Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo, recensione, serie tv, Disney, Disney+
Tante critiche, tanti cambiamenti e tanti pessimi attori (di serie B)
Buon anno a te, se la stai leggendo appena pubblicata, altrimenti buongiorno.
Iniziamo questo nuovo anno con una nuova recensione la quale, come ovvio dal titolo, verterà sulla serie “evento” Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo tratta dall'omonima saga. Come sempre, prima di lanciarci nella critica, vediamo però la trama:
Diciamolo subito in maniera chiara e schietta: la serie TV fa schifo! Ora vedremo il perché, intanto permettimi di aprire un'enorme parentesi.
Oltretutto Riordan e il responsabile del casting hanno dato prova, una volta di più, che negli Stati Uniti non conoscono un ficco secco della Storia europea e della filosofia europea, fregandosene di essere il più coerenti possibili con il pensiero filosofico di una determinata epoca. Per fare un esempio concreto Zeus, che già non somiglia affatto alla descrizione del romanzo, non può assolutamente essere interpretato da un uomo di colore, dato che per un abitante della Grecia classica era impensabile figurarsi il Padre degli Dei con una pelle così scura. Razzismo? No, si tratta di cultura individuale influenzata e costruita sul contesto territoriale e sociale. Detta in soldoni, i Greci si immaginavano Zeus (e gli altri Dei) con il loro stesso colore della pelle, così come noi immaginiamo Cristo caucasico. Allora anche noi siamo razzisti?!
perché il casting ha fatto questa scelta?
Se non vuoi scoprirlo, salta al paragrafo successivo
Come dicevo, uno Zeus nero è totalmente inaccettabile perché agli antichi Greci non sarebbe MAI passato per la mente di immaginarsi (e rappresentare) il Re degli Dèi con la pelle scura. Non era nella propria cultura; per loro già i Fenici (praticamente vicini di casa) erano barbari e gli abitanti della Libia o dell'Egitto non erano considerati alla pari, per quanto vi erano rapporti commerciali. Pertanto per Socrate, Platone, Paride, Fidia (etc..) gli Dèi erano a loro immagine e somiglianza: tutti con carnagione mediterranea e tratti simili ai propri. Difatti nelle statue classiche vediamo Zeus sempre barbuto e capellone, con un naso squadrato alla “greca” (modello ripreso poi dai cristiani per la rappresentazione di dio; vedi La creazione di Adamo di Michelangelo).
Questa spiegazione comprova anche l'incoerenza di Riordan, il quale nei suoi romanzi ha voluto ricreare alla perfezione i miti e le descrizioni classiche dei personaggi della mitologia greco-romana. Certo, l'autore ha collocato in luoghi diversi e in situazioni diverse i vari mostri, però mantenendo intatto il mito così come descritto dai poeti Greci. Oltretutto ne Il ladro di fulmini lo scrittore stesso afferma che gli Dèi dell'Olimpo sono sempre gli stessi; han solo cambiato dimora (“Intendi gli Dei Greci sono qui? Tipo.. qui in Ameria? Be' certamente. Gli Dei si muovono con il cuore dell'Occidente. (…) Non sono morti, si sono semplicemente trasferiti in Germania, Francia, in Spagna per un periodo. (…) Oggi è l'America il cuore di quella fiamma (…) e quindi l'Olimpo è qui.”). La scelta, quindi, di Lance Reddick (che riposi in pace) per interpretare il Signore delle divinità olimpiche è illogico e contraddittorio, dettata solamente da pura politica perbenista (sulla base di una sciocca legge); lo ribadisco: così si è andato a intaccare il pensiero e lo stile di un preciso momento storico e di un popolo. Lo stesso dicasi per Glynn Turman nei panni di Chirone. Eppure mi domando come sarebbe stato se fosse stato interpretato da un attore latinoamericano.
