I Giochi si (ri)aprono in Corea del Sud
Come dicevamo, la Cerimonia è stata alquanto deludente perchè mancante di tutto (o quasi) il suo carattere storico che da anni caratterizza l'evento. Infatti, quasi fosse un programma stabilito, nella CdA ci si aspetta di vedere riassunta la storia del Paese e della città ospitante, cosa che non è avvenuta e per colmare la lacuna la RAI ha ben pensato di chiamare Mieli. Pensate che culo, uno che quando parla fa addormentare anche i peluche.
Il direttore d'orchestra, verrebbe da dire, non è Marco Balich (che è in lizza per Tokyo2020) bensì un produttore cinematografico autoctono che, da quanto si è visto, non ha molta dimestichezza con i grandi eventi. La cosa strana è che Song Seung-Whan, questo il nome del direttore esecutivo, fu scelto già prima di Rio2016, nel 2015. Perciò ha avuto tutto il tempo possibile per pensare e ideare qualcosa di straordinario, vedendo anche ciò che realizzò Balich a Rio e a Torino, nonché le altre Cerimonie di Sochi e Vancouver. Restano quindi un mistero i motivi delle sue scelte.
La CdA si è tenuta presso l'ormai Stadio Olimpico di PyeongChang, una contea (e non quindi una città) di poco più 43mila abitanti, costruito ad hoc dalla forma inconfondibile: un pentagono. Questa scelta è stata probabilmente basata su un'altra Olimpiade, quella di Albertville 1992, in cui anche i francesi avevano optato per uno stadio ribassato e circolare che dava l'impressione di essere più aperto e quindi accogliente.
Ad aprire lo spettacolo è stato il solito video di presentazione con protagonisti 5 bambini: 5 come i lati del pentagono e 5 come i Cerchi. Nel video si è visto i bambini riscoprire una grotta sotto il ghiaccio, racchiudente un tempio al cui centro c'era una sfera armillare. Toccandola, sono apparse immagini di oggetti e monumenti della storia e della tradizione coreana (pagode, maschere, corone ecc) e poi da un gigantesco dipinto rupestre ha preso vita una tigre che ha salutato i bambini e li ha accompagnati fuori per giungere... nello stadio. Infatti nell'arena ha fatto la comparsa una grande tigre bianca, mascotte di questa edizione (l'orso bruno è invece la mascotte delle Paralimpiadi), animata da sei volontari e accompagnata dai bimbi. Avete presente quei grandi draghi caratteristici dei capodanni cinesi? Ecco il concetto è simile. In un Paese dove la tecnologia la fa da padrona (ricordiamo che la Samsung è sudcoreana) quasi quanto il Giappone, è stata una sorpresa una simile scelta... davvero poco azzeccata.
In ogni caso la tigre “animata”, appena raggiunto il centro dello stadio, con una zampata ha disintegrato il ghiaccio riprodotto graficamente facendo apparire i 5 colori degli elementi (fuoco, acqua, terra, aria e legno) e assieme ad essi anche altri animali della tradizione coreana: la fenice, il drago, una strana tartaruga a due teste, un cervo e una figura simile a una sfinge egizia.
Questo mini spettacolo ha anteceduto l'entrata ufficiale del Presidente della Repubblica di Korea Jae-in Moon e del Presidente del CIO Thomas Bach. E qui è successo un primo fuori programma, perchè mentre Bach continuava a salutare gli spettatori seduti nelle tribune hi-tech (le poltroncine avevano delle luci led integrate che hanno reso tutto luminoso e colorato), il presidente Moon ha iniziato a scuotere le mani delle autorità internazionali presenti nella sua balconata. In particolare le due più importanti: Shinzo Abe, primo ministro del Giappone e ovviamente la rappresentante della Corea del Nord, la sorella di Kim Jong-Un, Kim Yo-Jong. Un po' spocchiosetta la ragazza, ha dapprima evitato di guardare il presidente mentre le transitava davanti e poi gli ha calorosamente stretto la mano quando è stato il suo turno, sfoggiando un sorriso a 300 denti. Sembrava quasi che il fratello dittatore le stesse urlando in un orecchio: “sorridi ca**o, devi fare bella impressione al mondo”.
Dopo i saluti, è iniziata la prima parte dello spettacolo vero e proprio con una rappresentazione tutta femminile di percussioniste, che magicamente sono apparse sedute al centro dello stadio vestite di bianco, mentre altre indossanti la tradizionale gonna lunga color violaceo entravano ballando e suonando. Con una splendida coreografia ben eseguita e un sincronismo eccezionale, le danzatrici e le suonatrici hanno ricreato la bandiera sud coreana. La performance, applaudita dal pubblico, ha anticipato l'ingresso del vessillo ufficiale e l'esecuzione dell'inno, terminato il quale sono entrati gli atleti.
