Les jeux sont fait!
Tutto ebbene inizio nel 2015 quando cinque città inviarono la propria candidatura: Amburgo (21 marzo), Parigi (23 giugno), Budapest (luglio), Roma (11 settembre) e Los Angeles (in settembre). Ricordatevi questo numero: CINQUE.
Non vi sto a dire come funziona il processo di candidatura, perché è lunga la storia; per farla breve ci sono delle fasi da seguire: inviare il dossier col progetto, diversi sopralluoghi delle città e poi riunioni col CIO fino alla decisione finale. So che detta così sembra facile, ma l'iter dura due anni, durante i quali i vari comitati organizzatori si devono giocare il tutto e per tutto.
Dopo nemmeno due mesi dalla new entry californiana in lontananza iniziarono a sentirsi i primi tuoni e il rumore delle crepe che cominciavano a formarsi sui desideri dei fan Cerchiati. Il primo di questi scricchiolii giunse dalla fredda Germania in una tetra domenica di novembre: il 21 per la precisione. In quel giorno i tedeschi dissero NO alle Olimpiadi tramite un referendum e, con molto rammarico di Bach, la prima delle cinque se ne andò.
Poi arrivò Capodanno, nuovi e buoni propositi? Non per gli Italiani con le amministrative alle porte. In particolare per noi appassionati le elezioni comunali di Roma sono state il terrore nero, lo spauracchio. La seconda crepa. E difatti col cambiamento della giunta, la candidatura italiana andava a puttane (per colpa di stupidi comportamenti infantili?). Così dicevamo “ciao ciao” anche a Roma 2024... e rimasero in tre. Poi stop...il silenzio più totale, il nulla... Il CIO continuava i suoi sopralluoghi, i comitati organizzatori delle tre città facevano pressing mediatico, ci sono stati i mondiali di nuoto e atletica e le solite cose. È trascorso un'altro inverno e si sa: botti a Capodanno, botti tutto l'anno. Boom! Il 22 febbraio scorso il governo Orban ha ritirato la candidatura per Budapest. Dunque, ricapitoliamo, vi va? Da marzo-settembre 2015 erano in 5, post febbraio 2017 la corsa è rimasta a 2: Parigi e Los Angeles. A questo punto chiunque potrebbe giustamente pensare: beh, ora che i membri del CIO dovranno scegliere tra due sarà più facile; d'altronde è già successo a Kuala Lumpur nel 2015 per i Giochi Invernali del 2022 (Pechino vs Amanty, vinse Pechino). E invece no.
Con il dietrofront dei budapestiani (complici le ritirate di Stoccolma, Oslo e Leopoli proprio per i Giochi del 2022), il Comitato Olimpico ha iniziato seriamente a temere per il futuro delle Olimpiadi, rimanendo dispiaciuto (e scioccato) per lo «scarso interesse manifestato (...) per ospitare i giochi olimpici, che offrono certo grande visibilità ma comportano anche sforzi economici e organizzativi non indifferenti» (da Il Post). Ho voluto sottolineare quelle parole per dare più peso all'ovvietà: sforzi economici non indifferenti... ma va? Davvero mr. Bach? Ma dai! Il mondo non sapeva che ci fossero dei costi per ospitare i Giochi: solo quelli di Pechino nel 2008 costarono 30 miliardi di euro e a Sochi addirittura 40, spiccioli no? E ora si sveglia dicendo che «il processo di selezione è diventato troppo costoso e difficile – continuando - [nonché] oneroso per le città candidate e in questo modo si concepiscono solo troppi perdenti» (non nel senso di sfigati, ma è riferito al poco interesse per le Olimpiadi e al dispiacere per i molti appassionati). Ma è serio? Mi sembra leggermente ipocrita da parte sua. Naturalmente io non cado dal pero; sono anni che i media e l'opinione pubblica (anche quella più becera) si lamentano per gli ingenti costi e per la deriva “capitalista” che ha assunto il Comitato; perciò è alquanto normale che molte Nazioni si rifiutino di ospitare le Olimpiadi, specie se il progetto non prevede un piano di rientro finanziario ben strutturato e un futuro concreto per gli impianti, che in molti casi sono lasciati in stato di abbandono. Oltretutto una bella fetta dei ricavi dei biglietti, sponsor ecc vanno a finire nelle casse svizzere di Losanna, soldi “persi” per risanare l'economia.
