Storia di un Donna rivoluzionaria
Ieri sera è andato in onda su Rai 1 Storia di Nilde, questo bel “docu-fiction”, come lo hanno definito, incentrato sulla figura di Nilde Iotti (interpretata da Anna Foglietta), la prima donna a essere eletta Presidente della Camera dei Deputati; carica che, per altro, mantenne ininterrottamente per 13 anni. Proprio giovedì ricorrevano i ventanni dalla sua scomparsa (deceduta il 4 dicembre 1999 a Poli, presso Roma) e anche i quarantanni della sua elezione, avvenuta il 20 giugno 1979.
Il primo pensiero che ho avuto all'inizio di questo film TV, di questo documentario, è stato:
Bella questa commistione tra fiction e realtà. ?????? molto bella! #StoriadiNilde pic.twitter.com/a8VuuK7gMu
— Ma io sopra o sotto? (@Maiosopraosotto) 5 dicembre 2019
Ho trovato interessante infatti questo gioco tra realtà e finzione, tra narrazione e Storia, integrando a momenti ricostruiti per ovvi motivi (non esistono filmati di ogni momento della giornata della Iotti, come di qualsiasi altro personaggio pubblico, naturalmente), video originali.
Fin dalle prime sequenze dunque, mi è parso un film TV biografico come già se ne sono visti in passato (per esempio: Gli anni spezzati, Trilussa, Pietro Mennea, Anita Garibaldi, Dalida), con questa però nuova particolarità. Quando poi son iniziate le interviste, allora ho incominciato a storcere un po' il naso per una serie di ragioni: la prima è che il significato di film TV o “docu-fiction”andava a perdersi, parendomi più una puntata di Ulisse o a.C.d.C con scene tratte da uno sceneggiato che di fatto non esiste. Permettetemi di aprire una parentesi:
Il secondo motivo è la presenza dei giornalisti. Anche in questo caso ormai è diventata una prassi coinvolgere giornalisti in questioni che non li pertengono. Se c'è, infatti, una cosa che odio è veder interpellare i giornalisti (ieri pure un direttore della radio) per fare il lavoro degli storici. Ma scherziamo? Questa tendenza deve o dovrebbe essere subito dismessa e ognuno dovrebbe tornare a fare il proprio lavoro nel proprio ambito, senza arrogarsi pretese altrui (tipo inventarsi nomenclature false e prive di senso, vedi “Seconda Repubblica”). Detto questo, le interviste non mi sono affatto piaciute, per quanto significative; avrei preferito di gran lunga continuare con l'impostazione cinematografica (con pure i video originali), senza le dichiarazioni dei politici o giornalisti al seguito.
Terza ragione del mio scontento riguarda la trama in sé. Ho scritto inizialmente che la vicenda ricopre gli anni dal 1944 al 1979, ripercorrendo date salienti (Costituente, attentato di Togliatti, i suoi funerali, la legge sul divorzio, ecc..) con salti vertiginosi anche di un decennio e terminando con il discorso di giuramento (e nemmeno tutto) di Nilde Iotti come Presidente della Camera. Dato il titolo, mi aspettavo di vedere narrata tutta la sua vita e non solo l'inizio di quella politica, continuando quindi con gli anni della Presidenza e la sua partecipazione al parlamento del Consiglio d'Europa (CdE). Le foto finali, con le più famose personalità, non sono altro che un contentino.
Per quanto riguarda il cast, un plauso la protagonista se lo merita perché è stata molto brava per quanto poco rassomigliante; ecco forse il trucco poteva essere migliorato, invecchiandola un pochino di più sul finale. L'attore interpretante Palmiro Togliatti (capo del PCI dal 1927 al 1964), Francesco Colella, invece non mi ha particolarmente entusiasmato risultandomi poco incisivo e il suo ruolo troppo marginale, se consideriamo che fu il compagno della Iotti per lungo tempo.
In conclusione aggiungo che questo “documentario” poteva essere certamente realizzato meglio. Al di là della scelta del formato, ne consiglio comunque la visione perché tratta di argomenti importanti per la Storia italiana e sopratutto parla di una Donna, con la D maiuscola, che ha saputo farsi largo in un mondo maschilista e che fu un'avanguardia per il ruolo femminile italiano.
Buona visione!
PS: nel documentario c'è un errore. Iotti parlando con Andreotti lo chiama "presidente", ma di cosa non ci è dato saperlo; infatti a quel tempo (1974) non era nè Presidente della Camera, né del Senato, né tantomeno del Consiglio dei ministri. Quindi, perchè chiamarlo "presidente"?
Valutazione finale: ?