Hai perso il tocco Joanne!
1927. Sono passati quasi sei mesi dalla cattura newyorkese e Grindelwald (Johnny Depp) è di nuovo in circolazione. Tornato in Europa, stabilisce il suo QG a Parigi dove comincia a reclutare seguaci per prepararli e indottrinarli verso il Bene Supremo. Nel frattempo Newt Scamander (Eddie Redmayne) è confinato in Inghilterra, a causa di un reiterato divieto di viaggio impostogli dal Ministero della Magia. Quando però verrà a sapere che l'oggetto delle mire di Grindelwald si trova in Francia, Newt verrà mandato in segreto sul Continente per fermarlo un'altra volta e impedire così altre nefandezze. Comincerà quindi una nuova avventura per il giovane magizoologo, accompagnato anche questa volta da amici di vecchia data.
È sempre difficile cercare di riassumere un film che ha alte aspettative, senza svelare più del dovuto. Come menzionato nella trama Grindelwald riesce a scappare, il che è scontato essendo un mago potente e avendo la bacchetta di Sambuco, quindi non è poi una novità; inoltre non avrebbe avuto senso il sottotitolo. Ecco partiamo da questo. Ah, prima di proseguire caro lettore ti vorrei mettere in guardia: non troverai una recensione rosea ed entusiastica perché questo capitolo mi ha alquanto deluso. Sarà stato forse perché al buio certe scene non si distinguevano bene, o forse per l'audio troppo basso (cavolo, i doppiatori potrebbero evitare di sussurrare e cercare invece di scandire bene i nomi!), ciononostante mi ha lasciato insoddisfatto. La sensazione generale che ho avuto è che la Rowling abbia perso il suo tocco. Per farti capire meglio il mio stato d'animo, oso dire che le dicerie sui sequel in questo caso sono vere: purtroppo il secondo non è all'altezza del primo.
Dicevo, partiamo dal titolo. È totalmente fuorviante a mio avviso, poiché pone delle aspettative che vengono completamente infrante. I crimini di Grindelwald lo si può intendere in due modi: innanzitutto che il mago compia delle atrocità nella trama, per i quali poi probabilmente verrà punito; oppure che si ripercorre la sua storia passata in cui vengono mostrati questi crimini. Penso che già così sia alquanto chiaro, ma preferisco farvi un esempio con un ipotetico spin-off su Voldemort: La nascita di Voldemort.
Questo titolo potrebbe riferirsi all'effettiva vita del mago, prima e dopo la sua nascita oppure a una nascita metaforica, cioè al suo divenire il più potente malvagio stregone. In entrambi i casi andrebbe bene; se invece il titolo fosse appioppato a una trama in cui Voldemort sta tenendo un comizio in piazza, per dire, non avrebbe molto senso. Qui ci troviamo di fronte alla stessa situazione, con la sola differenza che non vediamo né il passato di Grindelwald né azioni malvagie (compiute di sua mano) nel suo presente. Di fatto, Grindelwald non compie nulla di cattivo, tranne che a inizio e fine film; per il restante si limita a parlare, dare ordini e intessere trame. Sì, non è molto entusiasmante da questo pdv.