Un paragone con il film è inevitabile, però è anche evidente che c'è stato un “ethnic washing”, ossia un cambiamento dell'etnia del cast tra il film e la serie TV, senza dimenticarci del libro. A causa della solita legge, questa pratica vale ed è valsa per molti remake e/o altre produzioni (Legends of tomorrow è la serie più anacronistica che si sia). Un altro cambiamento che non mi è piaciuto, per quanto fedele ai libri, è stata la scelta di riabbassare l'età sui 12 anni. Il problema non è non tanto l'età, quanto lo stile narrativo e la descrizione di Percy (Walker Scobell) e degli altri ragazzini. Il paragone con Harry Potter è evidente (ed ovvia è l'influenza che la Rowling ha avuto su Riordan, per non dire che ha copiato lo schema cambiando solo ambientazione): entrambi i protagonisti sono particolari, vivono un'infanzia apatica e bullizzata (da compagni o famiglia) finchè non vengono “salvati” e portati in un'ambiente di propri simili dove si fanno degli amici. Qual è la differenza? La differenza sta nel fatto che la Rowling HA descritto un bambino, che almeno inizialmente agisce e pensa come un bambino e si comporta come uno di 11 anni; Percy invece, per quanto “spaesato”, è un 12enne che si crede già un ragazzo, che pensa di essere già “grande” e quindi agisce di conseguenza. Invece di essere un bambino che si comporta come tale, sembra più un adulto infantile. Ecco, la parola più corretta per descrivere lo stile di Riordan è “infantile” e purtroppo questo lo si nota sopratutto nei libri. Detta in breve, l'autore ha rappresentato dei deficienti. Questo lo si vede bene nelle scene della caccia alla bandiera dove Percy, che non ha MAI toccato una spada, si mette in mostra e si difende come se fosse già esperto. Uno che non ha mai preso in mano una spada (che non pesa qualche grammo). Vabbè. Sono sicuro che non sarai d'accordo con me però Logan è Logan, c'è poco da fare! E sopratutto manca quel sarcasmo che ha creato delle gag divertenti. Lo stesso vale per Annabeth (Leah Sava Jeffries): una bambina con la strafottenza di un adulto e che pensa di sapere già tutto dalla vita (e si comporta di conseguenza); la voce italiana pure è pessima. Cioè quello che voglio dire è che, obiettivamente, le descrizioni dei personaggi non coincidono con le loro età. Ma forse tutto ciò è un sintomo di una società che in un ventennio è cambiata drasticamente (in peggio). Per questo preferivo che i protagonisti fosse più grandi, in età adolescenziale come nei film: avrebbe di certo giustificato l'irruenza e lo spirito combattivo tipici di questa fase.
Anche il cambio di Grover ( Aryan Simhadri) è stato in peggio: mentre nei film abbiamo una persona cazzuta che sa il fatto suo, che conosce il proprio compito e lo prende di petto, nella serie vediamo un bambino impacciato, remissivo, che agisce senza però una precisa motivazione (salvo poi spiegarla successivamente, come per esempio il motivo per cui ha fatto espellere Percy); non ha cioè polso, cosa che invece ci si aspetterebbe da un custode. Paradossalmente lui, che dovrebbe già sapere il fatto suo, si comporta più da bambino rispetto agli altri. Inoltre almeno nel primo episodio è praticamente inesistente, salvo sporadiche apparizioni a discapito di una presenza preponderante nei capitoli iniziali del libro. In quanto custode, ci si aspettava che avesse un ruolo più di primo piano e non da guest star.
Continuiamo dunque a parlare del cast e ritorno per un momento sui già citati Glynn Turman, Jason Mantzoukas e poi su Megan Mulally. Partendo da Chirone, per quanto abbia già espresso il mio disappunto per la scelta dell'attore, ho trovato l'interprete molto simpatico e tutto sommato è stato bravo nella recitazione. Pessima però è la resa grafica della sua forma “mostruosa”; il fotomontaggio è davvero scadente.
