Herr Professor, perdonalo perchè non sa ciò che ha fatto!
Come preannunciato giorni fa nella recensione del romanzo, mi accingo ora a esaminare il film di Narciso e Boccadoro, uscito lo scorso anno in Germania. Ma prima la trama.
BOCCIATO!
Senza nemmeno perder tempo, parto direttamente dalla valutazione finale. Lo boccio in piena; non vale la pena sprecare 2h e rotte a guardarlo. Perché? Semplice: il regista ha rovinato il libro!
La storia è totalmente stravolta, così come lo sono i personaggi. Non c'è, infatti, nessun elemento che si possa ricondurre al racconto del libro; o meglio gli elementi ci sono ma sono tutti ingarbugliati e sconquassati al punto da risultare una sceneggiatura creata ex novo.
Ho riscontrato moltissimi errori (ma veramente tanti), che inserirò in calce; tuttavia, caro lettore/trice, ti consiglierei di leggerli solamente se avessi già presente il romanzo, altrimenti ti precluderesti la gioia di scoprire da te le avventure di questi due giovani.
Gli sconvolgimenti maggiori riguardano sopratutto l'età dei protagonisti, il loro carattere e quello di altri personaggi di contorno. Per quanto debba ammettere che Jannis Niewöhner rappresenti davvero un perfetto Boccadoro, biondo e bell(issim)o come descritto da Hesse, la sua recitazione non è ottimale e la colpa bisogna imputarla in parte anche agli sceneggiatori e al regista. Il Boccadoro del film è assai diverso da quello letterario: è sicuro di sé, non è assalito da dubbi, non si isola dal mondo compiendo riflessioni su temi importanti. Sembra più uno spensierato giovanotto che non usa la testa e, oltretutto, non sembra affatto un vagabondo quanto semmai un adolescente durante un interrail (altro errore: nel libro Boccadoro non ha una mèta precisa). Poi, se vogliamo fare proprio le pigne, allora sarebbe stato alquanto raro vedere durante il Medioevo un ragazzo ventenne o giù di lì con un fisico super scolpito, ma possiamo sorvolarci. Apro e chiudo subito un'altra parentesi: anche sul look da vichingo ci sarebbe da ridire, per quanto lo renda ancor più figo.
Invece completamente sbagliata è l'interpretazione di Sabin Tambrea nei panni di Narciso: il suo personaggio è troppo allegro e gaudente da ricordare anche solo vagamente il ragazzo (e poi uomo) austero, serio ma comunque bonario del romanzo. Hesse non si sarebbe mai sognato di vedere Narciso fare a gara a chi arriva prima a messa! No, con Tambrea il regista ha commesso un errore madornale. Inoltre, come dicevo, anche l'età è sbagliata. Difatti né Narciso né Boccadoro sono due bambini all'inizio della storia e sul finire sono molto più vecchi. Certo, Hesse non rivela mai dettagli precisi, ma si può intuirne comunque l'età a ritroso; la modifica del regista ha dunque giustificato l'introduzione di personaggi non presenti nel romanzo.
Infine chiudo questa parentesi sui protagonisti sottolineando un'altra alterazione: il regista ha voluto spezzare il racconto e assemblarlo in modo tale da far raccontare a Boccadoro le proprie avventure come in un flashback; peccato però che così si perda tutta la cronicità del romanzo. E a proposito di tempo, Ruzowitzky ha scandagliato la vita dei due giovani con precisi periodi temporali, totalmente estranei alla storia di Hesse. Come ho già scritto, Hesse descrivendo un tempo e una cronologia vaghi, ha reso la sua opera affascinante e accattivante: da questo p.d.v. è atemporale, perciò non si sa quanti anni passino dall'inizio alla fine. Eppure... eppure è presente un filo logico-narrativo che permette di seguirne le tappe; filo reciso dalla scelta di Ruzowitzky. Altro punto focale del romanzo sono l'incertezza e il mistero (specie nell'amicizia tra i due ragazzi), assenti nel film.