Se da un lato a Grindelwald non viene attribuita la grandezza che merita, dall'altro a Newt Scamandro non vengono attribuite le capacità curative e le creature visibili in Animali Fantastici e dove trovarli. Le creature magiche con cui il magizoologo entra in contatto in questo film sono relativamente poche e benché molte ne appaiano di sfuggita, non vengono nominate e rimangono quindi in disparte. Proprio come Newt, che non assumendo un ruolo centrale non può essere considerato a mio avviso il protagonista. Inoltre la sua personalità cambia: non si limita a curare gli animali, ma passa a essere un investigatore. Non saprei dire se sia un bene o un male; certo è che sarebbe stato più interessante conoscere “da vicino” le creature. L'unica nota positiva a riguardo è l'ambientazione del rifugio degli animali, nonché tutta la sequenza con il kelpie: “meraviglioso” è troppo riduttivo per descriverla. Peccato sia un fuoco di paglia perché poi le creature, come ho detto, hanno un ruolo marginale tranne lo Zouwu (o Zouyu). Per realizzarlo i disegnatori non si son sforzati molto, avendo usato il muso dello Stregatto di Alice in Wonderland. Però tutto sommato l'esito finale è molto bello. Riguardo le creature gli errori non mancano. Sebbene il kelpie sia davvero magnifico e anche la sua idea di base sia molto accattivante, non è affatto assomigliante alle descrizioni date dal folkore celtico: esso infatti lo descrive come un cavallo bianco infestante i laghi della Scozia che, all'occorrenza, può assumere fattezze umane. Una sorta quindi di Limnade (una naiade dei laghi) cattiva che si trasforma in un equino. Se poi volessi esser del tutto pignolo, allora potrei dire che la scena del salto fuor d'acqua del kelpie è simile a quella con l'ippocampo in Percy Jackson e il mare dei mostri. Altro errore di rappresentazione riguarda il kappa. Se tenessimo conto della descrizione data nel manuale di Scamandro, allora la sua realizzazione cinematografica risulterebbe perfetta, ma non sarebbe adeguata alla mitologia giapponese, cui ci andrebbe solamente vicino. Oltretutto sorge una domanda: dove ha messo tutti gli animali che aveva nella valigia? Boh... spariti.
Per quanto concerne l'ambientazione e il cast anche qui avrei qualcosa da ridire ma ho paura di svelare troppo. Mi limiterò quindi, in un primo momento, a trattare di personaggi già visti e poi apporrò la solita avvertenza.
Riguardo al cast, mi concentrerò solamente sui personaggi presenti nel primo capitolo. Innanzitutto ho già parlato di Johnny Depp dal pdv del personaggio di Grindelwald; da quello dell'attore, ribadisco le mie opinioni concernenti il fatto che non lo reputo adatto per quel ruolo, per quanto lo stia interpretando al meglio. Sulla sua recitazione infatti non ho nulla da dire. Avrei preferito senza dubbio qualcun altro al suo posto: per esempio Farrell sarebbe andato bene, ma rimango dell'idea che il migliore sarebbe stato Jamie Campbell Bower, che qui e nella saga originaria interpreta Grindelwald da giovane. C'è un altro attore che non mi piace per il ruolo affidatogli, ma per evitare di rovinare la sorpresa ne parlerò nella sezione spoiler.
In questo film ricompaiono anche Katherine Waterston, Dan Fogler e Alison Sudol nei rispettivi ruoli di Tina Goldstein, Jacob Kowalski e Queenie Goldstein. Per quanto riguarda Fogler e Sudol non mi esprimo perché non ho nessuna osservazione da fare, tranne che non ho trovato affatto positivo il cambiamento del timbro vocale dei doppiatori italiani, benché siano gli stessi: forse sarà una mia sensazione, eppure Jacob parla in maniera più greve, mentre la voce di Queenie va oltre il pentagramma da quanto è acuta. Ripeto, forse sarà una mia sensazione. Invece riguardo la Waterston, ho una piccola considerazione sul suo personaggio: da un lato mi è piaciuto che sia più sicura di sé e più determinata, dall'altro però è avvolta da un'aura così dark (dal look alle movenze), da poter essere scambiata per uno dei cattivi. È diventata troppo austera e questo non mi entusiasma In ogni caso le interpretazioni e la recitazione dei suddetti e di Redmayne sono impeccabili, senza nulla aggiungere... o togliere.
Questo è quanto posso dire apertamente senza rischiare di anticipare troppo. Adesso però, scriverò alcune mie impressioni riguardo a persone e luoghi originali in maniera molto più esplicita, perciò caro lettore se non vuoi rovinarti la visione (già più di quello che spero non aver fatto), ti consiglio di saltare ai saluti finali.
