recensione, Carmilla di Le Fanu, Carmilla, Dracula, Hesselius, romanzo gotico, horror.
Il libro di cui tratterò oggi, come da intestazione, si intitola Carmilla ed è uno dei racconti più famosi dello scrittore irlandese Joseph Sheridan Le Fanu.
Ho scritto racconti perché, in realtà, Carmilla non è un romanzo bensì un testo breve, una storiella potremmo dire, che come altre fu pubblicata inizialmente in appendice a un noto giornale dell'epoca: il In The Dark Blue.
Il libro da cui l'ho tratto contiene anche altri due racconti di Le Fanu: Tè verde e Il giudice Harbottle. Tutti e tre hanno un personaggio in comune: il dottor Hesselius. Perciò essendo tre brevi narrazioni, seguirò lo stesso schema attuato per La cattedrale dei morti, trattandole insieme ma in maniera distinta e nell'ordine di apparizione del libro.
Tè verde
Trama:
Il dottor Martin Hesselius è uno scienziato tedesco che si auto-definisce un medico metafisico. Tra i suoi casi vi è stato quello del reverendo Jennings, un uomo colto ma molto cauto, che conobbe una sera in casa della signora Mary Heyduke. Il prete aveva dei modi affabili, tipici del gentiluomo, ma a incuriosire il medico erano state le informazioni ricevute dalla signora: gli raccontò dello strano comportamento dell'ecclesiastico mentre officiava le sue funzioni, molte delle quali interrotte a metà con strane azioni e non più proseguite. Ciò che Hesselius scoprì poi, fu la lunga lotta che il reverendo dovette combattere contro i propri demoni animaleschi.
Il testo uscì nel 1869 sulla rivista All The Year Round diretta da Charles Dickens e successivamente nella raccolta In a Glass Darkly. Il racconto è davvero interessante ed è un peccato che sia breve e poco dettagliato, perchè avrebbe certamente meritato di essere approfondito. Tuttavia, delinea già la direzione dello stile di Le Fanu e il suo interesse per il gotico, l'horror e l'inspiegabile che troveremo nei due racconti successivi. Bisogna leggerlo perché, di fatto, introduce il personaggio di Martin Hesselius e le sue teorie.
Il giudice Harbottle
Trama:
Il giudice Harbottle è un uomo severo, malvagio e corrotto che non si fa scrupoli nell'utilizzare la propria posizione. Una sera, tornando a casa, viene fermato da un passante che lo avverte di un complotto nei suoi confronti: una nuova e segreta Corte di Appello lo giudicherà per il suo comportamento e le malefatte. Inizialmente incredulo a quelle parole, il giudice dovrà presto ricredersi quando sarà protagonista di una vicenda soprannaturale, un incubo a occhi aperti.
Anche il presente racconto fa parte della raccolta menzionata precedentemente, però apparve sul Belgravia. La storia, per quanto appassionante, lascia troppo spazio all'immaginazione del lettore, specialmente nell'epilogo. Mentre in Tè verde Le Fanu ricongiunge tutti i fili della narrazione, rispondendo a molte delle domande insolute con una spiegazione esaustiva (per quanto la fine sia tronca), qui invece mancano dettagli che spieghino chi e come siano successi i fatti. È un finale aperto che, ripeto, lascia molte domande e ancor più supposizioni.
Carmilla
Trama:
Stiria, Austria. Una notte, un ex soldato e la propria figlia assistono all'incidente di una carrozza, da cui vengono tratte una signora e una fanciulla. L'uomo si offre di aiutarle e di ospitare la ragazza, di nome Carmilla, nella propria casa fintanto che non si rimetta. Una sera la figlia del soldato fa un incubo assurdo, in cui vede una bestia nera ai piedi del letto che le salta addosso. La ragazza si sveglia urlando, con la sensazione di avere due aghi conficcati nel petto. Da quel giorno, strane fulminee morti iniziano a verificarsi anche nel villaggio poco distante, causate da una strana malattia che, casualmente, colpisce solo le donne.
