Ore 23.50 (del 7/8). Ho appena terminato l'ultima fatica di Mr. Cooper; o almeno credo sia l'ultima, visto che ne sforna uno all'anno (seriamente, ma come fa?). Seguendo una nota tradizione dell'editoria italiana, NORD ha scelto di non tradurre letteralmente il titolo, scegliendone invece uno fuorviante: Il segno della croce. L'originale, d'altro canto, è alquanto allusivo: The Quantum Priest, il prete “quantistico” (o quantico).
La trama del romanzo è molto affascinante. Anni '70. Un gruppo di esploratori appartenenti a una antica organizzazione raggiunge la camera segreta contenente reperti inestimabili. Quando aprono la cassaforte di bronzo si trovano davanti un oggetto dai poteri immaginabili. Cambridge, giorni nostri; Calvin Donovan, professore alla Divinity Hall di Harvard noto per i suoi scritti teologici, è assunto dalla Santa Sede per svolgere delle indagini riguardanti un prete abruzzese che da tempo è afflitto da strani dolori. L'incontro e il dialogo tra i due uomini segneranno profondamente le loro vite, tanto da coinvolgerli in un complotto criminale ordito dall'atavica organizzazione, sopravvissuta fino a oggi.
Dopo aver letto 11 libri di Cooper ormai è diventato alquanto palese il suo schema narrativo (molto simile alla saga di Robert Langdon di Dan Brown), nonché la sua fonte d'ispirazione: James Bond. I suoi protagonisti sono infatti sempre una coppia formata da un uomo e una donna, che si incontrano casualmente e rimangono legati per affinità lavorative e/o di altro genere. L'attore principale è sempre un americano (neanche dirlo) o anglosassone invischiato in qualche ricerca che lo porterà ad incontrare la partner, la sua Bond girl, di cui ovviamente si innamorerà. Anche in questo caso la situazione è la stessa. Questo romanzo tuttavia ha una peculiarità in più: è possibile infatti considerarlo un mix tra altri due libri pubblicati in precedenza, ossia Il calice della vita e La porta delle tenebre. Dal primo riprende il filone religioso, i luoghi e la natura dell'oggetto ricercato (sebbene sia diverso); dal secondo invece alcune teorie scientifiche molto intriganti, come quella dell'entanglement quantistico o correlazione quantistica (da cui il titolo originale). Continua quindi l'accostamento e l'interazione tra religione e scienza attraverso la spiegazione della prima nella seconda e viceversa.
Nonostante questa “ripresa”, che a molti lettori non è piaciuta, il mio parere è positivo: la storia è avvincente ed è apprezzabile la perizia dello scrittore nel chiarimento dei fenomeni scientifici e della storia degli oggetti descritti. Non volendo fare spoiler, cercherò di rimanere sul vago. Pur non essendo un amante delle storie incentrate sulla religione e sul cristianesimo, ho gradito soprattutto il modo in cui i potenti reperti interagiscono tra loro, nonché lo sviluppo fantasioso della loro storia, sebbene ci sia qualche errore. Caro Mr. Cooper Napoleone non divenne imperatore alla fine del XVIII secolo e per di più del Sacro Romano Impero (Germanico), che anzi abolì. Male male...
Tornando ai reperti, di uguale interesse ho trovato il modo in cui le persone vengono in contatto con essi e le conseguenze manifestatesi dopo il tocco. La peculiarità non sta solo nella rivelazione del potere, ma anche nel significato cui si attribuisce: a seconda delle convinzioni religiose del lettore, lo stesso può avere due differenti interpretazioni, accettabili entrambi.
Poiché all'inizio ho menzionato il Vaticano, vi posso anticipare che all'interno della storia compare anche un papa. Naturalmente come molti scrittori, Cooper ha usato il classico metodo narrativo di inserire nomi inventati, per quanto il tempo descritto sia il nostro presente. Tuttavia l'autore ha in questo caso assimilato due figure reali: il pontefice qui descritto, ha infatti dei tratti distintivi molto simili a Bergoglio e lo stesso vale col predecessore. L'ho trovato davvero curioso, perché è un espediente che non sempre è possibile percepire nei romanzi, almeno non in maniera così preponderante.
Ciò che invece non ha incontrato il mio gradimento, sono tre falle che non hanno una spiegazione plausibile. La prima di queste è l'introduzione. L'incipit è accattivante, ma non si capisce come le conseguenze delle azioni di un personaggio riguardo a uno degli “oggetti” preziosi influenzino la trama; personalmente ho creato un collegamento con la chiesa croata, ma se così fosse esso non viene chiarito. Al contrario, se così non dovesse essere, allora l'intero passo dell'introduzione appare oscuro e superfluo. Allo stesso modo non viene approfondito il dialogo tra Rahn e Pio e non è spiegato perché questi venga considerato un impostore. Il fatto che Cooper non approfondisca tali situazioni, non fornendo delucidazioni adeguate è destabilizzante in quanto lascia il lettore con molti dubbi irrisolti. L'ultima delle falle riguarda la sequenza della sala di controllo dell'aeroporto, che reputo totalmente inutile; non è un errore, però personalmente non ha importanza ai fini della storia; se saltaste quel paragrafo, la storia non verrebbe stravolta.
