Il riassuntone di inizio anno
Di notizie in questi ultimi mesi ne sono arrivate tante e ancora molte ne dovranno giungere allorché non tutti i Paesi hanno selezionato il proprio rappresentante; difatti noi dovremmo aspettare fino a febbraio per scoprire il vincitore del Festival di Sanremo. Non è ancora iniziato e già ne abbiamo le palle piene con tutti 'sti promo. Chiusa parentesi.
Prima di proseguire, una curiosità. Un fan, nel post ufficiale dell'Eurovision, ha fatto notare come tale slogan sia già stato usato in altri ambiti: si tratta infatti del nome di uno spettacolo di Disney on Ice e fu anche il titolo della colonna sonora delle Olimpiadi di Sydney del 2000, cantata da Olivia Newton-John e John Farnham. Perciò anche a livello di fantasia, zero proprio.
Si potrebbe dire lo stesso per il logo della 64esima edizione, ma per non risultare troppo “pesanti” concediamo il beneficio del dubbio agli organizzatori. Il simbolo scelto è infatti una stella a cinque punte (e non sei...?) ed è rappresentata graficamente da tre triangoli di cui uno reso come un neon.
Vediamo quindi come si genera questo logo.
Una stella a cinque punte... Ma, sembra solo a noi o in realtà le punte sono sei? Forse non sappiamo più contare, eppure non pare sia un vero pentacolo. Che pure questo sia solo un caso? Mmm forse qui gatta ci cova. Se, e ripetiamo SE, non fosse una casualità (e non siamo gli unici a pensarlo), dovremmo assolutamente fare i complimenti agli organizzatori e ai grafici per questa astuzia. È genialmente diabolica... in senso buono ovviamente. Molto ben congegnata. Non possiamo invece affermare lo stesso per il design del palco. Ripetendo una formula adottata già l'anno scorso, anche per la prossima edizione non vi sveleremo l'anteprima della scenografia; lasceremo a voi lettori questa discrezione, inserendo in calce il link della foto. Ciononostante bisogna ammettere che non si capisce molto bene come sia stato concepito, perché d'accordo si vede il palco e la copertura ma il concept non è molto chiaro. E dai commenti lasciati sul sito dell'Eurovision, siamo contenti di non essere soli. Un fan difatti scrive: “non ho riflettuto molto su quello portoghese finché non ho letto ciò che rappresentava, solo allora ho incominciato ad apprezzarlo. Forse se potessimo avere una spiegazione?”. E come dargli torto? Difatti per l'edizione lusitana e, se non sbagliamo, anche per quella ucraina Florian Wieder diede una giustificazione in merito alle sue scelte. In questo caso invece lo staff dell'Eurovision non ha inserito nessuna nota sul sito ufficiale. Speriamo che ci venga spiegato in futuro o che almeno vengano rilasciate altre foto da prospettive diverse. Un altro fan ha invece commentato il palco descrivendolo come la sintesi della bruttezza tra quelli di Baku 2012 e Stoccolma 2016, e altri gli han fatto notare (giustamente) che l'architetto/designer è sempre lo stesso da anni. Per questo ti rivolgiamo una domanda, caro lettore: secondo te, a lungo andare, le scenografie tenderanno ad assomigliarsi?
Penultima delle tre fatidiche, anzi quattro, pietre miliari che si rispettino dell'Eurovision sono i presentatori. Annunciati quattro giorni fa anche Israele, come già il Portogallo, punta su una star internazionale per poter avere più share e battere più cassa: stiamo parlando della modella Bar Rafaeli, 33 anni di pura “bonaggine” che in questi anni ha fatto molto parlare di sé, non solo per la relazione con Di Caprio ma anche per il suo arresto per frode fiscale (poi rilasciata) e un presunto matrimonio per evitare la leva militare. Insomma, la ragazza non si è fatta mancare nulla. Accanto a lei, diversamente dalla rassegna lusitana, la KAN ha scelto di schierare una coppia di uomini e un'altra donna (in modo da avere due coppie di differente sesso); questi sono: Erez Tal, Assi Azar e Lucy Ayoub. I primi due sono ormai conduttori veterani, mentre Lucy è una ragazza fuoriuscita dal Tubo (come va di moda adesso), la quale è diventata famosa grazie a una poesia recitata in un video e avente per argomento l'atteggiamento dei doganieri degli aeroporti. Da lì divenne prima una conduttrice radiofonica e poi una nota presentatrice. La Ayoub forse vi sembrerà familiare, perché è stata proprio lei che lo scorso anno sostituì lo storico annunciatore Ofer Nachshon nelle votazioni finali.
Il secondo motivo, sempre secondo noi, riguarda la polemica e le proteste avanzate dal ministro della Cultura Miri Regev (già nota) contro la ragazza, la quale ha fatto incavolare la ministra per aver salutato in arabo durante l'annuncio dei voti lo scorso maggio e non aver menzionato Gerusalemme. Per una leccapiedi di Netanyahu, strenua difensora della causa dell'Israele unito, quel saluto non è andato giù e pare la volesse fuori dalla televisione di stato. Visti i continui bracci di ferro tra il Governo e la KAN non sorprenderebbe se Lucy fosse stata scelta quale pedina in questo scontro.
