Faggots Larry Kramer, Larry Kramer, recensione
Ieri sera ho finalmente terminato questo libro il cui titolo, Faggots, lo tradurremo in un secondo momento. Per adesso vediamo, come sempre, la trama:
All'età di 39 anni, Fred Lesmish è uno sceneggiatore di successo. Ha tutto ciò che può desiderare e finalmente ha un fisico con cui sentirsi a proprio agio. Ma sopratutto è un uomo gay che vive a New York. Allora perché non è soddisfatto della propria vita? Tra feste, drammi e avventure estive, Fred ci guiderà nei meandri della vita gaia newyorkese, alla perenne e disperata ricerca dell'Amore, della agognata stabilità emotiva e dell'impegno sentimentale sullo sfondo di una città che non ha ancora conosciuto la disgrazia dell'AIDS.
Cosa vuol dire faggot? Come forse già saprai (e se non lo sapevi, ora l'hai scoperto), è un insulto, una parolaccia, un'offesa nei confronti degli omosessuali che in italiano si potrebbe tradurre con “froc*o” o “finocchio”. E te penserai: ma allora è un libro contro i gay? No, perché l'autore, Larry Kramer (1935-2020), era lui stesso omosessuale.
Il libro, uscito nel 1978 pochi anni prima della scoperta dell'HIV, è semmai una critica, una condanna nei confronti del comportamento generale degli omosessuali dell'epoca, in particolare di quelli residenti a New York, con l'intento di risvegliarli e far capire loro che altri sono i valori e le ragioni per cui vivere. La cosa sorprendente, o forse sarebbe meglio dire sconcertante, è che in 44 anni gli atteggiamenti non sono cambiati quasi per nulla. Le avventure, i comportamenti, il totale menefreghismo verso l'altro in quanto persona e l'ossessione per il fisico descritti in questo romanzo li possiamo vedere anche oggi nella maggior parte degli uomini gay, sebbene l'AIDS e tutta la campagna sanitaria posta in atto dagli anni '80 in poi, ha certamente contribuito ad affinare la sensibilità e il raziocinio di molti. Detta brevemente: la scoperta di questo virus mortale ha certamente scosso le coscienze sul lungo periodo, attuando un pesante cambiamento nella mentalità della maggioranza delle persone (fortunatamente). Ma non è questo il luogo per parlare di un simile tema: rimando al film The Normal Heart, tratto da un'altra opera di Kramer e che, almeno in parte, proietta uno scorcio d'estate descritta nel libro e ciò che si poteva vedere negli anni '70 e '80.
Le tematiche presenti sono dunque, in primis, il sesso mooooolto promiscuo, libertino, fatto senza cognizione di causa e senza pensarci troppo, con tutte le sue pratiche perverse dispiegate in ogni modo; in secondo luogo l'assunzione pesante e il flusso abbondante di droghe. Di qualsiasi genere e forma, per la maggior parte farmaci presi in dosi industriali (anche il “valium”, tanto per capirci). In mezzo a tutto questo si staglia il protagonista, Fred Lemish, unico individuo D.F.B. (Drug-Free Body), ossia l'unico non drogato della narrazione, in perenne ricerca dell'Amore vero e della sistemazione. Kramer usa Fred come il suo occhio indagatore e inquisitore nel confronto di una società che, come si è detto, non aveva freni inibitori e la cui unica ossessione era la bellezza fisica, il sesso e la droga. Lemish vede tutto, prova (a volte con suo rammarico) tutto e critica profondamente tutto (e tutti). Nulla, ripeto, di diverso da ciò che si può vedere oggi con la sola differenza, ripeto di nuovo, che oggigiorno molti più uomini (senza distinzione di orientamento) hanno preso coscienza dei problemi che simili comportamenti promiscui possono avere e pensano di più, nella maggior parte dei casi, alla propria salute. Per quanto l'ossessione per la bellezza e la superficialità permangano.
Ci sono vari passi che possono essere tranquillamente trasposti ai giorni nostri, riflessioni e domande (alcune allarmanti come: “[succhiare] almeno è sicuro, non si può prendere nulla dalla bocca di un altro ragazzo, o sì?”) che calzano a pennello nella società odierna nei confronti degli uomini. Maschile plurale, perché Kramer non parla quasi mai delle lesbiche (ne cita solo una o due) né delle donne in generale (menziona due etero, che oggi definiremo frociarole1).
