Torna una tata ancor più rigida... ma non nel comportamento
L'avevo anticipata e ora finalmente la potrò scrivere: ecco la recensione de Il ritorno di Mary Poppins. Un'attesa che non è stata ripagata. Vediamo intanto la trama.
Parecchi anni dopo il suo addio alla famiglia Banks, Mary Poppins (Emily Blunt) torna a far visita al numero 17 di Viale dei Ciliegi. Jane (Emily Mortimer) e Michael (Ben Whishaw) ormai sono cresciuti e il ragazzo ha avuto anche tre splendidi figli: Georgie, John e Annabelle. Ma non c'è un'atmosfera felice in casa Banks perché dopo la morte della moglie, Michael deve affrontare un gravoso debito finanziario con la banca e i termini sono chiari: o risanerà l'intero debito entro cinque giorni, o perderà la casa. Mary Poppins e i piccoli Banks, con l'aiuto del lampionaio Jack (Lin-Manuel Miranda) cercheranno di trovare una soluzione vivendo nuove avventure.
Ammetto di non esserlo andato a vedere al cinema, il che è anche un po' ovvio, dato che scrivo la recensione adesso dopo mesi dalla sua uscita nelle sale. I motivi per cui scelsi di non andare sono vari e a voi lettori nemmeno interesserebbero, tuttavia il principale è che a interpretare il ruolo della star non c'era Lei, non c'era la vera Mary Poppins: Julie Andrews. Certamente saprete (o forse no, e lo scoprite adesso), che alla signora Andrews fu offerto di partecipare con un cameo e lei, con molto garbo e classe come al suo solito, ha gentilmente rifiutato poiché non voleva oscurare Emily Blunt, la quale invece aveva l'occasione per cimentarsi in questo ruolo. Decisione quanto mai saggia perché tutti coloro che sono cresciuti con il primo film, compreso il sottoscritto, avrebbero elogiato la Andrews in qualsiasi ruolo affidatole. In fondo, ammettiamolo, Mary Poppins è Julie Andrews.
Ho anche letto che la Blunt non ha voluto vedere il film del 1965, proprio per non rimanerne influenzata ma, a quanto pare, la magia della Andrews ha colpito comunque perché le movenze della Blunt, quando non cantava, erano pressoché simili. Eppure per quanto brava e bella Emily Blunt (doppiata nel canto dalla bravissima Serena Rossi, per quanto la sua voce non assomigli a quella della doppiatrice) non mi è piaciuta. La sua Mary Poppins è troppo permissiva, poco severa e si arrende subito alle richieste dei ragazzi, cosa del tutto diversa dalla tata Andrews. Inoltre non traspare alcun insegnamento né morale in questo film, il quale è ridotto a canzoni e balletti; per altro molto pessimi. Le canzoni infatti, per esser cortesi, non sono all'altezza delle melodie dei fratelli Sherman: i testi risultano insensati e senza armonia, le musiche invece sono piacevoli e sarebbero state maggiormente valorizzate con parole adeguate. Per quanto concerne le coreografie, il mio pensiero è lo stesso per i testi: non sono adatte a questo film; e questo succede quando si vuol fare più cose assieme: o fai il regista o fai il coreografo. Inoltre molti balletti e le relative scene non son altro che una brutta copia di alcuni già visti in Mary Poppins (per esempio il ballo degli spazzacamini). A ciò aggiungo che una melodia in particolare ricorda moltissimo quella de Di nuovi umani de La bella e la Bestia; e quando dico “moltissimo”, intendo praticamente uguale. Per questi motivi mi è dispiaciuto constatare che molti dei commenti letti online fossero veritieri: in particolare l'impressione che sia un remake malriuscito. Purtroppo speravo non fosse così, invece come ho appena menzionato, molte delle scene erano praticamente uguali.
Torniamo al cast. Benché con un piccolo sforzo possa apprezzare l'impegno di Emily Blunt, non potrei esprimermi ugualmente nei confronti di Lin-Manuel Miranda, che mi è risultato insopportabile dalla prima strofa cantata. La sua presenza è un palese tentativo di replicare il magico duo Andrews – Van Dyke, anzi lo sceneggiatore ha proprio voluto che il ruolo di Miranda fosse identico a quello di Dick van Dyke, quasi a volerne indossare le scarpe. Eppure non è affatto all'altezza del bravo e talentuoso Bert, il quale lo ritroviamo negli stessi identici panni del direttore anziano della banca, da lui interpretato anche nel film del 1965 (qui interpretava il padre di Dawes jr.). Quindi Miranda, dal mio pdv è un gigantesco flop.