Carmilla è famosissima; è uno dei personaggi più noti della letteratura ottocentesca e gotica, tanto da costituire uno di quei casi in cui la fama del soggetto oscura quella del proprio autore. Tutti conoscono o hanno sentito parlare di Carmilla, ma pochi si ricordano chi l'ha inventata. Naturalmente c'è chi non la conosce e, purtroppo per loro, l'editoria odierna attua delle scelte di marketing che ammazzano la sorpresa e la suspance, inserendo sottotitoli troppo espliciti e diretti. Se tu caro/a lettore/trice fai parte di coloro che non hanno alba di cosa stia parlando, ti consiglio di chiedere al tuo libraio una copia dove non ci siano sottotitoli in copertina, specialmente il libro da cui l'ho letto io (la cui copertina l'ho modificata appositamente). Anzi, ancora meglio, cercalo online così sei sicuro/a di non rovinarti la sorpresa.
Venendo al testo, come il precedente lascia molte domande in sospeso. Chi è la vecchia signora e chi sono i servi? Da dove vengono fuori e dove doveva andare la donna? Carmilla è quello che si potrebbe definire un “romanzo incompiuto in divenire” o, se mi permetti l'espressione dozzinale, un orgasmo letterario mancato. Sembra infatti un estratto (o un inizio) di un lungo racconto che purtroppo è stato troncato sul più bello e finito troppo velocemente. Il finale, infatti, è frettoloso e c'è la sensazione che Le Fanu avesse una sorta di ansia nel volerlo concludere. Ciononostante la storia è davvero affascinante, geniale nello stile e nella fantasia così realistica. Mi domando solo perché abbia aspettato tanto a leggerlo.
Quali considerazioni generali?
Innanzitutto ribadisco un concetto già espresso: trovo sia un peccato che un così bravo scrittore si sia limitato nello scrivere storie così brevi, perché il suo stile è molto appassionante, con una capacità descrittiva impeccabile. Non nascondo la delusione iniziale dell'aver aperto il libro e scoperto l'entità dei racconti, perché mi aspettavo un romanzo, magari non lunghissimo, ma comunque più esteso delle presenti pagine.
Per quanto concerne invece la scelta editoriale, non capisco perché il redattore e/o la traduttrice abbiano scelto di inserire solo due dei cinque racconti aventi come protagonista Hesselius. In realtà, il medico è solo menzionato nel Prologo di Carmilla, non avendo avuto un'implicazione diretta; mentre è presente in altri testi che costituiscono, di fatto, una raccolta a sé delle sue indagini (ma da lì a definirlo detective.. vabbè). Questa scelta, ripeto, mi pare illogica, per quanto sia palese la volontà di inserire Tè verde e Il giudice Harbottle per introdurre il personaggio. Ciononostante il sottotitolo di questo libro è totalmente fuorviante. Infine è d'obbligo una piccola precisazione, poiché i racconti non sono tutti narrati dal medico in persona, bensì da persone di volta in volta diverse: in Tè verde da Hesselius stesso; mentre sia nel Il giudice Harbottle che in Carmilla si tratta di testimonianze terze, a lui “pervenute”. Inoltre, tutti e tre i racconti sono introdotti dal suo segretario di cui non si conosce il nome.
Apprezzo invece la decisione della traduttrice Stella Sacchini di inserire delle note esplicative per ogni racconto, aggiungendo informazioni interessanti quali le opere da cui Le Fanu ha attinto le proprie ispirazioni, nonché i passi non presenti nella versione in appendice. Ecco, forse in questo caso la traduttrice avrebbe potuto spiegarne il motivo: se non è presente nell'originale, allora chi le ha inserite? E dove? Ma, tutto sommato son curiosità peculiari che potrebbero anche passare in secondo piano.
