Probabilmente pochi lo sanno, o forse solo io ne ero all'oscuro, però Dan Brown ha pubblicato un nuovo libro: Origin. Qual è la trama?
Bilbao, Spagna. Edmond Kirsh, noto futurologo e informatico, sta per svelare al mondo la sua ultima sensazionale scoperta, che potrebbe stravolgere le fondamenta di tutte le credenze religiose. Prima che possa annunciarla, qualcuno nell'ombra gli spara, uccidendolo sul colpo. Robert Langdon, presente all'evento, decide di eseguire le ultime volontà dell'amico e rivelare la sua profezia. Per farlo si ritroverà coinvolto in una “caccia all'uomo”, minacciato dalla stessa persona che ha sparato a Kirsh. Quale sarà questa sensazionale profezia?
Dopo quattro anni da Inferno, Dan Brown ritorna ai (suoi) primordi stilistici con un'altra avventura per il professor Langdon. Il libro si basa su associazioni religiose, luoghi e fatti scientifici reali come già fece per i primi due capitoli; infatti lo schema narrativo è pressochè simile a quello de Il codice Da Vinci e Angeli & Demoni. Il romanzo di per sé è interessante e le teorie descritte leggermente impegnative, però la nota positiva è che aiutano il lettore a fare chiarezza su diversi argomenti e fornisce degli input per approfondirne di nuovi. Naturalmente, essendo l'autore considerato l'Anticristo dalla Chiesa per averla più volte attaccata, non mi stupisce che molta gente prenda per fasulli i fatti descritti che sì, sono romanzati ma ricalcano l'attualità. Perciò mi aspetto di leggere online le prime critiche dei fondamentalisti cattolici (e non) e il primo “Eresia!” da un momento all'altro. Perchè dico questo? Perchè sostanzialmente Dan Brown dimostra molto chiaramente quanto sia inutile credere nell'esistenza di un dio (o di dèi) nel 2017, dandone una dimostrazione logica ragionata. Poi magari Dan Brown sarà profondamente credente, chi lo sa. Inoltre illustra perfettamente quale sia il clima che vige in certi Stati degli Usa (primo tra tutti il Texas) e delle stupide affermazioni di molti predicatori. Anche l'ultimo dei pirla disposto al dialogo e all'ascolto capirebbe quanto queste persone siano dannose per la società, con le loro farneticazioni su una prossima apocalisse o la strenua convinzione che il mondo sia stato creato in sei giorni (un altro libro che vi consiglio è L'ultimo giorno di Glenn Cooper). In ogni caso il libro non è concepito come un attacco alle fedi (semmai agli integralisti e ultraconservatori), quanto più un'illuminazione sull'ipocrisia dei cleri (di ogni religione) in contesti quali le guerre e gli attentati terroristici in nome di dio. Al contempo tuttavia, da' prova anche dell'apertura mentale di una minuscola parte della Chiesa, rappresentata dal simpatico padre Be... naaa non ve lo dico.
Accanto a ciò sono descritti gli argomenti scientifici e filosofici più importanti degli ultimi decenni, temi ovviamente con cui la religione si scontra e che includono vari campi della scienza: dalla bioetica alla genetica alla meccanica, ecc... Devo ammettere che senza il corso di filosofia all'università, probabilmente non sarei riuscito a leggere tra le righe il pensiero recondito della “profezia”, tuttavia l'autore usa un linguaggio alquanto semplice per spiegare le teorie complesse di molti futurologi e pensatori. Quindi state tranquilli che non è difficile da comprendere. E se alla fine della lettura, o durante, non aveste chiaro un concetto allora vi consiglio di tornare indietro a rileggerlo e se non bastasse di segnarvi una nota su un foglio e cercarlo su internet. Intanto ve ne spiego io uno: si dice futurologo quello studioso che, tramite calcoli e analisi di dati scientifici, ipotizza un probabile futuro basandosi sul presente. Detta in breve: attraverso lo studio di fattori attuali (del presente), predicono un futuro. Uso un perché le possibilità sono molteplici e solo in certi casi (quando il risultato finale è positivo al 99%) il futuro è univoco.
Quindi riassumendo, l'argomento principe di Origin non è altro che una battaglia nell'eterno scontro tra scienza e religione, concentrato sulle due domande fondamentali della storia umana... che non ve le svelo, perché in primis ci potete arrivare da soli e in secondo luogo per non anticipare troppo.