Riguardo gli altri attori che dire: Ben Whishaw è un bravo interprete e qui lo ha dimostrato una volta di più; tuttavia il suo Michael è diverso dal bambino che abbiamo conosciuto, diverso nel comportamento e diverso nel modo di pensare. È più cinico, più severo, in pratica è la copia del padre. Idea del tutto sommato non male. Emily Mortimer invece ha reso Jane una sciocca civettuola, perpetua sognatrice che ha seguito le orme della madre nelle battaglie sociali, pur non avendone la stessa tempra morale. Vi è poi Julie Walters nei panni di Ellen, la cameriera che bisticciava sempre con la cuoca e che, non si sa con quale magia, sia ancora viva benché in là con gli anni. Dico questo perché, su per giù, sia i signori Banks sia Ellen erano coetanei e non si spiega come i genitori di Jane e Michael siano morti, mentre Ellen sia miracolosamente sopravvissuta. Certo è, l'interpretazione della Walters non ricorda nemmeno vagamente la cameriera bisbetica che tanto doveva sopportare George Banks e quindi, chi è cresciuto con in mente Hermione Baddeley, troverà faticoso collegare i due personaggi (che poi son lo stesso). Accanto a questi nomi ve ne sono poi altri di uguale o maggior peso: Maryl Streep, qui impersonante la cugina di Mary Poppins, Topsy, e Colin Firth nel ruolo del direttore jr. della banca nonché nipote di Dawes jr, impersonato da Dick van Dyke. Da ultimo troviamo anche l'immancabile Signora in giallo, M.me Angela Lansbury la quale è stata, a mio avviso, oltraggiata non essendo stata inserita nei titoli iniziali bensì rilegata in coda come una persona qualunque (lo stesso vale per van Dyke). Allo stesso modo reputo riprovevole non aver inserito il nome di Karen Dotrice, la prima (e sola) Jane Banks, con uno speciale encomio tipo “con la piacevole partecipazione di”. Però è anche vero che pure Stan Lee per i suoi cameo non veniva citato quale apparizione speciale. Vabbè comunque sarebbe stato carino.
Altre critiche le riservo all'ambientazione e alla scenografia. La casa dei Banks non è la stessa né per dentro né per fuori, di fatto di uguale ha solo il numero. Han cercato di camuffare questa differenza ponendo lo stesso pavimento in entrata. Tentativo mal riuscito. Lo stesso dicasi per la casa dell'ammiraglio Boom. In realtà tutto il Viale dei Ciliegi è completamente diverso dal film del 1965 e una simile differenza poteva essere benissimo ovviata. Non ditemi che una multinazionale come la Disney non sia in grado di ricostruire in maniera perfetta la scenografia di un film di 54 anni prima, perché mi rifiuto di crederlo. Gli unici scenari belli e piacevoli sono quelli del mondo fantasioso della tata, alcuni disegnati altri realistici: a tal proposito voglio far notare che lo stile “pittorico” dei personaggi animati non ricordi affatto il primo film, in quanto i loro tratti sono molto più rettilinei e marcati. Ma tutto sommato non dispiace.
Riassumendo, il film è bocciato. Non si capisce chi sia o siano i protagonisti; la tata ha un ruolo quasi marginale da supervisore, più che da insegnante. Come mette piede in casa dice di essere tornata per aiutare i bimbi Banks, ma in realtà non fa molto, rispetto a quanto si può vedere nel lungometraggio del 1965, con il quale questo film non ha alcun collegamento tranne il ricordo dei due penny. La storia poi non è entusiasmante e molte situazioni sono già viste o quanto meno copiate dal primo. Perfino la tagline è scopiazzato da un altro film "Vi consiglio di leggere piuttosto i libri o, ancor meglio, di fermarvi al primo Mary Poppins.
Grazie per aver letto.
Alla prossima!
Valutazione finale: 😡👎🏼