In questo film fanno la loro comparsa personaggi più o meno nuovi e ne ritroviamo uno “risuscitato” dal capitolo precedente. Sto parlando di Credence Barebone interpretato da Ezra Miller che è riuscito miracolosamente a scampare da morte certa. In questo film lo vediamo più sicuro di sé, meno impacciato e di certo meno succube che nel precedente; inoltre ha un look completamente diverso. Questo cambiamento l'ho apprezzato davvero molto, perché il Credence del primo film onestamente non lo sopportavo. Era anche ora di fargli uscire gli attributi. Benché sia ancora un po' spaurito e riservato, ci accorgiamo che sta avvenendo una trasformazione nel personaggio, in negativo (non lascia presagire nulla di buono), ma almeno comincia a reagire. Come in Animali fantastici, anche qui incarna l'oggetto del desiderio di Grindelwald e di Newt, con opposti propositi, (al quale si aggiungerà una terza forza) e mentre quei due cercano di attirarlo dalla loro parte, Credence gira per Parigi in cerca delle sue origini con una nuova amica. Ecco, non vi svelerò il nome dell'amichetta ma quello dell'attrice che la impersona: Claudia Kim. Ho letto, qualche ora fa, alcune notizie su Internet riguardanti proteste e critiche dei fan per la scelta dell'attrice con accuse di discriminazione: personalmente non sono d'accordo, che l'attrice sia coreana, asiatica (in generale) od occidentale non è rilevante. Ha ottenuto un ruolo interessante (che malgrado ciò poteva essere sviluppato meglio), il quale ha interpretato magnificamente. Se proprio dovessimo criticare la Rowling, lo dovremmo fare sulla scelta della nazionalità dell'interprete e sul personaggio, un Maledictus. Insomma tutti 'sti nomi alla latina stanno iniziando a diventare banali e ripetitivi. Per quanto riguarda la nazionalità, beh la colpa è dell'autrice stessa che rispondendo a una delle critiche, ha affermato che i naga, l'essere mitologico interpretato da Claudia Kim, sono diffusi nella cultura indiana e del Sudest asiatico (Indocina e Indonesia in primis). Che ci azzecchi quindi una coreana non si sa, ma in ogni caso la Kim è spettacolare. Altro personaggio introdotto che ho apprezzato, è Nicolas Flamel interpretato da Brontis Jodorowsky (che a discapito del cognome, non è polacco o di etnia slava). Il modo in cui lo hanno reso esteticamente mi è piaciuto molto sebbene, naturalmente, non corrisponda alle litografie e ai ritratti posseduti. Perché ricordati, caro lettore, che Flamel è realmente esistito. Qui è smunto, pallido, magrissimo al limite dell'anoressia e la sua motivazione per questo aspetto è la sua natura immortale. Questo espediente lo condivido solo in parte e lo spiegherò in calce. Per rendere ancor più l'idea di un uomo vecchio e fragile, Jodorowsky gli attribuisce una camminata veloce ma con piccoli passetti, nello stringere una mano lo fa con delicatezza e anche un oggetto normale come un libro gli risulta pesante. Quando si dice “entrare in un personaggio”. Nel film ha un ruolo marginale e lo si vede intento a dialogare con una foto di una donna. Si tratta di Eulalia Hicks, una professoressa della scuola nordamericana di Ilvermorny impersonata da Jessica Williams. Questa informazione ve la svelo, perché la targhetta col nome inciso è talmente piccola che non si vedono neanche le lettere, solo delle righe.
Rimanendo in tema scuola, viene presentata la figura di una giovane Minerva McGranitt la quale, personalmente, non trovo molto somigliante nell'atteggiamento con la straordinaria strega, cui ci siamo affezionati grazie all'interpretazione magistrale di Maggie Smith. A quanto pare da giovane era più vispa, meno riflessiva e senza dubbio coi nervi a fior di pelle. Inoltre per quanto sia bello che venga presentata come una contemporanea di Silente, in realtà questo rappresenta un'incongruenza dato che il professore era solito bersi l'elisir di lunga vita con l'amico Flamel. Perciò visto che nella saga di Harry Potter viene presentato come un uomo ultracentenario, o la McGranitt si faceva dei cicchetti di Elisir con gli altri due, oppure la cosa non può sussistere.