Cosa vuol dire faggot? Come forse già saprai (e se non lo sapevi, ora l'hai scoperto), è un insulto, una parolaccia, un'offesa nei confronti degli omosessuali che in italiano si potrebbe tradurre con “froc*o” o “finocchio”. E te penserai: ma allora è un libro contro i gay? No, perché l'autore, Larry Kramer (1935-2020), era lui stesso omosessuale.
Il libro, uscito nel 1978 pochi anni prima della scoperta dell'HIV, è semmai una critica, una condanna nei confronti del comportamento generale degli omosessuali dell'epoca, in particolare di quelli residenti a New York, con l'intento di risvegliarli e far capire loro che altri sono i valori e le ragioni per cui vivere. La cosa sorprendente, o forse sarebbe meglio dire sconcertante, è che in 44 anni gli atteggiamenti non sono cambiati quasi per nulla. Le avventure, i comportamenti, il totale menefreghismo verso l'altro in quanto persona e l'ossessione per il fisico descritti in questo romanzo li possiamo vedere anche oggi nella maggior parte degli uomini gay, sebbene l'AIDS e tutta la campagna sanitaria posta in atto dagli anni '80 in poi, ha certamente contribuito ad affinare la sensibilità e il raziocinio di molti. Detta brevemente: la scoperta di questo virus mortale ha certamente scosso le coscienze sul lungo periodo, attuando un pesante cambiamento nella mentalità della maggioranza delle persone (fortunatamente). Ma non è questo il luogo per parlare di un simile tema: rimando al film The Normal Heart, tratto da un'altra opera di Kramer e che, almeno in parte, proietta uno scorcio d'estate descritta nel libro e ciò che si poteva vedere negli anni '70 e '80.
Le tematiche presenti sono dunque, in primis, il sesso mooooolto promiscuo, libertino, fatto senza cognizione di causa e senza pensarci troppo, con tutte le sue pratiche perverse dispiegate in ogni modo; in secondo luogo l'assunzione pesante e il flusso abbondante di droghe. Di qualsiasi genere e forma, per la maggior parte farmaci presi in dosi industriali (anche il “valium”, tanto per capirci). In mezzo a tutto questo si staglia il protagonista, Fred Lemish, unico individuo D.F.B. (Drug-Free Body), ossia l'unico non drogato della narrazione, in perenne ricerca dell'Amore vero e della sistemazione. Kramer usa Fred come il suo occhio indagatore e inquisitore nel confronto di una società che, come si è detto, non aveva freni inibitori e la cui unica ossessione era la bellezza fisica, il sesso e la droga. Lemish vede tutto, prova (a volte con suo rammarico) tutto e critica profondamente tutto (e tutti). Nulla, ripeto, di diverso da ciò che si può vedere oggi con la sola differenza, ripeto di nuovo, che oggigiorno molti più uomini (senza distinzione di orientamento) hanno preso coscienza dei problemi che simili comportamenti promiscui possono avere e pensano di più, nella maggior parte dei casi, alla propria salute. Per quanto l'ossessione per la bellezza e la superficialità permangano.
Ci sono vari passi che possono essere tranquillamente trasposti ai giorni nostri, riflessioni e domande (alcune allarmanti come: “[succhiare] almeno è sicuro, non si può prendere nulla dalla bocca di un altro ragazzo, o sì?”) che calzano a pennello nella società odierna nei confronti degli uomini. Maschile plurale, perché Kramer non parla quasi mai delle lesbiche (ne cita solo una o due) né delle donne in generale (menziona due etero, che oggi definiremo frociarole1).
Why do faggots have to fuck so fucking much?! … It's as if we don't have anything else to do ... all we do is live in our Ghetto and dance and drug and fuck … there's a whole world out there! (…) I'm tired of using my body as a faceless thing to lure another faceless thing. 2
Naturalmente questo libro all'epoca venne ampiamente criticato all'interno della nascente comunità LGBT e gay nello specifico (ricordo che Stonewall successe solo 8 anni prima), non con lo scopo primario voluto da Kramer, cioè scuotere le persone e risvegliarle da una vita superficiale (tema che poi sarà ripreso in The Normal Heart e che sarà al centro di tutto il suo lavoro da attivista nel più ampio discorso del pericolo dell'HIV e del sesso non protetto), bensì perché recepito come un insulto, uno sfregio da un omosessuale contro altri omosessuali. Che, guarda caso, è la stessa cosa che accadrebbe oggi: posti davanti a un testo simile (o a una conferenza o a una tavola rotonda etc...), un uomo gay si indignerebbe senza nemmeno prendersi la briga di riflettere sulle “tesi” scritte.
