Non il solito film gay
Geography club è basato sull'omonimo libro di Brent Hartinger e la sceneggiatura e la regia portano la firma dei due fratelli Entin. Eppure, mentre la regia è convincente, non si può dire lo stesso della trama che appare sottotono e poteva essere scritta decisamente meglio. Non ci sono spunti né scene così esaltanti da farti saltare sulla sedia o da farti “imbarazzare” per il romanticismo sdolcinato: l'unica parte davvero emozionante e divertente è il finale, che risolleva le sorti di un film molto insipido. Volendo fare un commento un po' perfido, è un film di serie B persino per i film LGBT; però rilassati caro lettore, se non ami le smancerie, le solite macchiette e i classici cliché vai tranquillo che qui non ne vedrai affatto. Infatti a parte due baci di numero in primo piano (ma proprio due contati), di romanticherie e di “gayezze” non se ne vedono proprio. Allora perché è un film LGBT, ti chiederai? Perché tratta molti argomenti inerenti: innanzitutto la presa di coscienza e la crescita interiore fino all'auto-accettazione, conseguentemente vi sono l'omofobia mescolata al bullismo, l'omogenitorialità (trattata in un modo davvero spassoso e accattivante), l'ostruzionismo scolastico verso qualsiasi supporto LGBT. Accanto a questi vi sono poi altri temi come l'educazione sessuale in generale e la genitorialità (parenting in inglese), l'abuso su una persona (anche se solo accennato) e il già citato bullismo. Tutte argomentazioni queste che sarebbero dovute essere approfondite maggiormente, se non riscritte. Di fatto quindi la storia d'amore, che viene narrata come una sorta di trama B, è solamente di contorno perché il vero “protagonista” è il famigerato Club di “Geografia”. Perfino il football americano ha molta più presenza scenica dell'amore omosessuale. Quindi, caro lettore, se non sei un amante delle romanticherie né dei cliché questo film fa al caso tuo.
Per quanto riguarda il cast sono tutti nomi abbastanza sconosciuti: gli unici noti sono Alex Newell (“Unique” Adams in Glee), Marin Hinkle (Due uomini e mezzo) e Scott Bakula (ora in CSI New Orleans) e forse, se hai visto Drop Dead Diva, Justin Deeley. Per quanto riguarda il protagonista, Cameron D. Stewart, mi è piaciuta la sua recitazione; l'ho trovata convincente.
Tutto sommato però, come ho già detto in apertura, la storia è molto sottotono e quindi non me la sento di consigliarne assolutamente la visione: diciamo che se proprio non avete altro da fare, potete guardarlo per spendere un'oretta e mezza in relax.
Ecco, questo è quanto.
Alla prossima!
Valutazione finale: 😐
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