Ultimo caso per il Poirot di Ustinov
New Jersey (USA) 1937. Alla morte di un facoltoso americano, l'avvocato Jefferson Cope (David Soul) comunica alla vedova Emily Boynton (Piper Laurie) di essere l'unica erede del patrimonio il quale, una volta deceduta, sarebbe stato spartito tra i figli del marito. Comunicate le volontà agli esterrefatti figliastri M.me Boynton, una donna severa e autoritaria che tiranneggia su di loro, organizza un viaggio in Terra Santa. Sulla nave che li condurrà da Trieste a Giaffa, la famiglia e l'avvocato faranno la conoscenza di Lady Westholme (Lauren Bacall), una parlamentare inglese, dell'archeologa Ms. Quinton (Hayley Mills) e della dottoressa Sarah King (Jenny Seagrove) nonché, naturalmente, dell'investigatore belga Hercule Poirot (Peter Ustinov). Il comportamento della donna verso i figliastri sconcerta tutti i presenti, tranne Poirot che al momento dello sbarco è ben cosciente che in Terra Santa si verificherà un assassinio. Infatti qualche giorno dopo, mentre tutto il gruppo si avventura tra gli scavi del sito archeologico di Qumran, M.me Boyton viene trovata morta. Poirot inizierà subito a investigare.
Si tratta del terzo e ultimo adattamento cinematografico per Ustinov nei panni di Poirot e di certo non rappresenta il suo migliore. Per quanto sia un attore dalla bravura e dalla recitazione ineccepibile, cui stimo tantissimo, in questo film mi è apparso alquanto scialbo, impreciso, quasi “svogliato”. Anzi, proprio perché l'ho sempre reputato straordinario e sorprendente, mi ha meravigliato (in negativo) la sua interpretazione questa volta. Non è il classico Poirot sospettoso e indagatore, sempre diffidente e molto attento che si può vedere nelle altre due pellicole Assassinio sul Nilo, la più famosa del 1978, e Delitto sotto al sole del 1982 (ricoprì il ruolo anche in altri tre lungometraggi prodotti però per la televisione). Questo giudizio gli è stato mosso anche da più autorevoli critici che hanno reputato l'intero film una delusione, fiacco dal pdv della trama e della suspance; per esempio per Variety, rivista specializzata statunitense, nemmeno il fan numero uno di Agatha Christie avrebbe apprezzato il film, perché “non ci sono abbastanza omicidi per mantenere l'attenzione” dello spettatore e la presenza di un cast stellare e di Ustinov non migliora le cose. Sulla questione “pochi morti” non sono affatto concorde con il recensore, perché non sono i morti a rendere interessante un giallo quanto la storia in sé, che deve essere intrigante e avvincente, indipendentemente dal numero delle vittime. Infatti negli adattamenti dei gialli della Christie spesso lo spettatore capisce già dall'inizio chi sarà ucciso, perché è palese; ciò che invece coglie l'attenzione di chi guarda sono i dettagli, quei gesti (una mano che versa qualcosa in un drink, una pistola che sbuca da dietro una tenda ecc...) e quelle parole che lo inducono a pensare “allora è stato lui/lei” e gli permetta di farsi una propria idea che poi, forse, viene completamente demolita dal riepilogo di Poirot. In questo film tutti questi aspetti non ci sono o sono talmente pochi e abbozzati che risultano inutili al fine della propria indagine. Lo stesso dicasi del riassunto dell'investigatore, perfino interrotto più volte forse credendo di aumentare ulteriormente la suspance. Inutile dire che l'obiettivo non è stato centrato.
Un altro aspetto che non mi è piaciuto di questo Poirot è il doppiatore: chissà perché vollero sostituire Antonio Guidi, la sua voce ufficiale, con Sergio Graziani; di certo non perché era deceduto. Graziani sarà senza dubbio bravo, non lo metto in dubbio, e poi c'è anche un pizzico di orgoglio e stima per essere un conterraneo, ma la sua voce sulla faccia di Ustinov proprio non mi piace. Quando si è abituati a un certo abbinamento, è difficile adattarsi a una variazione.
Oltre a Ustinov, il film presenta un vero cast stellare come menzionato antecedentemente. Già nella trama avrete notato nomi importanti che forse però a qualcuno sembreranno sconosciuti: tra tutti Lauren Bacall, grandissima attrice statunitense, prese già parte a un adattamento della Christie, Assassinio sull'Oriente Express (dove Poirot è interpretato da Sydney Lumet; nel 2017 ne è stato realizzato un remake orrendo), forse il più famoso assieme a quello ambientato sul Nilo. Oltre alla Bacall vi è anche un altro attore che recitò con lei nel film con Lumet, John Gielgud, qui nei panni del colonnello Carbury. Poi vi è David Soul, conosciuto maggiormente per il ruolo di protagonista nella serie TV Starsky & Hutch nella parte del biondino Hutch, appunto. Hayley Mills è conosciuta per aver interpretato Pollyanna in Il segreto di Pollyanna, mentre tra i nomi non citati vi è anche Carrie Fisher... non serve dire di chi si tratti, immagino.