Queste ragioni, a cui si aggiunge il timore per una mancata ricandidatura nel 2021 da parte della città sconfitta, ha portato il CdA del Comitato Olimpico (1) a decidere nei primi giorni di giugno di assegnare i Giochi del 2024 e 2028 a Parigi e a Los Angeles, rimettendo però a quest'ultime la scelta finale. In pratica il CIO ha detto: vincete entrambi ma decidete voi, lavandosene le mani. Ovviamente nessuna delle due contendenti ha voluto cedere il posto all'altra, data la posta in gioco. Alcuni siti e giornali (americani e non) hanno scritto che il comitato californiano era fin dall'inizio aperto alla possibilità di attendere il 2028; mentre la Francia ha mantenuto la linea dura, andando dritta per la sua strada. La prima affermazione non è del tutto vera, perché come si evince dalle parole di Casey Wasserman (capo della delegazione statunitense), gli americani non avrebbero chinato la testa facilmente e non a gratis.
Per quanto riguarda la Francia, bisogna dire i Galletti hanno avuto delle motivazioni alquanto convincenti per non mancare l'appuntamento col 2024. Dopo le tre sconfitte per le Olimpiadi del 2008-2012-2020, Parigi era decisa a non ottenere un ulteriore delusione e molto probabilmente non si sarebbe ripresentata nel 2021. In secondo luogo Tony Estanguet, co-presidente del comitato Paris2024, ha affermato che sarebbe stato impossibile conservare gli accordi ottenuti per la 33esima edizione anche per i successivi quattro anni (si tratta di terreni, impianti, partenariati) (2). Che sia da credergli? Boh, non sono esperto, ma diciamo che non è una giustificazione totalmente insensata. A ciò va' aggiunto l'importanza dell'anno: le XXXIII Olimpiadi cadono esattamente un secolo dopo l'ultima edizione parigina. Da ultimo, per aumentare il peso della propria candidatura e seguendo l'esempio del Giappone, i Galletti si sono candidati a ospitare i Mondiali di rugby del 2023 in una splendida duplice mossa. Il binomio Rugby-Olimpiadi garantirebbe alla Francia una chance in più nell'aggiudicarsi i campionati (l'annuncio è previsto per il novembre p.v.) e se dovesse vincere, i Mondiali rappresenterebbero un primo “rimborso” (parziale ovvio) dei Giochi. Ma proseguiamo con la cronologia.
Senza più Budapest tra i piedi e con la vittoria assicurata, il testa a testa tra le due candidate cities si è fatto più duro, finché l'11 luglio il sindaco di Parigi Anne Hidalgo e quello di Los Angeles Eric Garcetti hanno firmato il “patto tripartito” con Losanna, che poi è stato elegantemente definito “Win-Win-Win” o come l'ho ribattezzato io “il patto Win for Money”. Ma non vi era nulla di ufficiale. Al 31 luglio si sapevano solo due cose: che un'intesa era stata raggiunta e, in via ufficiosa, anche la selezione delle due edizioni.
L'ufficializzazione dell'accordo è avvenuta , come dicevo all'inizio, solamente 22 ore fa a Lima alla presenza di tutti i membri del CIO, riuniti in sessione plenaria.
Ladies and gentlemen, it is my great honor to announce that the International Olympic Committee has simultaneously selected the host city of the Games of 33rd Olympiad, 2024, and the host city of the Games of the 34th Olympiad, 2028 — Paris 2024, Los Angeles 2028.