Segmento parata
Ve lo sveliamo subito. È stato un tripudio di #fregniolimpici e di #gnoccheolimpiche allucinanti, delle bellezze da paura che non sono passate inosservate. Naturalmente non commenteremo tutte le delegazioni, ma porteremo all'attenzione solamente quelle degne di nota. A cominciare dalle new entry. Sì perchè quest'anno partecipano per la prima volta alle Olimpiadi Invernali l'Ecuador, l'Eritrea, la Malesia, la Nigeria, Singapore e il Kosovo. Curioso è la scelta dei portabandiera sudamericani, molti dei quali erano europei (germanici sopratutto) con origini latine, come per esempio l'Ecuador con Klaus Jungbluth Rodriguez (di chiare origini tedesche) o la Bolivia con l'austriaco Simon Breitfuss Kammerlander.
A precedere gli atleti e i loro alfieri c'erano come di consueto i volontari, in questo caso donne, indossanti un semplice completo bianco decorato con una specie di vestito a campana fatto (forse) di plastica ricreante il ghiaccio.
Queste ragazze tenevano in mano un ramo stilizzato a cui erano fissati i nomi degli stati in coreano e in inglese, scritti talmente in piccolo che non si distinguevano bene i caratteri. Inoltre le volontarie erano accompagnate da un bambino recante una tipica lanterna rosso-blu. L'Italia è stata la 57esima a sfilare, con Arianna Fontana come portabandiera.
Sì, si tratta proprio di Pita Toufatofua, che si è ripresentato con il solito gonnellone e mezzo nudo... Ripetiamo la temperatura: -2 (e con forte vento). Vi ricordate quando vi parlavamo del suo tentativo ai mondiali di Lathi? Ebbene pare proprio che ce l'abbia fatta e lo vedremmo gareggiare nello sci di fondo. Perciò occhi bene aperti.
Tra le altre peculiarità riguardanti gli alfieri, bisogna sicuramente menzionare l'Iran, il Canada e soprattutto l'OAR. Mentre l'iraniana era visibilmente commossa per l'evento, il Paese della foglia d'acero si è presentato con ben due portabandiera: si tratta infatti di della coppia di pattinaggio Tessa Virtue e Scott Moir, che sono già scesi in campo questa notte; prima volta in assoluto alle Olimpiadi (la coppia delle Coree Unificate non appartenevano nemmeno allo stesso sport). Tuttavia la delegazione che ha fatto più notizia (e scalpore) è stata quella dell'OAR (AOR in italiano) gli Atleti Olimpici dalla Russia (Olympic Athletes from Russia) che hanno sfilato sotto il vessillo del CIO e preceduti da un volontario dell'organizzazione come alfiere. Nessun russo quindi a portare la bandiera. Ed è giusto che sia così; ma sarebbe stato certamente più corretto non farli partecipare proprio.
Infine a concludere questa carrellata di curiosità, vi segnaliamo la presenza di due atleti “stagionati”: il finlandese Janne Ahonen, tornato a brandire il proprio vessillo 20 anni dopo Nagano 1998 e il giapponese Noriaki Kasai, una leggenda del salto con gli sci alla sua ottava Olimpiade. Praticamente mentre molti di noi non erano nemmeno nati, lui già si lanciava dai trampolini di Calgary.
Permetteteci di aprire una breve parentesi: bisogna menzionare un'assenza che si è fatta sentire ed è quella della zucca vuota allampanata di Trump. Al suo posto, e ben lontano dalla sorella di Kim, c'era il vicepresidente Pence. Ma forse è stato meglio così e pare che Trump non presenzierà nemmeno alla CdC. D'altronde nemmeno Obama fu presente né a Rio né a Sochi, però la differenza è palpabile. Chiusa parentesi.
Quando anche l'ultimo atleta ha preso posto sugli spalti, ha avuto inizio la seconda parte dello show incentrata sul futuro con i 5 bambini iniziali che sono ritornati nello stadio a bordo di una grande zattera. Il legame tra la traversata virtuale sul fiume Han e la porta aperta verso il futuro era un po' confusa, non si è capito molto bene; questo però ha dato il via a un video sulla vita futuristica e sui sogni ideali di questi bambini: macchine volanti, robot pittori, ologrammi su cui vedere i concerti, ologrammi come installazioni artistiche cittadine ecc.. Questo video ha poi anticipato uno spettacolo di luci e grafica con delle grandi porte luminose, conclusosi con una colonna verticale formata da tanti led luccicanti, simboleggiante i sogni. Diciamo che questa parte è stata un po' buttata lì, senza alcun vero significato (o quanto meno poco chiaro); sì i giochi di luce erano belli ma sinceramente banali, che tutti possono realizzare.