E allora adesso parliamo di lui, di Albus Silente, il quale fa uno spettacolare ingresso in questa pentalogia. A interpretarlo è Jude Law e anche in questo caso, come per Johnny Depp, la scelta non mi pare ottimale: il Silente di Law è troppo dandy, troppo esuberante. D'accordo, ha un centinaio di anni in meno ma non so c'è qualcosa nel protagonista di The young pope che proprio non mi convince, sopratutto a livello estetico. Ho letto che era stato preso in considerazione il nome di Jared Harris, figlio del primissimo Silente, Richard Harris; forse sarebbe stato più somigliante al professore anziano. Non lo sapremo mai. Ciò che invece mi è dispiaciuto davvero è il fatto che in questo film non ci sia nessun tipo di flashback (rilevante) sull'adolescenza e l'amicizia tra Silente e Grindelwald: ci sono sì dei momenti e degli sprazzi di vita, ma fatti salienti e succulenti come la morte accidentale di Ariana, per esempio, non vengono rappresentati. Mi sarei aspettato, e penso anche tutti coloro che sapevano della presenza del professore, in un'attenzione maggiore rispetto al loro travagliato rapporto. Al contrario, per quanto il colpo di scena sia originale e sorprendente, vengono aggiunte informazioni sulla vita privata di Silente che non coincidono con quanto letto e sentito nei libri e nei film di Harry Potter (per capire a cosa mi riferisco dovete vederlo tutto, fino alla fine). Prendendo in prestito le parole espresse nella critica rivolta all'autrice menzionata nei paragrafi precedenti, ho capito che nel libro non ha inserito numerosi dettagli e peculiarità, però nemmeno distorcere la realtà. Ci son dei punti fissi che non si possono cambiare. Speriamo che nel prossimo capitolo la Rowling ricorra ai ripari. Lo stesso potrei dire in riferimento all'enorme indignazione generale dei fan relativa alla mancanza di qualsiasi rappresentazione della sfera emotiva/sentimentale di Silente e quindi della sua omosessualità. Io capisco tutti gli altri, ma onestamente non sono stato turbato da questa mancanza; sinceramente non ci ho dato nemmeno peso. Fermo restando che l'autrice anni fa confessò solamente che si immaginava Silente gay, ciò non vuol dire che sulla carta poi debba per forza esserlo e anche lo fosse (e saremmo tutti contenti), mi chiedo cosa si aspettassero di vedere i fan: piume di struzzo? Mani svolazzanti? Gilet damascati? Abiti in lillà? (Ok il gilet c'è). O forse qualcosa di più esplicito tipo baci, abbracci e carezze? Forse, e ripeto forse, è un bene che non abbiano inserito alcunché di rainbow, perché in questo modo lo spettatore può volare con la fantasia. Qualche gesto frainteso, qualche sorriso, qualche occhiata son tutti elementi che uno spettatore può interpretare in maniera diversa. Se osservaste bene l'ultimo dialogo tra Silente e Newt forse potreste infatti scoprire qualcosa.
Aggiungo un ultimo accenno sull'ambientazione e poi la finisco, perché mi sto dilungando troppo. Per quanto riguarda la scenografia ho apprezzato molto l'architettura e la resa stilistica del Ministère des Affairs Magiques, il Ministero della Magia francese; un po' meno la sua ubicazione. Sebbene si tratti di una metropolitana, risulta comunque un espediente banale già utilizzato per gli uffici del corrispettivo inglese. Cambia la struttura ma sempre sottoterra rimane. Trovandosi a Parigi, sarebbe stato molto più affascinante e seducente se si fosse trovato, che ne so, sulla Torre Eiffel o ancor meglio in un palazzo ottocentesco. Parigi ne è piena cavolo! Anche il Louvre poteva essere una sede perfetta. Non capisco perché andare a ricopiare una cosa già fatta.
Se questa recensione-papiro vi sarà utile a mettere in discussione e/o verificare le vostre impressioni, oppure vi invoglierà (o meno) a vedere il film, allora sarà servita al suo scopo. In caso contrario, pazienza.
Buona visione e alla prossima!
Valutazione finale: 🤐🤐
PS: in questo film viene introdotto il nuovo logo della Wizarding World, il franchise del mondo creato dalla Rowling, gia usato per il gioco Harry Potter: Hogwarts Mistery, di cui penserò pubblicare un post più avanti.
P.P.S: rivedendolo (è il 6/3/2019) mi sento di riconfermare quanto scritto sopra, il film delupe un po'. Però ammetto (e riconfermo) che ci sono molti aspetti ben ideato, progettati e realizzati. Ma la storia non è molto sostanziosa.