Con queste parole il presidente del CIO, Thomas Bach, ha formalizzato la firma del patto. Di seguito troverete il video con la conferenza stampa (QUI su Periscope):
Ricordate quando vi ho detto che non avrebbero chinato la testa for free? Ebbene il CIO ha dovuto garantire dei sostanziosi benefici all'USOC (3) per garantire il proseguo dei Giochi. Nello specifico si tratterebbe di un finanziamento di 2 miliardi di dollari, che Losanna sborserebbe per le Olimpiadi californiane in sponsor e trasmissioni mediatiche (broadcast). In più la città avrebbe una maggior flessibilità nella vendita dei partenariati locali e nazionali di quei settori che risultano indeboliti dagli sponsor del CIO (esempio banalissimo: American Express e la Visa, partner ufficiale). Come spiegato in un articolo del Los Angeles Times, solitamente i contributi del Comitato non vengono versati prima di due anni dall'inizio ufficiale delle Olimpiadi e servirebbero come “eredità” una volta che la Fiamma si è spenta. In questo caso, invece, la “città degli angeli” ha ottenuto di ricevere 180mln (sempre dollari) come anticipo immediato, una somma che dovrebbe coprire le spese del comitato organizzatore. A quei 180mln se ne accorperebbero altri 160 da impiegare per gli sport giovanili in tutta la città. Tenendo presente che il costo totale per organizzare i Giochi è stimato sui 5,3 miliardi, direi che si sono giocati bene la partita!!! Praticamente circa la metà li pagherebbe il CIO! E come se non bastasse, gli Americani sono riusciti a far rinunciare ai funzionari olimpici qualsiasi tipo di introiti, salvando così milioni e milioni.
In tutto questo Parigi non è certamente rimasta a fare la fessa alla festa: infatti otterrà 1,7 miliardi di bei dollaroni sempre in sponsor e broadcast. Se ci fossero altri benefici, per il momento, non mi è dato sapere.
Perciò riassumiamo.
Nel 2015 partirono in 5, poi alcune Nazioni (nel senso dei popoli, anche se per Roma si sa che la cosa è andata diversamente) hanno ritirato la candidatura per motivi economici rimanendo in tre fino al febbraio 2017, ossia sette mesi prima della selezione. Eliminata anche Budapest, invece di fare una gara a due, in marzo si è fatta strada la proposta di assegnare i Giochi del 2024 e 2028 alle uniche rimanenti: Los Angeles e Parigi. A giugno questa decisione è stata approvata dal CdA olimpico, garantendo così un futuro limpido e solido per le Olimpiadi (almeno per 10 anni), rimettendo alle due delegazioni la scelta temporale. In luglio i due sindaci e mr. Bach hanno firmato il “Patto Win for Life” a Losanna dietro pagamento di sostanziosi finanziamenti e ieri, 13 settembre, l'accordo è stato ratificato dal CIO in sessione plenaria a Lima. Morale della favola? Los Angeles si è comprata i Giochi! Potrei dire lo stesso di Parigi, se non fosse che tra giugno e luglio si dava quasi per scontata la vittoria francese.
Ora, non so voi, ma questa cosa mi ha fatto incazzare parecchio! Non solo perché si è visto pienamente il carattere “capitalistico” (uso questo termine anche se non lo apprezzo molto) del CIO, ma anche perché in questo modo si impedisce ad altre città di candidarsi nel 2021, venendo a perdersi il gusto della sfida. Senza contare che quei soldi potevamo beccarli noi; anche se, piuttosto che attuare quel progetto, è meglio che sia andata così.
E voi cosa ne pensate?
Alla prossima con altre notizie!
Note:
1 In francese Commision Exécutive du CIO, in inglese IOC Executive Board. Per saperne di più cliccate qui.
2 Qui la fonte.
3 United States Olympic Committee.