Un capolavoro "simil" storico
Come ho già detto in apertura, questo film è un capolavoro perciò non ho molte altre cose da aggiungere. Sì, magari c'è qualche imperfezione storica che si sarebbe potuta tranquillamente evitare, però in linea di massima è una bella trama narrata da un cast eccezionale.
Il plauso più grande, naturalmente, lo riservo a Colin Firth per l'entità del ruolo ottenuto, sia dal punto di vista del personaggio impersonato sia per la difficoltà della patologia del suo “paziente”; insomma non basta balbettare per diventare balbuziente, bisogna anche saper interpretare lo sconforto, lo sforzo e la rabbia della persona che soffre di questo disagio. Colin Firth è riuscito magnificamente a dimostrare tutto ciò e non per niente è stato premiato con un Oscar. Forse, però, bisognerebbe applaudire ancor più il suo doppiatore italiano, Luca Biagini, che gli ha dato quel tocco in più rendendolo perfetto. Almeno nella versione italiana.
Il coprotagonista, o forse il vero protagonista, è Geoffrey Rush il quale ha dimostrato di non essere solo bravo a fare il capitano pirata, ma di immedesimarsi in un ruolo più realistico e profondo. Con lui bisogna davvero congratularsi perché la parte gli calza a pennello; fosse stato un altro al suo posto, forse il film ne avrebbe risentito pesantemente.
Accanto a loro troviamo Helena Boham Carter che, per quanto straordinaria (come sempre), non ha bisogno di essere degnata di lode né di qualche nota di consenso; forse perché ormai il suo stile recitativo è ormai identico, da far apparire simili praticamente tutti i suoi personaggi. Questa è la sensazione che ho vedendola. Ciononostante, è indubbiamente brava.
Il cast poi sfoggia un altro tripudio di stelle: Michael Gambon nel ruolo del Re Giorgio V (straordinariamente somigliante), Derek Jacobi in quello dell'arcivescovo di Canterbury (n. 2 della Chiesa anglicana), Guy Pearce nei panni del controverso Re Edoardo VIII, Timothy Spall qui interpretante Winston Churchill, non somigliante ma con un'interpretazione fantastica (aumentata ulteriormente nella versione nostrana dal suo doppiatore, Francesco Pannofino). L'unica a non essere adeguata per questo ruolo, ma da un punto prettamente fisiognomico, è Eve Best contrattata per recitare la parte di Wallis Simpson.
Per quanto concerne la regia, davvero nulla da dire: spettacolare e stupefacente. D'altronde Tom Hooper ha ribadito la sua bravura con la cinepresa con il film The Danish girl e prima ancora con il musical Les Misérables. Dopotutto, se un regista non fosse capace, non verrebbe premiato con un Oscar per il Miglior film, come avvenne nel 2011 proprio per Il discorso del Re, giusto?!
Penso che quando la magica triade (trama + regia + cast) funziona e produce un capolavoro, non siano necessarie altre parole.
Consiglio assolutamente la visione, perché oltre alle tante cose già dette è anche molto educativo. Infatti l'aspetto che ho apprezzato maggiormente è stato l'inserimento di filmini d'epoca (es: i discordi di Hitler e l'incoronazione), che hanno reso ancor più realistica una storia puramente basata sulla realtà.
Grazie per aver letto fin qui.
Alla prossima e buona visione!
Valutazione finale: 😍😍😍😍😍