Ne consiglio comunque la lettura perché, come già enunciato, sono dei racconti molto interessanti e affascinanti.
Buona lettura!
PS: non fa paura come dicono (nessuno dei 3)! Ci sono dei racconti moooolto peggiori in quel senso, Stocker docet.
Il libro da cui l'ho tratto contiene anche altri due racconti di Le Fanu: Tè verde e Il giudice Harbottle. Tutti e tre hanno un personaggio in comune: il dottor Hesselius. Perciò essendo tre brevi narrazioni, seguirò lo stesso schema attuato per La cattedrale dei morti, trattandole insieme ma in maniera distinta e nell'ordine di apparizione del libro.
Tè verde
Trama:
Il dottor Martin Hesselius è uno scienziato tedesco che si auto-definisce un medico metafisico. Tra i suoi casi vi è stato quello del reverendo Jennings, un uomo colto ma molto cauto, che conobbe una sera in casa della signora Mary Heyduke. Il prete aveva dei modi affabili, tipici del gentiluomo, ma a incuriosire il medico erano state le informazioni ricevute dalla signora: gli raccontò dello strano comportamento dell'ecclesiastico mentre officiava le sue funzioni, molte delle quali interrotte a metà con strane azioni e non più proseguite. Ciò che Hesselius scoprì poi, fu la lunga lotta che il reverendo dovette combattere contro i propri demoni animaleschi.
Il testo uscì nel 1869 sulla rivista All The Year Round diretta da Charles Dickens e successivamente nella raccolta In a Glass Darkly. Il racconto è davvero interessante ed è un peccato che sia breve e poco dettagliato, perchè avrebbe certamente meritato di essere approfondito. Tuttavia, delinea già la direzione dello stile di Le Fanu e il suo interesse per il gotico, l'horror e l'inspiegabile che troveremo nei due racconti successivi. Bisogna leggerlo perché, di fatto, introduce il personaggio di Martin Hesselius e le sue teorie.
Il giudice Harbottle
Trama:
Il giudice Harbottle è un uomo severo, malvagio e corrotto che non si fa scrupoli nell'utilizzare la propria posizione. Una sera, tornando a casa, viene fermato da un passante che lo avverte di un complotto nei suoi confronti: una nuova e segreta Corte di Appello lo giudicherà per il suo comportamento e le malefatte. Inizialmente incredulo a quelle parole, il giudice dovrà presto ricredersi quando sarà protagonista di una vicenda soprannaturale, un incubo a occhi aperti.
Anche il presente racconto fa parte della raccolta menzionata precedentemente, però apparve sul Belgravia. La storia, per quanto appassionante, lascia troppo spazio all'immaginazione del lettore, specialmente nell'epilogo. Mentre in Tè verde Le Fanu ricongiunge tutti i fili della narrazione, rispondendo a molte delle domande insolute con una spiegazione esaustiva (per quanto la fine sia tronca), qui invece mancano dettagli che spieghino chi e come siano successi i fatti. È un finale aperto che, ripeto, lascia molte domande e ancor più supposizioni.
Carmilla
Trama:
Stiria, Austria. Una notte, un ex soldato e la propria figlia assistono all'incidente di una carrozza, da cui vengono tratte una signora e una fanciulla. L'uomo si offre di aiutarle e di ospitare la ragazza, di nome Carmilla, nella propria casa fintanto che non si rimetta. Una sera la figlia del soldato fa un incubo assurdo, in cui vede una bestia nera ai piedi del letto che le salta addosso. La ragazza si sveglia urlando, con la sensazione di avere due aghi conficcati nel petto. Da quel giorno, strane fulminee morti iniziano a verificarsi anche nel villaggio poco distante, causate da una strana malattia che, casualmente, colpisce solo le donne.
