Un degno omaggio al suo creatore
Allora, da dove iniziare?
Be' prima di tutto dalla storia cinematografica di questo film. Come è successo a molti altri, il Covid nel 2020 ha segato le gambe anche a questa attesissima trasposizione. Infatti sarebbe dovuta uscire nelle sale l'anno scorso in febbraio, ma a causa di questo virus maledetto e la conseguente chiusura dei cinema, venne prima posticipato e poi cancellato. Perciò è approdato direttamente in DVD e streaming su Amazon Prime. In linea di massima è ciò che successe anche a Mulan, eccetto che la Disney aveva già programmato di lanciarlo sulla sua nuova Disney+, dato che speranze di portarlo al cinema non ce n'erano.
Per quanto riguarda la storia di Lupin III – The First, è inutile star qui a cincischiare: è dannatamente emozionate! Se sei un fan del ladro gentiluomo e della sua banda di scalmanati, lo amerai a occhi chiusi! È A-S-S-I-C-U-R-A-T-O! Però... sì c'è un però, c'è qualche pecca.
Con questa trasposizione gli autori della TMS (l'emittente nipponica che da annorum realizza il franchising di Lupin) hanno alzato il tiro un po' troppo; hanno osato davvero tanto, andando alla cieca (si tratta del primo film su Lupin in questa tecnica) e il risultato è indefinito. Premetto che quando viene fatta una trasposizione (specie di un'opera che adoro) son sempre moooolto restio e diffidente, perché 8/10 la cannano. Ciò si deve al fatto, principalmente, che la computer grafica 3D spesso non riesce a ricreare i lineamenti e le dinamiche dei disegni (per esempio dettagli dell'aspetto fisico, vedi i capelli). Tali remore le ho avute anche per Asterix e il Regno degli Dei, riuscendo però ad apprezzare questa tecnica e a rivalutarla nel successivo Asterix e il segreto della pozione magica. The First, invece, è un miscuglio: da un lato le ambientazioni e i veicoli sono ricreati in un modo incredibilmente realistico, da togliere il fiato per quanto sembrino veri; dall'altro però vi sono ancora degli errori nei movimenti di certi personaggi, che appaiono poco fluidi e plastici: un esempio lo si vede nei corpo a corpo, quando una persona viene sollevata e scagliata lontano non c'è quella velocità e dinamicità che invece si notano nei “cartoni” (anime!) o nei film normali. Forse sarebbe stata necessaria una maggior attenzione su questi particolari, concedendo più tempo ai progettisti.
Veniamo al cast. Fortunatamente il doppiaggio dei nostri 5 eroi è stata affidata alle loro voci ufficiali ormai già collaudate da anni (per maggiori info, vedi Lupin III – Ritorno alle origini): Stefano Onofri è Lupin III; Alessandro M. D'Errico è il fido Jigen; Antonio Palumbo presta la voce al mite Goemon Ishikawa XIII; la bella Fujiko è impersonata da Alessandra Korompay e Rodolfo Bianchi è l'inflessibile Zenigata. A loro si sono poi aggiunti Franco Zucca nel ruolo di Lambert (già voce di Rancorix in Asterix e il segreto della pozione magica), Joy Saltarelli in quello di Laetitia (ha all'attivo svariati doppiaggi, tra cui Puffetta ne I Puffi – Viaggio nella foresta segreta; Iduna in Frozen II e Tyene Sand ne Il Trono di Spade) e Lorenzo Scattorin nei panni di Gerard (voce di Sanji nei film di One Piece; di Ken il Guerriero nei suoi film; di vari personaggi in Detective Conan; di Thanatos ne I Cavalieri dello Zodiaco - The Lost Canvas e de La Volpe nei giochi di Assassin's Creed). Sulle voci quindi nulla da dire, tutte al 100% adeguate e azzeccate. Parlando dei personaggi, non ho apprezzato il quasi mutismo di Goemon: d'accordo che anche nelle serie animate parli poco, ma arrivare a fornire 5 battute di numero (le puoi contare sulle dita) mi sembra eccessivamente assurdo! Anche la resa di Fujiko non mi ha entusiasmato parecchio; siamo stati abituati a vederla ritratta sempre in maniera diversa, però non so, in questa forma non mi convince; forse è troppo ragazzina, troppo bambolina... boh. Inoltre alcune pronunce italiane sono sbagliate, come il nome dell'associazione nazista Ahnenerbe a cui viene sempre tagliata la “E” finale.
Ciononostante, possiamo definire questo film un vero ritorno alle origini giacché la storia è ambientata negli anni '60, cioè in linea con la prima serie dei manga e (in parte) con la prima serie animata. C'è da dire però che qui i protagonisti appaiono visibilmente più giovani e ciò mi ha sorpreso e divertito tantissimo. Infatti Lupin sembra un ragazzino ventenne o poco più; Jigen e Goemon invece sembrano un po' più maturi ma di pochissimo, o quanto meno sembrano volerlo apparire in quel modo (che poi Jigen è coetaneo di Lupin). L'unico in linea con la propria età (e con la prima serie) è Zazà. Ho trovato anche molto divertente il fatto che, benché alcune scene siano ambientate a Parigi, ci siano sempre di mezzo le auto della polizia giapponese. È buffo, ma totalmente adatto.
Infine una piccola nota a margine, ma non per questo meno importante. Il film uscì in Giappone nel dicembre 2019, ossia otto mesi dopo la scomparsa dell'autore e papà di Lupin: Monkey Punch (per il video vedere QUI). Stando a quanto riferito dal produttore Takeshi Ito (n-cg), era uno dei sogni dell'autore quello di vedere il suo Lupin in 3D. Per commemorare la memoria e il rispetto verso questo grandissimo mangaka, i produttori hanno inserito nei titoli di coda una sua citazione del luglio 2017, che pressapoco suona così:
Quindi vabbè, se sei un fan dovresti averlo già visto; se non lo sei invece ti consiglio davvero di vederlo perché al di là delle minuzie, è molto ma molto bello!
Buona visione!
Valutazione finale: 😋😋😋😋
P.S.: Ai ragazzi di HRS che hanno realizzato i sottotitoli, traducendo le frasi in giapponese vorrei dire solo una cosa: TAGLIATEGLI LA TESTA!!! Dovete solo vergognarvi per aver tradotto il nome dell'autore Money Punch! Ciò dimostra che non avete idea di chi sia e forse non avrete mai nemmeno visto Lupin! Che poi questo può anche passare, ma minchia una controllata rapida su Google la potevate dare! Che imbarazzo.
P.P.S: probabilmente visto l'enorme successo del manga/anime, Netflix ha prodotto una serie intitolata proprio Lupin, che però non ha nulla a che fare con il pesonaggio creato da Monkey Punch... almeno direttamente. Infatti il protagonista di questa serie è un uomo che, per vendicare il padre, decide di emulare le prodezze di Arsenio Lupin, il ladro descritto da Maurice Leblanc e a cui Monkey Punch si ispirò per il suo personaggio. La storia, quindi, è totalmente diversa.