Terminati i fuochi d'artificio, che hanno fatto da separé tra i vari segmenti, è stato il momento dei discorsi ufficiali che mamma RAI ha ben pensato di tagliare. Ma sì tanto chi se ne frega dei discorsi, chi se ne importa delle parole pronunciate da Bach e dal capo organizzatore Hee-beom Lee perchè tanto sono fregnacce e non concetti importanti con (spesso) connotazioni politiche. E infatti sia Lee che Bach hanno rimarcato molte volte il concetto di unificazione e l'importanza che ha avuto la delegazione unita delle Coree. Poi il presidente del CIO ha ribadito le solite cose: giocare in pace, con fair play, niente doping ecc. Terminato il suo intervento, Bach come di consueto ha lasciato la parola al presidente Moon che ha aperto ufficialmente i XXIII Giochi Olimpici Invernali.
Segmento pace
Ritornano i bambini recanti una fiaccola (ovviamente elettrica) che tramite un “passaparola” fanno accendere le fiaccole di molti altri volontari fino a realizzare due grandi colombe; al centro quattro cantanti sud coreani intonano Imagine e nemmeno qui i cronisti sono riusciti a tacere (sebbene Mieli abbia cercato di far star zitto Bragagna, ma senza successo). E mentre i cantanti continuavano con la canzone, le due colombe si sono fuse dando vita a una sola che poi, con l'ingresso di altri volontari dotati di luci, si è illuminata. Superfluo dire che è stato il momento più toccante di tutta la Cerimonia.
Terminato l'inno è stata la volta del giuramento dei 3A (atleta, allenatore, arbitro) che per la prima volta è stato pronunciato assieme; anzi solo uno di loro, l'atleta, l'ha fatto mentre gli altri due si sono limitati a enunciare la propria rappresentanza (“In nome di tutti gli arbitri/allenatori”). Forse è stata una scelta attuata dal troppo freddo? Beh di certo la fretta del ragazzo nel voler pronunciare il giuramento era visibilissima. Ma dopotutto, si può capirlo.
Giunti quasi in chiusura cosa manca? Ovviamente lei, la fiamma olimpica. Ed ecco allora partire il video del viaggio della torcia dalla sua accensione a Olimpia fino a PyeongChang (è stata portata pure sott'acqua e in volo da un drone, nonché da vari robot) e al suo ingresso nello stadio. Anche tra i tedofori c'è stata una sorpresa perchè le ultime due sono state una coppia formata da una sud coreana e da una nord coreana. Ma sono state loro ad accendere il tripode? Se non volete saperlo, fermatevi qua, chiudete gli occhi e chiudete la pagina web. ORA!
Per tutti gli altri proseguirò normalmente.
Però parliamo del tripode prima, giusto per creare la suspance; ebbene devo ammettere che ci ha sorpreso con la sua forma così futuristica ma al contempo familiare, quasi da focolare domestico: è come se avessero inserito a forza nel braciere di Torino un gigantesco pentolone, proprio come quello di Rio. E l'effetto finale è stupefacente. Veniamo a noi.
Chi lo ha acceso? Ebbene non sono state le due coreane, bensì la campionessa olimpionica di pattinaggio Yu-na Kim, che oltre a essere brava è pure bella. Dopo un breve spettacolino di pattinaggio, si è fatta passare la torcia tremando dal freddo (era a gambe scoperte) con i brividi visibili a chilometri, si è avvicinata a una scultura simile a dei cristalli di ghiaccio a cui ha dato fuoco e da cui è fuoriuscita una struttura meccanizzata che è andata ad accendere il braciere. Stupefacente! Benchè quel marchingegno sia poco elegante.
Per concludere la Cerimonia, i coreani hanno puntato su un balletto super mega sincronizzato (risultato eccellente) e giochi pirotecnici sia dentro che fuori lo stadio.
E finisce così questo nostro riassunto. È stato un vero peccato per il continuo parlottio dei cronisti (che nelle passate edizioni non era così presente) che ha rovinato la Cerimonia, sebbene già di per sé non sia stata del tutto emozionante.
Se voleste rivederla, potete andare sul sito della RAI (raiplay), ma vi consigliamo di togliere l'audio.
Vi ricordiamo inoltre che se voleste, potete commentare le Olimpiadi assieme a noi con l'ht #pchan2018 e segnalarci l'atleta che ritenete più figo con #fregnolimpico per i ragazzi e #gnoccaolimpica per le ragazze.
Questo è tutto!
A presto!