Ma veniamo ora ad analizzare meglio l'opera. Per farlo bisogna considerarla sotto due aspetti: il primo quello del contenuto; il secondo quello della forma stilistica e della grafia in generale.
Per quanto riguarda il primo, devo dire che la storia è davvero interessante perché traccia sia geograficamente che storicamente la vita dei gay newyorkesi degli ultimi anni '70. Faggots in pratica segue le vicende quotidiane di un gruppo di persone tutte collegate, direttamente o indirettamente, al protagonista. In realtà chiamarlo “protagonista” è forse una forzatura, perché è vero che il suo personaggio viene analizzato e descritto maggiormente rispetto agli altri, però l'autore pone sotto i riflettori anche altri uomini con una certa posizione sociale: in breve si può dire che Kramer analizzi vari componenti della società, dai più benestanti ai più miseri o a coloro che si affacciano appena al mondo lavorativo. Tuttavia la sua preferenza volge alle persone che nel lavoro ce l'hanno fatta.
Bisogna precisare un fattore: non troverai una singola data, un giorno, che ti possa far intuire quando si svolge... tranne eventi. L'autore descrive un famoso incendio che ricoprì le prime pagine dei giornali il 25 Maggio 1977 e che lui, certamente, avrà visto e/o di cui avrà sentito parlare in prima persona (e che riporta pure male: i giornali parlano di 9 morti, lui ne riferisce solo 7). Tuttavia, non lo descrive oggettivamente bensì facendolo vivere ad alcuni suoi personaggi e comunque in maniera frettolosa. L'altro dato significativo è il weekend del Memorial Day, la festa per commemorare i soldati delle forze armate cadute per la patria. Lo menziona in lungo e in largo. Eppure anche con questi due eventi si possono fare solo congetture sull'arco temporale della storia; l'ipotesi più plausibile è che si svolga nella settimana dal 21 al 29 Maggio.
Pur prendendo per buona tale supposizione, manca lo stesso ogni tipo di riferimento d'orario. Ogni tanto si leggono particolari che facciano capire in che momento della giornata ci troviamo (luna, stelle, etc..) però, si rimane comunque disorientati perché non si riesce mai veramente a seguire l'andamento diurno/notturno delle giornate, a causa dell'intervallarsi delle storie dei singoli personaggi o meglio, della cronostoria descritta dal p.d.v. (diverso) dei vari personaggi.
E' più facile invece seguire le dinamiche geograficamente. Difatti Kramer non manca mai di menzionare luoghi, quartieri, isole e ritrovi che esistono veramente in particolare le strade di New York su cui fa “passeggiare” i suoi personaggi. Diversa è la questione dei locali, i cui nomi sono invece inventati.
Se da un lato, quindi, la trama è interessante perché ci catapulta nella vita di alcuni uomini newyorkesi con tutti i loro drammi, dall'altro il romanzo ha bisogno di un serio rimaneggiamento a livello stilistico, tipografico ma sopratutto ortografico.
Oltre a non presentare alcuna scansione temporale, Faggots non possiede nemmeno una struttura definita: non ci sono capitoli propriamente detti (con titolo etc...), ma solo dei macro paragrafi scanditi da semplici quadratini neri, giusto per separare le varie scene. Naturalmente si può anche fare a meno della classica struttura romanzesca; ciò che però non si può tollerare sono gli innumerevoli errori ortografici, l'uso random della punteggiatura e la scelta di uno stile narrativo confusionario e poco chiaro. Ammetto di averlo voluto leggere perché ero stato attirato dalla satira e dalla critica che permea l'intero racconto, ma mentre lo stavo sfogliando ho incominciato a chiedermi come sia possibile che una tale opera sia stata acclamata dalla critica di importanti giornali (il Chicago Tribune per dirne uno) e sia stato ristampato così tante volte con tutti questi errori!!!! Ripeto la storia di per sé è interessante, ma è scritto davvero molto male! Ciò che mi stupisce è come la casa editrice originale, dopo 20 ristampe, abbia continuato imperterrita a pubblicarlo senza alcuna correzione di fondo.
