Some like it hot
Devo ammettere che, probabilmente, A qualcuno piace caldo sia l'unico film con protagonista Marilyn Monroe che io abbia mai visto. E quando lo vidi per la prima volta mi piacque subito e, pertanto, consiglio anche a te caro/a lettore/trice di vederlo; è un successo garantito. Perché? Be' gli elementi ci sono tutti. Innanzitutto la storia, ambientata nella Chicago e Miami degli anni '20 del proibizionismo: per la precisione nel 1929, anzi potrei essere ancora più preciso indicando giorno e mese ma non lo farò, perché viene detto nel film. Questo giorno, comunque, segnò la Storia statunitense e infatti il regista Billy Wilder si ispirò proprio a quei fatti di cronaca quasi nel dettaglio; cambiano solo i personaggi coinvolti. Da questo p.d.v. A qualcuno piace caldo costituisce anche una sorta di documento storico, in quanto Wilder replicò alla perfezione l'ambiente che si respirava negli USA (e in particolare a Chicago) trent'anni prima: il proibizionismo viene affrontato con realismo, così come il contrabbando, i locali segreti nascosti in attività insospettabili, le retate e ovviamente la mafia. E i costumi! Straordinari e impeccabili, al punto che gli valsero l'Oscar. Accanto a questo aspetto vi è poi il lato comico. Difatti il film è una commedia, non un documentario, perciò sulla narrazione storica si sviluppa la trama principale con i due protagonisti che ne combinano di ogni, dando vita a gag e scene improbabili e divertenti. D'altronde Jack Lemmon e Tony Curtis non erano due principianti, due sbarbatelli venuti dal nulla: Jack Lemmon era ormai un acclamato comico, reduce da un Oscar vinto solo 3 anni prima (e con questo film fu insignito del Golden Globe come migliore attore) e Tony Curtis, il bello del cinema, aveva all'attivo decine di produzioni. Fu proprio la coppia Curtis-Lemmon a consacrare il successo ala produzione: le loro differenze nella recitazione e anche nel carattere, quasi contrapposti, creano una commistione perfetta che trasforma la tragedia in commedia e viceversa. La ciliegina sulla torta poi è lei, Marilyn Monroe! Nel film l'attrice appare bella come non mai, con quest'aria da svampita e la voce angelica che l'ha sacralizzata nel gota cinematografico. Difatti è in questo film che lei canta la più famosa tra le sue canzoni: I wanna be loved by you. Stupisce però, come il prodotto finale sia così geniale, perfetto, in pratica un successo, sapendo quanto difficile fu per l'attrice memorizzare anche le più banali battute: non sono un mistero i numerosi ciak che il regista dovette rigirare e l'esasperazione che ne derivò.
Un encomio speciale lo riservo anche ai nostri doppiatori, le cui voci si sono rilevate azzeccatissime (anzi, nel caso di Marilyn e Tony Curtis son perfino meglio dell'originale): perciò complimenti a Rosetta Calavetta che prestò la voce alla Monroe in dodici film; Pino Locchi per Tony Curtis; Giuseppe Rinaldi doppiatore di Jack Lemmon e Carlo Romano per Joe E. Brown; tutti dei grandi del doppiaggio italiano che purtroppo non sono più tra noi.
A impreziosire ancor più la storia è la sua attualità; chiunque, senza averlo mai visto, avrà sentito almeno una volta la battuta: Be', nessuno è perfetto, pronunciata da Joe E. Brown. È entrata nella Storia e si collega con una scena che potrebbe verificarsi anche oggi. Difatti Wilder, inconsapevolmente forse, inserì il tema dell'amore senza pregiudizi: uso “inconsapevolmente”, perché credo che quando scrisse la scena con I. A. L. Diamond, il suo primo (e unico) pensiero fu quello di suscitare la risata attraverso l'assurdo. Con ciò non voglio dire che sia un film LGBT, perché non è possibile classificarlo in questo modo, ma non c'è dubbio che comportò un'enorme novità per l'epoca.
Il punto di forza però, come ho già detto, sono le gag memorabili le quali costituiscono il perno della narrazione assieme alle battute ben studiate; il titolo, per altro, è una di esse. Nonché gli innumerevoli riferimenti a fatti di cronaca, personaggi reali e anche ad altri film. Allora è una parodia? No, non è possibile definirla in tal modo; semmai si tratta di un omaggio alla Storia in generale ma costituisce anche, in parte, una critica alla società statunitense degli Anni Ruggenti. Per questo motivo, lo ripeto, rappresenta un fonte storica alquanto realistica. Insomma, è un film che ha fatto scuola.
Non so che altro scrivere per convincerti a vederlo. Ah! Forse una cosa c'è: il film è stato girato in bianco e nero volutamente dal regista e personalmente son convinto che si sia trattato di una scelta azzeccata. Perché l'uso sapiente della luce e della fotografia hanno valorizzato le figure e han reso la storia ancora più concreta; fosse stata girato a colori, probabilmente ci avrebbe perso tantissimo, per quanto Marilyn avrebbe brillato sullo schermo con la sua bellezza.
Guardalo!
Buona visione.
Valutazione finale: 😍😍😍😍
Curiosità: Tony Curtis è il padre dell'attrice Lamie Lee Curtis (vista in Cena con delitto), avuta da un'altra stella del cinema, Janet Leigh, la Marion di Psycho.