Venendo alla storia in sé, la parte romanzata, mi è saltato all'occhio un nuovo paragone con lo stile di Glenn Cooper e con un'ambientazione già usata dallo scrittore della trilogia della Biblioteca. È come se questi due grandi autori si inseguissero a vicenda; non dico che si copiano, però sembra sia una gara di velocità implicita. In questo caso, infatti, ho riscontrato alcune assomiglianze con il libro Il calice della vita (2013): in esso, mr. Cooper descrive un edificio assai famoso nel mondo e rievoca anche il personaggio storico a cui è legato, ripresi poi in Origin. Certo potrebbe trattarsi di una coincidenza, ciò non toglie che l'interesse dei due scrittori dimostri quanto sia forte l'importanza di questo protagonista dell'arte architettonica e quanto la sua simbologia sia fonte di ispirazione. Oltretutto avere due descrizioni dello stesso “oggetto”, permette di confrontare gli stili dei due autori.
Ora io qui mi fermerei per non addentrami troppo e non rivelare più del dovuto. Perciò come di consueto oscurerò in calce le mie riflessioni personali e starà a voi, anzi a te caro lettore, decidere se leggerle o meno. Ma ti avverto che sono spoiler.
Facendo una considerazione generale dell'opera, direi che Dan Brown è riuscito sicuramente a tornare in pista e a pubblicare una storia interessante e ben congegnata. Tuttavia a mio avviso ha soltanto sbagliato la piega ragionativa della “scoperta”: le aspettative sorte durante la lettura sono state smontate dalla banalità della profezia, dall'argomento descritto poco sensazionale e già più volte ribadito. In breve è una storia già sentita. Da uno come Brown mi aspettavo di meglio.
In ogni caso se vi piacciono le avventure di Robert Langdon, dovete sicuramente leggerlo perché ne vale la pena (a differenza del penultimo capitolo, Il simbolo perduto, che potete benissimo evitare).
Con questo è tutto.
Alla prossima, gente!
PS: La copertina italiana è stupenda, complimenti al grafico. E brave anche le traduttrici.
PPS: Nel caso lo leggeste (o l'abbiate già letto) e vi andasse di condividere le vostre impressioni, non abbiate timore a scrivere un commento qui sotto . Grazie.
SPOILER:
La rivelazione di Edmond Kirsh è, come ho detto poco sopra, interessante ma la piega finale è banale. Voglio dire, si parla della futura minaccia della tecnologia... 'somma, un tantinello ovvia e superficiale; d'altronde ce lo stanno ripetendo da anni in tutte le forme.
Allo stesso modo il tema delle macchine ribelli e senza cuore ha ormai saturato il mercato librario e cinematografico, al punto che ci siamo pure stufati. Basti pensare ai vari Alien, Transformers, Terminator ecc... Per questo ho scritto che, per quanto il libro sia interessante e avvincente, il finale risulta poco fantasioso; mi sarei aspettato qualcosa di meglio ecco, sebbene l'effetto sorpresa sia comunque, appunto, sorprendente.
Dopo quattro anni da Inferno, Dan Brown ritorna ai (suoi) primordi stilistici con un'altra avventura per il professor Langdon. Il libro si basa su associazioni religiose, luoghi e fatti scientifici reali come già fece per i primi due capitoli; infatti lo schema narrativo è pressochè simile a quello de Il codice Da Vinci e Angeli & Demoni. Il romanzo di per sé è interessante e le teorie descritte leggermente impegnative, però la nota positiva è che aiutano il lettore a fare chiarezza su diversi argomenti e fornisce degli input per approfondirne di nuovi. Naturalmente, essendo l'autore considerato l'Anticristo dalla Chiesa per averla più volte attaccata, non mi stupisce che molta gente prenda per fasulli i fatti descritti che sì, sono romanzati ma ricalcano l'attualità. Perciò mi aspetto di leggere online le prime critiche dei fondamentalisti cattolici (e non) e il primo “Eresia!” da un momento all'altro. Perchè dico questo? Perchè sostanzialmente Dan Brown dimostra molto chiaramente quanto sia inutile credere nell'esistenza di un dio (o di dèi) nel 2017, dandone una dimostrazione logica ragionata. Poi magari Dan Brown sarà profondamente credente, chi lo sa. Inoltre illustra perfettamente quale sia il clima che vige in certi Stati degli Usa (primo tra tutti il Texas) e delle stupide affermazioni di molti predicatori. Anche l'ultimo dei pirla disposto al dialogo e all'ascolto capirebbe quanto queste persone siano dannose per la società, con le loro farneticazioni su una prossima apocalisse o la strenua convinzione che il mondo sia stato creato in sei giorni (un altro libro che vi consiglio è L'ultimo giorno di Glenn Cooper). In ogni caso il libro non è concepito come un attacco alle fedi (semmai agli integralisti e ultraconservatori), quanto più un'illuminazione sull'ipocrisia dei cleri (di ogni religione) in contesti quali le guerre e gli attentati terroristici in nome di dio. Al contempo tuttavia, da' prova anche dell'apertura mentale di una minuscola parte della Chiesa, rappresentata dal simpatico padre Be... naaa non ve lo dico.