- La scena della fuga di Grindelwald è spettacolare. L'unica pecca è che nel primo film la presidentessa del MACUSA ha rotto tanto sulla segretezza, e dopo sei mesi fa precipitare nel vuoto una carrozza. Quella i No-Mag non la vedono?
- La carrozza con tutti quei lucchetti magici trainata dai Thestral è strabiliante. Molto ben realizzata ed efficiente e la corsa sull'acqua è stupefacente! Anche l'uso dei Thestral, al posto degli Abraxas è molto interessante.
- Parigi mi piace molto come ambientazione e difatti non lo ritratto, tuttavia non ho potuto fare a meno di fare una considerazione dato il periodo trattato. Il ventennio fascista purtroppo rappresenta una macchia nerissima del nostro passato dal quale non riusciremo mai a ripulirci, eppure in questo caso poteva costituire un'interessante cornice narrativa per lo sviluppo del “pensiero” e delle azioni di Grindelwald. Però forse, ripensandoci, i maghi fascisti sarebbero stati troppo estremisti per l'oscuro mago. Avrebbero considerato i “non maghi” delle nullità, delle bestie da annientare e/o soggiogare; Grindelwald invece, da quanto ho capito, pur usando i Babbani per i suoi scopi, non è predisposto al loro annichilimento. Vabbè comunque poteva essere interessante.
- La statua del Ministero della Magia britannico ha una sola statua perchè non era ancora stata firmata la carta dei diritti delle altre creature magiche, la cui dignità quindi non era riconosciuta. Anche il tavolo della sala è molto bello, sebbene non abbia capito se si trattasse di una specie di sfera di cristallo liquida oppure un Pensatoio.
- Il soffitto del Ministere des Affaires Magiques è decorato con le costellazioni animate dello zodiaco di Hevelius. Inoltre è molto bella l'idea di usare le locandine animate per gli avvisi del Ministero, quelle tipiche delle bacheche in stile Art Nouveau che si vedono (ormai raramente) a Parigi. La cosa strana è che non appaiono mai gli auror francesi, anche quando Credence distrugge l'appartamento non si vede nessuno. Un due personaggi li potevi mettere Joanne!
- Il ragionamento di Flamel “ sono immortale = non mangio” non regge, perché per essere immortale Flamel deve bere l'Elisir di lunga vita a ripetizione, quindi ciò presume che debba comunque continuare a nutrirsi. Altrimenti non rimarrebbe che poca carne sulle ossa.
- Le immagini della Seconda Guerra Mondiale sono state realizzate molto bene, specialmente il bombardamento di Dresda e la bomba di Hiroshima. Tuttavia l'espediente di usare immagini di storia già accorsa per giustificare azioni di personaggi inventati è una cosa già vista e usata, sebbene efficace.
- Ho apprezzato molto l'idea di far riacquistare la memoria a Jacob. Ero rimasto male alla fine del precedente; mentre il cambio di rotta di Queenie è davvero sorprendente. Resta da capire perché Tina non faccia nulla per fermarla, ma un motivo ci sarà.
- Anche la scena dei fratelli uno dietro l'altro con la confessione d'amore rivolta a uno di essi è banale, già vista e usata in altri film. Dalla Rowling mi aspettavo di meglio.
- Idem per quanto riguarda la descrizione del Maledictus: alla fine non differisce molto da un Animagus, anzi potrei dire che sia un Animagus maledetto.
- L'inquadratura di Nurmengard così in lontananza è meravigliosa però non si distingue il castello. Forse han voluto risparmiare ore di lavoro. mah. Speriamo l'esterno si veda più da vicino.
- Il finale è sorprendente in negativo, perché sconvolge la vita di Silente aggiungendo parenti che non vengono menzionati nella saga primigenia: se non ricordo male Aberforth e Silente dicono esplicitamente di essere in cinque in famiglia.
Aggiornamento 2: aggiungi nuovi punti nella sezione precedente e un nuovo post scriptum. (Aggiornato il 7/3/2019)
Aggiornamento 3: modificata l'impaginazione. (Aggiornato il 28/12/2020)