Carmilla è famosissima; è uno dei personaggi più noti della letteratura ottocentesca e gotica, tanto da costituire uno di quei casi in cui la fama del soggetto oscura quella del proprio autore. Tutti conoscono o hanno sentito parlare di Carmilla, ma pochi si ricordano chi l'ha inventata. Naturalmente c'è chi non la conosce e, purtroppo per loro, l'editoria odierna attua delle scelte di marketing che ammazzano la sorpresa e la suspance, inserendo sottotitoli troppo espliciti e diretti. Se tu caro/a lettore/trice fai parte di coloro che non hanno alba di cosa stia parlando, ti consiglio di chiedere al tuo libraio una copia dove non ci siano sottotitoli in copertina, specialmente il libro da cui l'ho letto io (la cui copertina l'ho modificata appositamente). Anzi, ancora meglio, cercalo online così sei sicuro/a di non rovinarti la sorpresa.
Venendo al testo, come il precedente lascia molte domande in sospeso. Chi è la vecchia signora e chi sono i servi? Da dove vengono fuori e dove doveva andare la donna? Carmilla è quello che si potrebbe definire un “romanzo incompiuto in divenire” o, se mi permetti l'espressione dozzinale, un orgasmo letterario mancato. Sembra infatti un estratto (o un inizio) di un lungo racconto che purtroppo è stato troncato sul più bello e finito troppo velocemente. Il finale, infatti, è frettoloso e c'è la sensazione che Le Fanu avesse una sorta di ansia nel volerlo concludere. Ciononostante la storia è davvero affascinante, geniale nello stile e nella fantasia così realistica. Mi domando solo perché abbia aspettato tanto a leggerlo.
Quali considerazioni generali?
Innanzitutto ribadisco un concetto già espresso: trovo sia un peccato che un così bravo scrittore si sia limitato nello scrivere storie così brevi, perché il suo stile è molto appassionante, con una capacità descrittiva impeccabile. Non nascondo la delusione iniziale dell'aver aperto il libro e scoperto l'entità dei racconti, perché mi aspettavo un romanzo, magari non lunghissimo, ma comunque più esteso delle presenti pagine.
Per quanto concerne invece la scelta editoriale, non capisco perché il redattore e/o la traduttrice abbiano scelto di inserire solo due dei cinque racconti aventi come protagonista Hesselius. In realtà, il medico è solo menzionato nel Prologo di Carmilla, non avendo avuto un'implicazione diretta; mentre è presente in altri testi che costituiscono, di fatto, una raccolta a sé delle sue indagini (ma da lì a definirlo detective.. vabbè). Questa scelta, ripeto, mi pare illogica, per quanto sia palese la volontà di inserire Tè verde e Il giudice Harbottle per introdurre il personaggio. Ciononostante il sottotitolo di questo libro è totalmente fuorviante. Infine è d'obbligo una piccola precisazione, poiché i racconti non sono tutti narrati dal medico in persona, bensì da persone di volta in volta diverse: in Tè verde da Hesselius stesso; mentre sia nel Il giudice Harbottle che in Carmilla si tratta di testimonianze terze, a lui “pervenute”. Inoltre, tutti e tre i racconti sono introdotti dal suo segretario di cui non si conosce il nome.
Apprezzo invece la decisione della traduttrice Stella Sacchini di inserire delle note esplicative per ogni racconto, aggiungendo informazioni interessanti quali le opere da cui Le Fanu ha attinto le proprie ispirazioni, nonché i passi non presenti nella versione in appendice. Ecco, forse in questo caso la traduttrice avrebbe potuto spiegarne il motivo: se non è presente nell'originale, allora chi le ha inserite? E dove? Ma, tutto sommato son curiosità peculiari che potrebbero anche passare in secondo piano.
Ne consiglio comunque la lettura perché, come già enunciato, sono dei racconti molto interessanti e affascinanti.
Buona lettura!
PS: non fa paura come dicono (nessuno dei 3)! Ci sono dei racconti moooolto peggiori in quel senso, Stocker docet.