Passando agli attori secondari, vale lo stesso discorso: innanzitutto molti dei personaggi che Boccadoro incontra li troviamo in situazioni totalmente diverse da quelle romanzate (es: Lisa qui è una zingara che viaggia con una comitiva e non una donna sposata che torna dal marito); è palese l'uso dell'espediente per accorciare la storia e quindi il film; con il risultato però di rovinare il racconto. Secondo poi, anche i loro atteggiamenti e caratteri sono sballati: così una donna da seria, ligia ma innamorata si trasforma in una stronza acida, viziata e civetta; mentre una bigotta, gelosa e acida diventa una sorridente e allegra fanciulla. Per non parlare poi degli uomini. Come se non bastasse, sono stati tagliati vari incontri con altre comparse che invece sono essenziali sia per il racconto, sia come testimonianza del vivere di quei tempi. Al loro posto sono state inserite delle scene inventate e inutili e molte altre sono state deturpate. Una di queste per esempio è la notte brava al villaggio. Innanzitutto gli ambienti e i personaggi coinvolti non corrispondono alla descrizione, ma quello che mi ha maggiormente infastidito è che il Ruzowitzky abbia sporcato un momento così cruciale, con una scena quasi pornografica totalmente inventata e “sudicia”: ha eliminato un episodio che era già scritto in maniera perfetta, che non implicava il sesso e sopratutto era qualcosa di innocente e significativo, con una cosa … non saprei nemmeno come descriverla. Non sono un moralista, non fraintendermi, è solo che non centra nulla. È come se Cenerentola, invece di parlare coi topini, li uccidesse con le trappole e li desse in pasto a boh, un falchetto. Un'altra sequenza è quella dell'incontro tra Narciso e il “principe” (che principe non è). Il regista ha creato una farsa che ha distrutto il senso di quell'incontro e del contesto storico.
Anche il senso e la morale del racconto sono stati rovinati; anzi, non ci sono proprio. Tutta la retorica e la filosofia, le riflessioni, i sentimenti e le forti emozioni che Hesse ha voluto far trasudare dalle proprie pagine sono stati eliminati. Questo vale tanto per il rapporto tra Narciso e Boccadoro, quanto per la narrazione in sé. Il viaggio intrapreso dai protagonisti non è solo un viaggio attraverso il Paese (che per altro qui non traspare), bensì anche un viaggio interiore, nella propria anima. Il linguaggio di Hesse permette al lettore di immedesimarsi in Narciso e in Boccadoro, di palpare con mano le loro sensazioni e questo il regista non lo ha reso. In un colpo solo quindi Ruzowitzky ha ucciso, ripeto, sia la storia che il suo messaggio di fondo.
Certo lettore/trice, potresti replicare che l'opera scritta è sempre migliore di quella cinematografica o che le parole sanno esprimere concetti più profondi delle immagini o che so io. Ma il punto è: se togli la linfa a una pianta, essa muore. Lo stesso vale qui: se si toglie l'essenza a un racconto, non ha più significato. Mi ha davvero deluso! Ah! Che poi, scordati tutte quelle belle descrizioni, quelle rappresentazioni poetiche che l'autore inserisce; il primo paragrafo del Capitolo I? Tutto eliminato.
È evidente la volontà del regista di voler realizzare un buon prodotto, basandolo sì sul testo ma riscrivendolo per renderlo più storico, più attinente alla realtà. Ciò lo ha condotto a inserire elementi totalmente estranei al testo (le vergate agli alunni, gli zingari, le processioni, le fustigazioni, i ratti a migliaia ecc...) e per giunta superflui: il più sconvolgente tra questi è il finale. Vi potrei scrivere un intero “articolo”, perché è inventato di sana pianta! Una cosa assurda e inconcepibile! Forse, ripeto forse, sembra quasi che da un lato Ruzowiztky abbia voluto omaggiare il film Il nome della Rosa del 1986 e dall'altro abbia voluto imitare la passione di Ron Howard per riscrivere (in peggio) tutti i finali di Dan Brown. Davvero illogico!
Mi spiace dirlo ma questo film è davvero una porcheria. Si salvano solo le scenografie: paesaggi stupendi, vedute panoramiche straordinarie, città e palazzi evocativi, alcuni interni interessanti. Anche le sculture in legno del finale son molto belle, per quanto troppo moderne. Peccato solo il “convento” e lo scrivo tra virgolette, perché ricorda semmai un castello. E dire che il monastero del romanzo esiste davvero. Si tratta infatti del convento di Maulbronn nel Baden-Württemberg, nel quale Hesse studiò e che appunto descrive.
Mi fermo qui. Io son uno di quelli che ama le trasposizioni fedeli o quanto meno che abbiano un 90% di fedeltà. Invece in Narciso e Boccadoro non si trova nulla di tutto questo: sì c'è la storia di due ragazzi e della loro amicizia, ma ripeto il resto è tutto stravolto. È come se qualcuno girasse un film sull'Inferno di Dante e facesse girovagare il Sommo Poeta e Virgilio per il GRA o per la Salerno-Reggio Calabria.
Pertanto, a mio avviso, non vale la pena vederlo e sprecar tempo.
Grazie per aver letto fin qui.
PS: forse questo film uscì per commemorare i 90 anni del romanzo. Ma visto il risultato potevano anche evitare.
PPS: il regista ha quasi sorvolato sugli ebrei, trattando l'argomento con le pinze. Tema ancora troppo scottante in Germania?
Valutazione finale: 😡😡😡😡👎🏼
DIFFERENZE ED ERRORI CON IL LIBRO (da leggere dopo aver letto il suddetto)
- L'inizio è diverso, si comincia subito con l'arrivo di Boccadoro e si rovina la magia delle descrizioni. Perciò è stata eliminata tutta la parte iniziale del libro.
