Un tripudio di cliché
La storia narra le vicende sentimentali di un adolescente statunitense, Benjamin Bentley (Grant Davis), nell'arco di un decennio. Dopo essere fuggito in seguito a una delusione amorosa liceale, Ben farà la conoscenza di Jace (Ben Bauer), un assistente di volo, sull'aereo che lo riporterà temporaneamente a casa. Il loro rapporto, tuttavia, verrà messo a dura prova dalla ricomparsa dell'amore passato di Ben e apparentemente non ancora dimenticato: Tim Wayman (Davi Santos).
Cosa dire di questo film? Beh non belle cose. Innanzitutto qualche informazione generale.
Si tratta del terzo film prodotto dalla “nuova” casa di produzioni Blue Seraph Productions ed è basato sul primo capitolo della saga romanzesca Something like... della scrittrice Jay Bell.
In realtà sarebbe più corretto definirlo musical, in quanto le parti recitate sono integrate da delle canzoni cantate dal protagonista e spalleggiato, in alcune, dalla sua amica Allison (Ajiona Alexus). Già questo è un punto a sfavore. Possono piacere o meno, in ogni caso non avrebbe modificato di molto le impressioni finali.
A mente fredda posso affermare di aver trovato questo film banale, caotico e poco ben fatto. Per quanto concerne la banalità, essa concerne essenzialmente la storia in sé: si tratta di una classica commediola romantica pregna dei troppi cliché “rubati” dai film del vecchio secolo. Battute sdolcinate, frasi fatte, comportamenti da ragazzine stupidine (come le fughe dopo i litigi o dopo aver beccato il fidanzato con un'altra); manca solo la mano sulla fronte e la testa reclinata all'indietro in pieno stile Raffaella Carrà e il tuffo negli anni Venti-Trenta è assicurato. Inoltre nemmeno le musiche di sottofondo (quelle, per capirci, usate per enfatizzare una scena piuttosto che un gesto) hanno aiutato: con molta probabilità sono state composte da qualcuno che lavora alla Disney perchè le melodie son pressoché identiche a quelle usate nei “cartoni”. E gli effetti son troppo stantii e già visti/sentiti più volte.
Riguardo la caoticità bisogna rimanere nell'ambito della trama e concentrarsi sull'aspetto narrativo. Sostanzialmente la storia si sviluppa nell'arco di una decina di anni con dei passaggi temporali ben impostati, ma poco chiari, che fa risultare il tutto poco fluido. Il passare degli anni è infatti indicato dalle solite diciture (es: “due anni dopo”, “sei mesi dopo” ecc..), che sono però inserite nelle scene come dei messaggi occultati con degli espedienti (es: una scritta su un grembiule o su un tabellone pubblicitario sullo sfondo) che a volte risultano illeggibili. Se non colti, potrebbero creare confusione nello spettatore che si trova quindi a non cogliere l'evolvere della situazione. A complicare le cose è la mancanza di un invecchiamento evidente dei personaggi, dettato solo dal cambio della pettinatura o da una gravidanza fittizia, del tutto superflua (toglietele la panciona e la ragazza risulterebbe uguale che a metà film). Una maggiore ricerca nei dettagli non avrebbe guastato.
Infine ho definito il musical “poco ben fatto”, poiché in certi momenti la regia è stata davvero mediocre, con “terremoti” visivi (telecamere che tremavano), incertezze nelle interpretazioni e incursioni delle ombre delle apparecchiature. Certamente si trattano di piccolezze, che però si dovevano evitare. In questi frangenti, la regia è paragonabile a quelle amatoriali, fatte “in casa”. Perfino i registi italiani (o francesi), con la loro mania per tutte queste inutili commedie, avrebbero saputo fare di meglio. Aggiungo inoltre che sono presenti nella storia alcuni aspetti (es: la passione artistica) che avrebbero meritato maggior risalto e uno sviluppo più approfondito; lasciandoli in secondo piano, risultano invece superflui (es: gli incendi).
Tenendo conto di questi fattori, non posso non ritenermi deluso per quanto visto ed è stata una delusione in divenire perché, almeno inizialmente, la storia prometteva bene. Il finale poi è pessimo e prevedibile.
Se anche voi fate parte della schiera di persone che non vede l'ora di guardare questo film e impazzisce aspettando i sottotitoli, beh personalmente vi consiglierei di lasciar perdere. Non vi perdete nulla; se vi piacciono le commedie romantiche è molto meglio Tuo, Simon.
Alla prossima!
Valutazione finale:😡👎🏼
Caro lettore, una precisazione sulla reperibilità: mentre il musical lo potrai reperire facilmente in streaming e in buona qualità, i sottotitoli in inglese ancora non si trovano, benchè sia passato più di un anno. Figuriamoci quelli in italiano.
Quindi se non sei un esperto della lingua o non hai una buona orecchiabilità, la visione potrebbe risultare ostica. Tale difficoltà è causata sia dalla presenza di slang locali e di parole gergali, sia dalla qualità dell'audio che per quanto ottimale risulta comunque ovattata e bassa in certi momenti. Io ho trovato per puro caso una versione sottotitolata (in maniera pessima) in spagnolo e comunque ho avuto dei problemi. Spero che a te vada meglio.