2006 e sua fu anche la piccola vetrina di presentazione che si tenne, come di consueto, al termine delle Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002.
Nel 2008 il comitato organizzatore delle XXIX Olimpiadi estive lo nominò responsabile del protocollo, ossia la scaletta delle cerimonie (inizio dello spettacolo, entrata degli atleti, giuramenti ecc) e visto che il lavoro fu apprezzato, nel 2014 gli fu affidata la direzione artistica della cerimonia di chiusura di Sochi.
Possiamo quindi dire, ripensando a quelle belle immagini, che si sia meritato pienamente il ruolo di produttore esecutivo delle cerimonie di Rio2016 e che le aspettative nel confronto del suo lavoro erano molto elevate.
Eppure non mi capacito; non mi riesco a spiegare come quest'uomo, che ha realizzato quel meraviglioso spettacolo che fu Torino 2006, abbia creato una cerimonia cosi deludente.
si inizia bene con il simbolo della pace trasformato in un albero. Il Brasile ci vuole dare una lezione fin da subito: bisogna fare pace con la Natura; bisogna salvarla e salvaguardare entrambi.
Calano le luci e appare il mare di Rio, con la vita che inizia a formarsi; tutto molto bello peccato quelle strutture meccaniche rappresentanti granchi e altri insetti, un po' troppo spartane. Interessante è stata invece la partecipazione degli Indios e il gioco di luci che ha accompagnato la loro entrata, subito distrutto dalla rappresentazione che li ha visti coinvolti. Perchè a mio avviso tutta la parte sulla loro cultura, la scoperta del Brasile e l'invasione e poi la tratta degli schiavi (sebbene evocativa), è stata molto ma molto grossolana e frettolosa (le navi degli esploratori sembravano motoscafi). L'arrivo degli orientali poi non si è capito molto: grandi piume rosse, qualche simbolo creato graficamente dai lineamenti asiatici. Si poteva fare di meglio.
Poi i toni cambiano e magicamente ci si ritrova su una pista di decollo con un 14bis bianco dei primi del Novecento: è un tributo ad un altro evento discusso della storia. Come noi con il duello Meucci-Bell, brasiliani e francesi rivendicano il primato del volo nell'aviatore Alberto-Santos Dumont (naturalizzato francese), che il 13 settembre 1906 fece volare da solo il suo aereo. A differenza dei fratelli Wright, che decollarono grazie ad un meccanismo a fionda, Santos Dumont fece infatti partire il proprio aereo avviando il motore da lui stesso progettato. Il volo della riproduzione dell'aereo e la grafica video sono stati uno dei pochi momenti emozionanti della nottata.
L'inutilità fatta a persona. Quanti soldi avranno dato a Giselle Büdchen per una passeggiata? Come se ne avesse bisogno visto che è la top model più pagata della storia! La sua camminata è stata una cosa inutile, I-N-U-T-I-L-E nel vero senso della parola. Cosa mi ha rappresentato?
Qual era l'eccellenza? Lei? Il contributo della Carla Bruni nel 2006 fu molto più proficuo, perché almeno portava tra le braccia il Tricolore per essere issato, mentre veniva cantato l'inno.
Segmento Empowerment
L'altro momento di vivacità che mi è piaciuto dopo il volo simulato di Santos Dumont. In scena vengono portate le favelas e la componente “nera” del popolo brasiliano rappresentati dal mix musicale. Ma anche in questo caso si è preferito non entrare nel dettaglio. Per evitare polemiche...
Il momento clue di tutto lo spettacolo, il vero tema della cerimonia di apertura: il problema dell'inquinamento e del surriscaldamento globale, nonché lo scioglimento dei ghiacci. Il messaggio è inequivocabile: attraverso un monologo in inglese e brasiliano pronunciato dalle voci di Judith Dench e Fernanda Montenegro, si vogliono condannare i potenti della Terra, accusandoli della distruzione in atto dovuto ai propri interessi economici. Ma c'è un lieto fine almeno parziale, annunciatoci dalle due “croniste”: finalmente in Brasile la deforestazione si sta via via rallentando e molte associazioni stanno già invertendo il processo, piantando numerosi semi ogni anno. E gli atleti saranno fondamentali in questo.