Devo ammettere che pur non amando i libri incentrati sulla fede, non mi dispiacerebbe se questo libro fosse il primo capitolo di una trilogia; così come sarebbe curioso un crossover con Il calice della vita con le due storie che si intrecciano. Staremo a vedere.
Per ora non mi e ci resta che aspettare il nuovo romanzo, che è in fase di pubblicazione.
Buona lettura a tutti e a presto!
Dopo aver letto 11 libri di Cooper ormai è diventato alquanto palese il suo schema narrativo (molto simile alla saga di Robert Langdon di Dan Brown), nonché la sua fonte d'ispirazione: James Bond. I suoi protagonisti sono infatti sempre una coppia formata da un uomo e una donna, che si incontrano casualmente e rimangono legati per affinità lavorative e/o di altro genere. L'attore principale è sempre un americano (neanche dirlo) o anglosassone invischiato in qualche ricerca che lo porterà ad incontrare la partner, la sua Bond girl, di cui ovviamente si innamorerà. Anche in questo caso la situazione è la stessa. Questo romanzo tuttavia ha una peculiarità in più: è possibile infatti considerarlo un mix tra altri due libri pubblicati in precedenza, ossia Il calice della vita e La porta delle tenebre. Dal primo riprende il filone religioso, i luoghi e la natura dell'oggetto ricercato (sebbene sia diverso); dal secondo invece alcune teorie scientifiche molto intriganti, come quella dell'entanglement quantistico o correlazione quantistica (da cui il titolo originale). Continua quindi l'accostamento e l'interazione tra religione e scienza attraverso la spiegazione della prima nella seconda e viceversa.
Nonostante questa “ripresa”, che a molti lettori non è piaciuta, il mio parere è positivo: la storia è avvincente ed è apprezzabile la perizia dello scrittore nel chiarimento dei fenomeni scientifici e della storia degli oggetti descritti. Non volendo fare spoiler, cercherò di rimanere sul vago. Pur non essendo un amante delle storie incentrate sulla religione e sul cristianesimo, ho gradito soprattutto il modo in cui i potenti reperti interagiscono tra loro, nonché lo sviluppo fantasioso della loro storia, sebbene ci sia qualche errore. Caro Mr. Cooper Napoleone non divenne imperatore alla fine del XVIII secolo e per di più del Sacro Romano Impero (Germanico), che anzi abolì. Male male...
Tornando ai reperti, di uguale interesse ho trovato il modo in cui le persone vengono in contatto con essi e le conseguenze manifestatesi dopo il tocco. La peculiarità non sta solo nella rivelazione del potere, ma anche nel significato cui si attribuisce: a seconda delle convinzioni religiose del lettore, lo stesso può avere due differenti interpretazioni, accettabili entrambi.
Poiché all'inizio ho menzionato il Vaticano, vi posso anticipare che all'interno della storia compare anche un papa. Naturalmente come molti scrittori, Cooper ha usato il classico metodo narrativo di inserire nomi inventati, per quanto il tempo descritto sia il nostro presente. Tuttavia l'autore ha in questo caso assimilato due figure reali: il pontefice qui descritto, ha infatti dei tratti distintivi molto simili a Bergoglio e lo stesso vale col predecessore. L'ho trovato davvero curioso, perché è un espediente che non sempre è possibile percepire nei romanzi, almeno non in maniera così preponderante.
Ciò che invece non ha incontrato il mio gradimento, sono tre falle che non hanno una spiegazione plausibile. La prima di queste è l'introduzione. L'incipit è accattivante, ma non si capisce come le conseguenze delle azioni di un personaggio riguardo a uno degli “oggetti” preziosi influenzino la trama; personalmente ho creato un collegamento con la chiesa croata, ma se così fosse esso non viene chiarito. Al contrario, se così non dovesse essere, allora l'intero passo dell'introduzione appare oscuro e superfluo. Allo stesso modo non viene approfondito il dialogo tra Rahn e Pio e non è spiegato perché questi venga considerato un impostore. Il fatto che Cooper non approfondisca tali situazioni, non fornendo delucidazioni adeguate è destabilizzante in quanto lascia il lettore con molti dubbi irrisolti. L'ultima delle falle riguarda la sequenza della sala di controllo dell'aeroporto, che reputo totalmente inutile; non è un errore, però personalmente non ha importanza ai fini della storia; se saltaste quel paragrafo, la storia non verrebbe stravolta.
Devo ammettere che pur non amando i libri incentrati sulla fede, non mi dispiacerebbe se questo libro fosse il primo capitolo di una trilogia; così come sarebbe curioso un crossover con Il calice della vita con le due storie che si intrecciano. Staremo a vedere.
Per ora non mi e ci resta che aspettare il nuovo romanzo, che è in fase di pubblicazione.
Buona lettura a tutti e a presto!
Aggiornamento: modificata l'impaginazione. (Aggiornato il 22/12/2020)