- Narciso e Boccadoro sono due bambini, mentre nel libro sono già adolescenti. Inoltre le loro personalità sono diverse.
- L'incontro tra il padre di Boccadoro e l'abate, così come il primo incontro tra Narciso e Boccadoro, è completamente diverso. Inoltre anche la rappresentazione del padre è sbagliata.
- Boccadoro non sviene durante la messa.
- Padre Anselmo non è un giovane monaco erborista, bensì un vecchio acciaccato da molti dolori, presente solo nella prima parte del romanzo.
- Hesse non descrive violenze fisiche dei monaci sugli scolari.
- I costumi son belli, ma non proprio confacenti con le personalità dei personaggi.
- Boccadoro non si mette a miniare; tuttavia è interessante come scelta.
- La scena del villaggio (e quella precedente) è inventata di sana pianta. Si perde la magia del racconto e la sua morale;
- Benché la fontana non sia quella reale del convento di Maulbronn, il colpo d'occhio è spettacolare.
- I dialoghi tra Narciso e l'abate sono falsati, non c'è quella bontà paterna e quella preoccupazione presenti nel testo. Inoltre si fanno troppe insinuazioni impertinenti.
- Boccadoro non incontra una comitiva di zingari fuori dal convento e Lisa non ne fa parte.
- L'incontro tra Lisa e Boccadoro avviene in altre circostanze.
- Narciso non si flagella per punirsi!
- Vi sono salti temporali inspiegabili, creati ad hoc dal regista.
- L'abito bianco dell'abate è un chiaro riferimento all'abito papale.
- Boccadoro non guadagna soldi mettendo a disposizione le proprie doti di scolaro. Non prende proprio soldi.
- Boccadoro non ha una mèta precisa e ricerca la madre in maniera differente.
- L'incontro tra Boccadoro e il nobile cavaliere, nonché il rapporto con le sue figlie è totalmente diverso.
- Forchetta e coltello a tavola è nel Medioevo? Un'assurdità. Erano usate solo (e nemmeno) da principi e re; inoltre sembrano stoviglie moderne.
- Il nobile (che non è tale) non detta a Boccadoro una crociata contro i pagani e il ragazzo non diventa il precettore delle figlie.
- La descrizione delle figlie è sbagliata, inoltre l'avvertimento detto a Boccadoro non viene da Giulia ma da Lidia.
- Il cavaliere non scopre le figlie a letto con Boccadoro e non lo lascia nudo in una radura.
- Alfredo non è un apprendista di maestro Nicola; per di più tutta la situazione e l'ambientazione sono diverse.
- L'incontro tra Boccadoro e Nicola avviene in altre circostanze, il giovane non disegna su un foglio la madre.
- Non è vero che Boccadoro impiega due anni a spazzare e a fare da garzone per Nicola.
- La statua di Giovanni presenta delle diversità, però è davvero bella. Oltre ciò la sua destinazione d'uso non viene menzionata, anzi viene stravolta e solo Nicola la vede.
- Mancano completamente alcuni personaggi che sono essenziali nel racconto. Mentre altri sono stati aggiunti di sproposito, come Lotario. Quindi tutte le scene con lui sono inventate di sana pianta.
- Lena non è una serva presso maestro Nicola; le personalità di quest'ultimo e di Elisabetta sono totalmente fuorvianti.
- Lena incinta è un'invenzione del regista.
- L'episodio di Boccadoro che entra a contatto con la peste si svolge in maniera differente, in situazioni diverse e in un lasso temporale diverso. Sopratutto non si mette a disegnare i morti.
- La scena dello stupro di Lena è errata. Hesse non scrive mai che il violentatore sia un appestato, però ci sta con il nesso del racconto.
- Tutta la scena della pestilenza in città è rappresentata male.
- L'incontro con Rebecca è interessante, benché si svolga in un contesto diverso. Mentre la storia dell'orafo è inventata.
- Le scene di Boccadoro in guerra, da schiavo penitente, da elemosiniere fuori dalle chiese sono assolutamente fasulle.
- Non vi è alcuna esposizione di trittici nella chiesa e soprattutto l'artista non è Giulia.
- Giulia e Boccadoro non si rincontrano e Giulia non è una principessa.
- L'incontro tra Narciso e Boccadoro avviene diversamente e Boccadoro non scappa in incognito.
- Boccadoro non è pieno di aiutanti nel convento e non realizza alcun altare (che è troppo moderno e totalmente discorde dal romanzo).
- Narciso non spedisce l'amico dal padre e pertanto non c'è nessun incontro, nessuna rivelazione sulla madre. Boccadoro non ha fratelli.
- Anche la confessione di Narciso è totalmente sbagliata.
- Il finale poi è completamente inventato.