Interessante, emozionante e avvincente!
Stranamente e miracolosamente, la RAI ha mandato in onda questa serie TV con una celerità mai vista prima, se tenessimo in conto che in Norvegia ha debuttato il 20 ottobre scorso, mentre negli USA in aprile. Insomma, una volta tanto almeno la TV italiana è stata assai veloce.
Questa serie, che in patria consta di 8 episodi mentre da noi 3 (infatti sono stati incorporati in quattro serate), è un altro esempio (alla pari di Isabel) di buona televisione e di come saper sfruttare al meglio i propri talenti facendosi conoscere al grande pubblico, senza svendersi al mercato internazionale. Benché infatti sia stata co-prodotta da una società indipendente norvegese, la Cinenord, per la TV di Stato NRK e dalla statunitense PBS, il reparto tecnico è interamente nordico (a esclusione dei produttori ovviamente) con la sola eccezione degli addetti legati alle varie location di produzione e di parte del cast. Ma le motivazioni sono totalmente logiche e accettabili. Il ruolo della protagonista è affidato a Sofia Helin, attrice svedese con molto seguito sia in patria che in Norvegia e apprezzata anche all'estero; una scelta più attendibile per interpretare la Principessa Marta di Svezia (e Norvegia per nascita e matrimonio) non poteva esserci. Inoltre, senza offesa per Sua Altezza, la Helin ha reso molto più giustizia a Marta (che non era così graziosa). Vi è solo un particolare fuori contesto: la cicatrice; anche se è antistorica, non dispiace. Al suo fianco troviamo gli attori norvegesi Tobias Santelmann e Søren Pilmark nei panni, rispettivamente, del marito il Principe Ereditario Olav (poi Re come Olav V) e del Re eletto di Norvegia Haakon VII. A interpretare, invece, la coppia presidenziale degli USA sono Kyle MacLachlan (attore super-famoso da Twin Peaks a I Flintstones, Il mistero della casa del tempo etc...) e Harriet Sansom Harris nei ruoli del Presidente Franklin D. Roosevelt e della First Lady Eleonor. Due statunitensi quindi. Anche in questo caso non poteva essere diversamente; sarebbe stato assurdo contrattare un norvegese o uno svedese per quelle parti, no?! Probabilmente l'unico “pesce fuor d'acqua” dell'intero reparto artistico è Justýna Brozková (il nome tradisce origini slave, forse ceche), qui interpretante il piccolo principe Harald, ossia l'attuale Re di Norvegia Harald V. Probabilmente si deve la sua scelta alla località di produzione, ossia la Repubblica Ceca. Come si evince, dunque, il cast rispecchia al massimo la provenienza e la nazionalità dei personaggi rappresentati.
Altro punto a favore è la dicitura “BASATO SU FATTI REALMENTE ACCADUTI” che compare in incipit, subito dopo la sigla di apertura e non alla fine (e in sordina), come è avvenuto ne I Medici. Personalmente non sono molto afferrato sulla Storia norvegese ma ritengo che qui, il termine “basato” non sia stato utilizzato impropriamente. Permettimi una piccola parentesi caro lettore/trice. Lo dico e lo ribadirò sempre: è inutile usare la giustificazione del “c'è scritto basato, non è una storia vera” (come mi han detto per la fiction sui Medicei), nascondendosi dietro a un dito; perché quando si trattano argomenti storici realmente accaduti, non è ammissibile una distorsione degli stessi a proprio piacimento solo per fare audience (come è avvenuto ne I Medici e in Leonardo). Se anche in Atlantic Crossing alcune parti dovessero essere state romanzate, non dubito che esse siano state concentrate nei rapporti interpersonali dei protagonisti. Il che sarebbe anche accettabile, purché la Storia sia stata lasciata intatta, come credo sia avvenuto. Chiusa parentesi.
Un altro plauso lo rivolgo al regista e ideatore Alexander Eik (norvegese), per aver saputo dare un'impronta impeccabile in determinate scene. La regia è splendida e le inquadrature sono sensazionali, in particolar modo i viaggi marittimi e le riprese aeree. Ho trovato interessante anche l'inserimento di video originali d'epoca, sebbene avessi preferito che questa commistione tra realtà e cinema fosse più presente. Invece di ricreare alcuni ricordi e momenti essenziali, Eik avrebbe potuto inserire le immagini originali; ma sono quisquilie su cui si può sorvolare. Mentre non concordo sulla decisione di tralasciare le vicende interne alla Norvegia, cioè non mostrare cosa stesse accadendo nel Paese Scandinavo sotto l'occupazione nazista. Tutto ciò che viene detto e sentito è sempre riferito sotto forma di comunicati o voci.
Consiglio assolutamente la visione di questa miniserie, che troverai gratuitamente su RAIPLAY (la registrazione è gratuita) perché oltre a essere istruttiva, racconta alcuni avvenimenti di cui potresti non essere a conoscenza. Tuttavia, prima di farlo, ti consiglio di vedere il film Kongens Nei, meglio noto internazionale col titolo La scelta del Re. Benché la regia sia pessima, lo ritengo un'essenziale prequel/midquel per la presente serie TV in quanto narra l'invasione nazista e le vicende che portarono alla fuga all'estero del Governo e della Famiglia Reale.
Buona visione!