Entra la Grecia come da tradizionale rispetto alla genitrice dei Giochi; l'ordine segue naturalmente l'alfabeto portoghese/brasiliano e quindi l'Italia è stata la 102esima. Simpatica la particolarità del portoghese: le “k” si trasformano in “q” e le “q” in “c”; quindi gli ultimi sono stati i primi.
Inoltre ogni atleta ha portato con sé un seme, che ha piantato in apposite cannucce (inserite in grandi blocchi a specchio), le quali al termine delle Olimpiadi verranno poi trapiantate nella zona di Deodoro.
Alla fine entra il Brasile tra il boato della folla, che presto si è trasformato in canto perché si balla sulle note della famosa Aquarela do Brazil (Brazil Brazil), l'inno non ufficiale dello stato.
Diversamente da quanto successo a Londra2012, i 5 Cerchi hanno fatto la loro comparsa al termine della sfilata degli atleti, in un modo spettacolare: sbocciati dai blocchi-vaso in un verde speranza e contemporaneamente apparsi nel cielo con i fuochi d'artificio (sempre verdi). Emozionante!
Poi il momento dei discorsi del presidente del CIO Thomas Bach e del comitato organizzatore di Rio2016 Carlos A. Nuzman, quest'ultimo visibilmente nervoso ed emozionato. Parole toccanti e sagge quelle dette da entrambi, ma anche molti ringraziamenti scottanti (come quello alle autorità) che hanno fatto storcere il naso a qualcuno. Ho trovato interessante anche l'introduzione della nuova regalia olimpica: l'alloro olimpico, conferito a chi che ha donato se stesso e la propria vita per contribuire a diffondere lo sport e i valori delle Olimpiadi. Il primo insignito è stato l'ex atleta e filantropo kenyano 76enne Kipchoge Keino, per il suo contributo dato dalla sua scuola sportiva giovanile, che è entrato nel Maracanã correndo assieme ai suoi bambini. Senza parole.
Terminato il discorso di mr. Keino l'aria si è fatta gelida. Annunciato da Bach, il presidente ad interim Michel Temer prima ancora di proferire parola è già fischiato da tutto lo stadio. È innegabile che si sia sentita l'assenza di Dilma Rousseff nella tribuna d'onore; lei che ha voluto fortemente questi Giochi e che ieri invece si è dovuta limitare a guardare lo spettacolo dal suo salotto, commentando il tutto con un tweet molto triste e malinconico.
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Grazie alle continue e nauseanti ripetizioni dei giornalisti Rai, si sapeva fin dall'inizio che Pelè non sarebbe stato l'ultimo tedoforo (ha rifiutato per motivi di salute), è questo è dispiaciuto a molti incluso me. Perchè un Brasile senza Pelè non è pensabile. Perciò come fare? La scelta/ripiego pensata dagli organizzatori è stata davvero pessima: con Pelè fuori, invece di eleggere il prescelto, il numero quattro (come da tradizione), si è semplicemente optato per toglierne uno e rimanere quindi con tre. E così ad accendere il braciere è stato uno che, senza alcuna spiegazione, sarebbe rimasto sconosciuto ai più: Vanderlei Cordeiro de Lima, il maratoneta che ad Atene 2004 fu braccato da un pazzo durante la corsa, permettendo al nostro Baldini (che lo stava inseguendo da breve distanza, bisogna dirlo) di vincere la medaglia d'oro.
Se dovessimo riassumere questa CdA in parole chiave, queste sarebbero: mancanza di soldi; ecosostenibilità; cambiamento climatico; assenza di Pelè; frettolosità e braciere orrendo.
Naturalmente ci sarà qualcuno che non sarà d'accordo con me e per questo invito chiunque a dire la propria e a condividere il proprio punto di vista, così da aprire una discussione. È solo grazie al confronto delle idee che possiamo crescere e migliorare.
Aggiornamento: ridimensionata la copertina e modificata l'impaginazione. (Aggiornato il 20/12/2020)