Se ne Il mare dei mostri Dioniso è rappresentato da uno spassoso Stanley Tucci che ci ha deliziati con un'irriverente interpretazione, degna del personaggio, non si può certamente dire lo stesso di Jason Mantzoukas che invece ha reso il dio della vite e del vino un povero beota. Più che una divinità in punizione, il Signor D. pare un hippie in vacanza ai Caraibi o meglio alle Hawaii; se avesse bevuto la Coca cola nel classico bicchiere da cocktail con l'ombrellino, l'immagine sarebbe stata completa. Anche qui la sceneggiatura difetta di molti ammanchi; lo si vede bere la cola, ma se Chirone non avesse dato una spiegazione, non si sarebbe saputo del castigo inflitto da Zeus e non si sarebbe capito come la cola abbia un suo perché. Non servirebbe manco dirlo, ma nel film è molto meglio. L'attore poi è insopportabile e ha una pessima recitazione; per lo meno ha origini greche. Diametralmente opposta invece è Megan Mullaly, la nostra amata Karen Walker, stupenda come sempre con le sue inconfondibili espressioni. Certo, fa un po' impressione vederla grigia, però le dona (così come azzeccata è la voce di Giò Giò Rapattoni). Peccato che abbia una parte molto piccola e fulminea (perché non si può dire che sia “pesante”), interpretata magistralmente. D'altronde le aspettative nei suoi confronti erano alte, già da quando avevo letto il suo nome nell'elenco del cast. Il suo personaggio ha solo una pecca, che in realtà riguarda tutta l'ambientazione del primo episodio: la Foschia non viene proprio resa visivamente e quindi lo spettatore non può capire le allucinazioni di Percy e ciò lo si vede, appunto, con la Dotts la cui trasformazione, in cambio, è spettacolare. Diciamo che se avessero aggiunto qualche effetto speciale in più sarebbe stato meglio, come una specie di velo o qualcosa del genere. Ciononostante, a onor del vero, bisogna dire che pure nel primo film non è stata rappresentata, però la sua assenza è giustificata dal fatto che l'attacco della Dotts avvenga in una sala isolata, chiusa al pubblico, dove ci sono solo Percy e lei e non, invece, all'aperto in mezzo a molta gente. Questo è un altro punto a sfavore della sceneggiatura: non rappresentando la Foschia, l'aggressione di Percy è passata come una pura allucinazione e quindi Percy si ritrova a terra fissato da tutti, perché pensano che sia un pazzo caduto da solo. Ciò stride con la natura della Foschia, che è quello di distorcere i mostri agli occhi degli umani: cioè invece di vedere mostri, gli umani vedono altro (una persona normale, un oggetto etc..). A rigor di logica si sarebbe dovuto quindi vedere la Dotts nelle fattezze umane addosso a Percy, invece è come se nessuno l'avesse vista. Però nel terzo episodio, quando sono sull'autobus, la gente la scansa per uscire. Errore nella sceneggiatura o nel montaggio?!
In ogni caso la scena del museo con la Dotts risulta essere insulsa, non incisiva, non di spicco specie se si consideri che dà il titolo all'episodio. Per fare un paragone, è come se compraste un sacchetto di cioccolatini e ne trovaste solo uno in mezzo a tante caramelle.
Continuando con il cast, il peggiore è forse il patrigno, patetico sia il personaggio che l'attore che lo interpreta, Timm Sharp. Anche qui si notano enormi differenze con il libro. Gabe dovrebbe essere un dispotico ubriacone arrogante, il che giustificherebbe la sua vicinanza a Percy; invece nella serie è un inetto cogli*ne, un totale sfigato senza fibra nè polso. Al punto che la madre di Percy, impersonata da Virginia Kull, ha una personalità più autoritaria e forte. Girl power influenzato dall'attualità?! Chissà. La recitazione di Sharp comunque è davvero pessima; non è proprio adatto a interpretare quella parte, nemmeno per come è stata scritta per la serie. Per terminare con il primo episodio, vorrei parlare del Minotauro. Ho apprezzato l'idea dell'usare carte da gioco per preparare Percy al suo mondo, molto simpatica e altrettanto divertente è aver reso il Minotauro come rappresentato sulla carta. Però la scelta di farlo comparire dallo scoppio di un fulmine sulla strada non si spiega, anzi è fuorviante perché poi uno si domanda se non sia stato appunto Zeus a mandarlo di proposito. E anche la resa grafica non è ottima perché non è ben visibile a causa del buio notturno. Preferisco di gran lunga la scena del film che consiglio di ripescare.
E con questo il primo episodio è terminato. Del secondo e terzo sono pochi gli elementi negativi che mi hanno fatto storcere il naso e maggiormente quelli positivi. Cominciamo coi primi. Innanzitutto non apprezzo l'attore che impersona Luke Castellan, Charlie Bushnell; eppure ammetto che la sua recitazione e il modo in cui ha reso il personaggio è stata ottima. E' stato scritto bene... per il momento. L'altro aspetto riguarda le Case: sono rese graficamente tutte allo stesso modo, tutte in stile greco e almeno per fuori sono tutte uguali; differiscono solo dal fatto di essere dipinte con colori diversi. Nel libro invece le case sono tutte diverse e ognuno ha elementi esterni che ricordano il genitore divino (es: conchiglie sulle pareti). Purtroppo gli scenografi si sono sprecati con la fantasia. Cosa c'è di positivo? Mi sono piaciuti molto il vestito e gli occhi di Medusa; meno i serpenti, troppo piccoli e insignificanti. Anche l'attrice, Jessica Parker Kennedy (Nora Allen/XS in Flash) per quanto abbia interpretato la sua parte splendidamente, non l'ho trovata azzeccata...ma d'altronde in poche riescono a battere la Thurman. Positivo è anche l'aver inserito il Consiglio dei satiri e la driade alla sua guardia; per un momento avevo temuto uno spoiler pazzesco, invece è filato tutto liscio. Approvata anche Dior Goodjohn nella parte di Clarisse; ci sta tutta: è bella, brava e quel filo arrogante che non guasta.