Le musiche sono tutte italiane, in quanto sono state composte dal musicista e cantante Pino Donaggio: è sua la nota Io che non vivo (senza te). Tra i film internazionali cui prese parte in qualità di compositore ricordo Carrie, lo sguardo di Satana di Brian DePalma (con lui lavorò in altre sei progetti), Piraña di Joe Dante e Sissi di Xaver Schwarzenberger, mentre in Italia oltre ai lavori con Dario Argento, Terence Hill, Michele Placido (e altri) ricordo il film del 1984 Non ci resta che piangere diretto e interpretato da Massimo Troisi e Roberto Benigni (se non l'aveste visto, fatelo perché c'è da ridere).
Per quanto riguarda l'ambientazione bisogna fare una precisazione. Il film è stato girato principalmente a Gerusalemme e a Qumran, oltre alle scene londinesi e italiane, ma nel romanzo la storia si svolge prettamente a Petra in Giordania, citata solamente nell'adattamento cinematografico. Questo cambiamento si deve alla nazionalità di due dei tre produttori, che erano appunto israeliani, i quali imposero il cambio del set. Vi è poi un altro errore, questa volta scenografico. Il film è ambientato nel 1937, anno in cui in Italia c'era ancora il Regno; eppure nella sequenza dedicata a Trieste, che per altro non ricorda neppure lontanamente la città, è presente un Tricolore attuale, privo cioè dello stemma reale. È una piccolezza ma che comunque, per un film così attento nei dettagli scenografici (abiti e auto d'epoca), fa' alzare gli occhi.
Che dire quindi? Onestamente non ne consiglierei la visione, a meno che non si è un fan di Ustinov, ma anche in quel caso dubito possa essere apprezzato per i suddetti motivi. Buttatevi piuttosto sui già citati Assassinio sul Nilo e Delitto sotto al sole, entrambi molto suggestivi e dei capolavori.
Buona giornata e alla prossima!
Valutazione finale: 😡👎🏼
TENTATIVO DI RICOSTRUZIONE DELLA CRONOLOGIA
Attraverso vari indizi captati dai dialoghi è possibile fare un tentativo di ricostruire la cronistoria, benché si debba ricordare che si tratti pur sempre di finzione. Ebbene si può innanzitutto affermare che l'assassinio avvenga lunedì 10 maggio 1937. Infatti Carbury menziona innanzitutto la festa per una non definita incoronazione, poi scopertasi essere quella del re Giorgio VI che avvenne il 12 maggio; successivamente Poirot chiede al colonnello 48h per poter indagare, fino cioè alla serata della festa. Presumendo che i festeggiamenti avvengano contemporaneamente in tutti i domini britannici, si fanno un due conti... et voilà. Per scoprire invece quando avvenne la scena iniziale, la questione è diversa perché non ci sono abbastanza dati. Difatti anche compiendo un calcolo approssimativo non si può essere comunque certi poiché il tempo può essere più o meno dilatato, vale a dire che tra la lettura del testamento e la partenza per l'Europa sarebbe potuto passare anche un mese. Non sappiamo quando avvenga, tranne che debba per forza avvenire nei primi cinque mesi del 1937.
Se volessimo però cimentarci, bisognerebbe tener conto delle giornate di viaggio via mare (dagli Usa a Londra e il traghetto per Calais, e poi il viaggio da Trieste a Giaffa) e via terra (da Calais a Firenze, poi Venezia e infine a Trieste); ipotizzo che parte del viaggio avvenga in treno in quanto più veloce rispetto alla nave (il tragitto Plymouth/Portmouth – Livorno e poi Livorno – Venezia – Trieste era comunque molto più lungo che con l'Orient Express per esempio). Quindi ecco i dati:
- tre giorni di traversata transatlantica con la Queen Mary da NY a Southampton;
- circa 25h di treno da Parigi a Firenze (basato sulle 29h della tratta Parigi-Vienna);
- viaggio Firenze – Venezia in treno max 4h, Venezia – Trieste max 2,30h;
- a ciò si devono aggiungere il tratto da Southampton a Londra e il tragitto da Londra a Parigi un totale circa di 4/5h.
Nel qual caso, caro lettore, tu abbia letto il romanzo e in esso siano contenute informazioni più dettagliate, ti pregherei di NON comunicarle per evitare di rovinare a me e ad altri la sorpresa della lettura. Grazie.