A ciò si aggiunga l'inserimento nel testo di vocaboli stranieri senza alcuna nota esplicativa. Bisogna qui fare una premessa: Larry Kramer è un autore ebreo e pertanto, come tutti i suoi colleghi (o quasi), ha scritto di ciò che sapeva e conosceva; non c'è da stupirsi se anche il protagonista e altri personaggi siano ebrei. E fin qui nulla da dire. Il problema, se così si può definirlo, è la pressante insistenza su questa caratteristica, dettata non solo esplicitamente (citando la parola Jew/s 300 volte; es: “There are more faggots in the New York City area than Jews”), ma anche con termini yiddish a cui, ripeto, non viene fornito alcun significato. L'idea che uno si fa leggendo, è che all'epoca Kramer desse per assodato (scontato) che il lettore/trice conosca tale lingua; orientamento, questo, perpetrato purtroppo ancora oggi dalla casa editrice. La religione, a mio avviso, rovina sempre tutto e il troppo stroppia come si suol dire (il vocabolo Dio è ripetuto non meno di un centinaio di volte).
Idem dicasi per altre lingue straniere quali il francese, il tedesco, lo spagnolo e l'italiano i cui termini o espressioni sono a volte scritti nella giusta forma, cioè in corsivo (regola aurea di tutti i testi: le parole straniere devono essere evidenziate perché non originarie del lessico locale), altre semplicemente inserite nel discorso come se di comune uso quotidiano; peraltro distorte e modificate a piacimento! E pure queste senza alcuna nota. Tra l'altro apro una piccola parentesi: l'autore vuole dare un tocco sofisticato citando frasi in latino, senza saperle coniugare correttamente. Chiusa parentesi. Lo stesso discorso è applicabile ai nomi delle aziende e/o società menzionate (per lo più statunitensi), inseriti senza alcuna distinzione grafica al punto che se il lettore (o lettrice) non le dovesse conoscere, potrebbe scambiarle per altri nomignoli o nomi di locali/luoghi. È lampante che il libro era pensato per il pubblico statunitense; però la casa editrice poteva anche aggiornarlo!!
Ad aggiungersi alle note negative già espresse vi è la struttura discorsiva/narrativa scelta dall'autore.
Ho già avuto moto di ribadire (troppe volte) la presenza di innumerevoli errori ortografici e di punteggiatura; come se non bastasse Kramer ha rivoluzionato, in negativo ovviamente, il discorso indiretto mescolando alle descrizioni, anche riflessioni personali del personaggio e sue proprie critiche. Il tutto in chilometri di frasi, senza mai una pausa. È come quando i vostri genitori vi lasciano a casa soli la prima volta: all'ora di pranzare, se non sapete cucinare che fate? Prendete tutto quello che c'è in frigo e lo usate per condire la pasta; risultato? Una massa informe di cibo. Faggots è la stessa cosa: una massa informe, un dedalo di idee, concetti, pensieri, parole e numeri sopratutto! L'intenzione dell'autore nel voler inserire all'interno della narrazione anche i pensieri dei personaggi, quasi fosse un tutt'uno, è evidente e chiaro fin dalle prime pagine, ma il risultato è un caos a cui con fatica si riesce a venirne fuori. Il fatto, poi, che l'opera sia solo in inglese perché non tradotta in italiano, non aiuta. Perciò a livello linguistico e stilistico il testo necessita di pesanti correzioni.
Siccome l'ho fatta troppo lunga, vengo alle conclusioni.
È certamente un libro interessante per le tematiche affrontate al punto che, dopo averlo tradotto e risistemato in modo più chiaro, ne consiglierei la lettura quale testo scolastico per creare un dibattito sociale; quanto meno in un sistema scolastico dove è prevista l'educazione sessuale (che serve!), in relazione con altri argomenti (vedi l'AIDS) perché aiuterebbe i ragazzi a comprendere, forse, i rischi e pericoli in primis per la propria salute e poi che ci sono altre cose per cui vale la pena vivere e altre che non sono fondamentali. Detta in breve: insegna che oltre all'apparenza c'è e ci deve essere di più e che soffermarsi alla superficie è sintomo di stupidità.
Grazie per aver letto sin qui e quindi grazie per la pazienza.
Note
1 Dicesi frociarola donna eterosessuale che ama frequentare gli uomini omosessuali e gli ambienti gay.
2 Traduzione: “Perché i fro*i devono scopare così tanto?! È come se non avessimo nient'altro da fare; tutto ciò che facciamo è vivere nel nostro Ghetto e ballare, drogarci e scopare. C'è un mondo intero là fuori! (…) Sono stanco di usare il mio corpo come una cosa senza volto per attirare (userei anche 'scopare', n.d.a) un'altra cosa senza volto.”