Uno degli aspetti che ho trovato stupido e totalmente demenziale è stata la decisione degli sceneggiatori (alias Riordan) e dei produttori di saltare completamente dei capitoli, creando al contempo nuove sequenze totalmente inventate, come per esempio i vari flashback dell'infanzia di Percy. E' stupido perché se il problema fosse il tempo (8 episodi da 30/40 minuti su 21 capitoli), in ogni caso la riscrittura di certe scene risulterebbe superflua. Prendiamo per esempio l'attacco di Echidna e Chimera sul treno: nel libro non c'è, perché tutto avviene all'interno del Gateway Arch. Era quindi necessario aggiungere la fuga e l'inseguimento per la città? No, assolutamente. Al contempo hanno rimosso la trasformazione sia di Chimera che di Echidna, andando a perdere quella volontà, già menzionata, di Riordan di ricreare fedelmente i personaggi mitologici nei suoi libri. Un altro esempio è la scelta di creare ex novo la storia della porta posteriore per gli Inferi, che non esiste, per accorciare molte sequenze. C'è molta, moltissima incoerenza. Allo stesso modo è inconcepibile la scelta di stravolgere le rappresentazioni dei luoghi descritti nel romanzo (vedi il palazzo di Ade, così pieno di dettagli o l'ambiente stesso dell'Oltretomba).
L'idea che ne ho tratto è di molta superficialità, quasi a voler fare il minimo sforzo possibile, senza cercare cioè di creare un ottimo lavoro. Incomprensibile è la decisione di realizzare solo 8 episodi; incomprensibile è la successiva scelta di stravolgere la storia (aggiungendo parti inutili a discapito di altre descritte); incomprensibile è stata l'idea di inserire personaggi che non compaiono nel libro (vedi Hermes); incomprensibile è stata la volontà di riscrivere episodi cruciali per accorciare il tutto, andando a inficiare sulla tematica del mito e sulle dinamiche della storia (vedi la scena del luna park, rifatta malissimo); infine è incomprensibile la stupidissima scelta di modificare le personalità stesse dei personaggi, snaturando l'intera produzione e il romanzo (Ade è un totale cogli*ne nella serie, cosa che non ci si aspetterebbe dal Signore dei morti).
Ecco perché fa schifo: non solo perché ciò che si vede sullo schermo NON corrisponde al 90% di quanto narrato nel romanzo, bensì anche per l'attitudine ipocrita del suo stesso autore che ha, di fatto, deluso ampiamente le aspettative.
Nella prima versione di questa recensione (che ho modificato per aggiungere varie critiche derivatemi dopo aver visto tutti gli episodi) avevo scritto che oltre ad aver avuto la sensazione che gli attori scelti fossero di serie B, sembrava anche che Riordan, il quale ha praticamente imposto la Disney di voler essere coinvolto nella sceneggiatura (tanto da finire per scriverla), si sia dimenticato completamente di ciò che ha scritto nella sua saga e sia ripartito quasi da zero modificando le cose in corso d'opera. A quel punto mi ero ero posto una domanda: la serie è da guardare? Dopo i primi 3 episodi mi era parsa “sciapa”, insignificante, con un montaggio pessimo (troppi lunghi schermi neri) e speravo migliorasse. Adesso, avendola vista tutta e avendola confrontata con il romanzo, posso dire di no... non è il caso di guardarla SE aveste letto la saga. Nel caso non l'abbiate fatto, allora vi consiglio vivamente di non leggere i romanzi, altrimenti rimarreste davvero molto delusi.
Prima di chiudere, che sarebbe pure ora, vi lascio in calce il link per la pagina con tutti le differenze riscontrate con il romanzo.
Grazie per aver avuto la forza (e il coraggio!) di leggere fino in fondo.
Alla prossima!
Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo – Le differenze con “Il ladro di fulmini”
Aggiornamento: la recensione è stata ampliata con l'aggiunta di impressioni derivanti da fine serie (Aggiornato il 15/02/2024)