Accanto a ciò sono descritti gli argomenti scientifici e filosofici più importanti degli ultimi decenni, temi ovviamente con cui la religione si scontra e che includono vari campi della scienza: dalla bioetica alla genetica alla meccanica, ecc... Devo ammettere che senza il corso di filosofia all'università, probabilmente non sarei riuscito a leggere tra le righe il pensiero recondito della “profezia”, tuttavia l'autore usa un linguaggio alquanto semplice per spiegare le teorie complesse di molti futurologi e pensatori. Quindi state tranquilli che non è difficile da comprendere. E se alla fine della lettura, o durante, non aveste chiaro un concetto allora vi consiglio di tornare indietro a rileggerlo e se non bastasse di segnarvi una nota su un foglio e cercarlo su internet. Intanto ve ne spiego io uno: si dice futurologo quello studioso che, tramite calcoli e analisi di dati scientifici, ipotizza un probabile futuro basandosi sul presente. Detta in breve: attraverso lo studio di fattori attuali (del presente), predicono un futuro. Uso un perché le possibilità sono molteplici e solo in certi casi (quando il risultato finale è positivo al 99%) il futuro è univoco.
Quindi riassumendo, l'argomento principe di Origin non è altro che una battaglia nell'eterno scontro tra scienza e religione, concentrato sulle due domande fondamentali della storia umana... che non ve le svelo, perché in primis ci potete arrivare da soli e in secondo luogo per non anticipare troppo.
Venendo alla storia in sé, la parte romanzata, mi è saltato all'occhio un nuovo paragone con lo stile di Glenn Cooper e con un'ambientazione già usata dallo scrittore della trilogia della Biblioteca. È come se questi due grandi autori si inseguissero a vicenda; non dico che si copiano, però sembra sia una gara di velocità implicita. In questo caso, infatti, ho riscontrato alcune assomiglianze con il libro Il calice della vita (2013): in esso, mr. Cooper descrive un edificio assai famoso nel mondo e rievoca anche il personaggio storico a cui è legato, ripresi poi in Origin. Certo potrebbe trattarsi di una coincidenza, ciò non toglie che l'interesse dei due scrittori dimostri quanto sia forte l'importanza di questo protagonista dell'arte architettonica e quanto la sua simbologia sia fonte di ispirazione. Oltretutto avere due descrizioni dello stesso “oggetto”, permette di confrontare gli stili dei due autori.
Ora io qui mi fermerei per non addentrami troppo e non rivelare più del dovuto. Perciò come di consueto oscurerò in calce le mie riflessioni personali e starà a voi, anzi a te caro lettore, decidere se leggerle o meno. Ma ti avverto che sono spoiler.
Facendo una considerazione generale dell'opera, direi che Dan Brown è riuscito sicuramente a tornare in pista e a pubblicare una storia interessante e ben congegnata. Tuttavia a mio avviso ha soltanto sbagliato la piega ragionativa della “scoperta”: le aspettative sorte durante la lettura sono state smontate dalla banalità della profezia, dall'argomento descritto poco sensazionale e già più volte ribadito. In breve è una storia già sentita. Da uno come Brown mi aspettavo di meglio.
In ogni caso se vi piacciono le avventure di Robert Langdon, dovete sicuramente leggerlo perché ne vale la pena (a differenza del penultimo capitolo, Il simbolo perduto, che potete benissimo evitare).
Con questo è tutto.
Alla prossima, gente!
PS: La copertina italiana è stupenda, complimenti al grafico. E brave anche le traduttrici.
PPS: Nel caso lo leggeste (o l'abbiate già letto) e vi andasse di condividere le vostre impressioni, non abbiate timore a scrivere un commento qui sotto . Grazie.
SPOILER:
La rivelazione di Edmond Kirsh è, come ho detto poco sopra, interessante ma la piega finale è banale. Voglio dire, si parla della futura minaccia della tecnologia... 'somma, un tantinello ovvia e superficiale; d'altronde ce lo stanno ripetendo da anni in tutte le forme.
Allo stesso modo il tema delle macchine ribelli e senza cuore ha ormai saturato il mercato librario e cinematografico, al punto che ci siamo pure stufati. Basti pensare ai vari Alien, Transformers, Terminator ecc... Per questo ho scritto che, per quanto il libro sia interessante e avvincente, il finale risulta poco fantasioso; mi sarei aspettato qualcosa di meglio ecco, sebbene l'effetto sorpresa sia comunque, appunto, sorprendente.
Aggiornamento: modificata l'impaginazione. (Aggiornato il 22/12/2020)