Ciononostante, che la KAN abbia scelto questi due ragazzi anche per quelle motivazioni non solo non ci è dato saperlo, ma sopratutto ha poca importanza giacché, pare, Lucy e Assi saranno relegati nella green room, ossia da tutt'altra parte rispetto la sede principale (vedi qui), e quindi solo chi seguirà le serate in streaming sul Tubo potrà apprezzare la loro compagnia (solitamente le televisioni, specie la nostra, inseriscono la pubblicità in quei frangenti).
Per finire, manca solo il sorteggio delle semifinali per chiudere il quadro delle notizie in attesa delle tre giornate maggesi. L'estrazione è avvenuta ieri pomeriggio, alle 17.00 ore nostre (CET), in diretta dal Tel Aviv Museum of Art e a presentarla sono stati proprio Lucy e Assi, un bel fregno non c'è che dire ma borioso e con la stessa simpatia di un cactus (certe battute poteva risparmiarsele, come quella su Cipro). Nel caso non vi foste sintonizzati o non aveste seguito la nostra acida cronaca su Twitter (causata anche dalle suddette battute), ecco qua i risultati:
Torniamo al sorteggio. Anche per questa edizione Jon Ola Sand, a cui i due conduttori han dato il benvenuto dopo tipo mezz'ora dall'inizio della diretta, ha annunciato che ci sono state delle richieste da parte dei Paesi partecipanti: quest'anno è la volta della Svizzera, la quale ha chiesto (e ottenuto) di esibirsi nella seconda semifinale per questioni legate al palinsesto televisivo.
Ciò che però ha attirato più di tutto la nostra attenzione, sono state le dichiarazioni del sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai. Ecco cosa ha dichiarato, leggendo palesemente (e pure male) dal gobbo:
And by doing so, as the Jewish raise goals, next year in Jerusalem.
Dopo il discorso di Mr. Huldai, è stata la volta del vicesindaco di Lisbona, Duarte Cordeiro; è dal 2017 che il sindaco della città uscente non partecipa alla cerimonia. A parte ciò, nulla di rilevante dobbiamo evidenziare del discorso di Cordeiro, semmai l'unica pecca è stata la velocità con cui ha inserito il simbolo scelto dai portoghesi dentro al mega portachiavi, per poi consegnarlo al primo cittadino di Tel Aviv. È stato fatto tutto troppo velocemente e quasi in modo superficiale ed è un peccato perché la particolarità di questa cerimonia è proprio l'inserimento nel portachiavi di un'emblema diverso per ogni edizione, scelto dal Paese uscente. Vabbè peccato.
Queste dunque sono le ultime notizie succose della prossima edizione dell'Eurovision Song Contest. Non ci resta che attendere il 14 maggio per assistere alle prime performance e dare sfogo ai nostri commenti. Ora però dovremmo passare attraverso le serate del Festival di Sanremo: speriamo solo che non vinca una canzone lagnosa o insensata. Ah! Una cosa ancora. Forse non lo saprete, ma qualche pazzo, pare una nostra cantante, ha invitato Luisa Sobral, la sorella del gatto-attaccato-alle-palle vincitore del 2017, a partecipare quest'anno a Sanremo in un duetto e lei ha rifiutato. Motivazione? La Sobral odia e schifa l'Eurovision (e tutto il suo mondo) e non ci vuole più tornare, quasi già prevedesse una possibile vittoria sanremese. Parola d'intervista! Allora, tutti in coro le chiediamo: cosa cazzo ci sei andata a fare nel 2017, se ti fa tanto schifo? Tu e tuo fratello potevate restarvene a casa e così ci risparmiavate la lagna. Che poi, non contenta, ha gettato altra m**** sul Eurofestival dimostrando tutta la boria e arroganza, avente in comune con il fratello: “È normale che non si sia ripetuto [la vittoria]. Hanno avuto (le cantanti portoghesi dello scorso anno) anche la sfortuna di rappresentare il Paese dopo di noi, non perché noi siamo chissà chi, ma perché non è affatto facile succedere a qualcosa di rivoluzionario.” Viva la coerenza! Oltre alla superbia, anche molta ipocrisia. Infatti tempo un mese (la rinuncia a Sanremo è di novembre), in dicembre ha annunciato in un'altra intervista di aver inviato un brano scritto in italiano (vorremmo proprio leggerlo) alla commissione di Sanremo, la quale non le ha ancora risposto e quindi non si sa se sia stato accettato o rifiutato. Dato che a noi tanta superbia e tanta ipocrisia manda ai matti, ci auguriamo davvero che la commissione non abbia neanche aperto la mail o la busta con il testo della canzone, ma l'abbia cestinato direttamente. La Sobral infatti non si meriterebbe un simile “privilegio” visto che, come lei stessa ha affermato, non ha nessuna intenzione di tornare all'Eurovision; e allora perché rischiare di avere in finale un suo testo? Ipocrisia o tanta confusione mentale? Mah. Se c'è qualcuno che avrebbe molto più diritto a partecipare, è Nathan Trent il rappresentante austriaco del 2017 con madre italiana, anzi triestina, il quale dichiarò che il suo sogno è proprio di partecipare alla rassegna sanremese. Ci vorrebbe un giovane simile per svecchiare quel programma!
Questo è quanto. Vi ringraziamo per esser stati svegli fin qua e per aver resistito alla nostra acidità e ai nostri sfoghi, ma quando ci vuole ci vuole!
Ci risentiamo in maggio!
SPOILER FOTO PALCO
Fonti: Eurovision.tv, Eurofestival News, Haarez.com.