Aspettative deluse in partenza
Gerusalemme 1934. L'investigatore belga Hercule Poirot (Kenneth Branagh) viene interrotto durante la sua vacanza da un agente britannico che lo informa di dover tornare a Londra per la riapertura di un suo vecchio caso. Il modo più veloce e sicuro per tornare a casa è il (Simplon) Orient Express, un meraviglioso treno collegante Istanbul con Parigi e Londra. Durante il viaggio un facoltoso uomo d'affari, Mr. Rachett (Johnny Depp), viene assassinato e Poirot si ritrova a dover risolvere ancora una volta un caso che appare da subito complicato. Con un vagone pieno di indiziati, riuscirà Poirot a scoprire chi è l'assassino?
Come ho detto in apertura questo film, o meglio il modo in cui è stato realizzato, non mi è piaciuto sin dal trailer. Per la mia analisi critica mi sono basato su due opere: innanzitutto sul romanzo originale e poi sul capolavoro cinematografico del 1974 diretto da Sidney Lumet, perfetta (al 90%) trasposizione dell'opera con un cast stellare (Ingrid Bergman, Sean Connery, Vanessa Redgrave tra gli altri) con protagonista Albert Finney nel ruolo di Poirot e che valse l'Oscar alla Bergman. Consigliamo VIVAMENTE di guardalo, perché questo è stato davvero realizzato alla perfezione; benchè vi siano comunque delle differenze con il libro. Detto questo, cominciamo.
Per agevolare la lettura e rendere più chiara la mia esposizione, suddividerò gli aspetti da me evidenziati come di consueto tra i pro e i contro; noterete che quest'ultimi sono in numero maggiore.
CONTRO
Gli elementi che ho riscontrato e che reputo negativi per questo lungometraggio sono sparpagliati in tutti i settori della produzione: la regia, il cast, la storia ecc...
Partendo dalla regia, sono dell'ipotesi che Kenneth Branagh abbia realizzato dei film migliori di questo. Infatti non condivido la sua scelta di attuare certe inquadrature “azzardate”, che fanno perdere di significato alla scena, sminuendola. Ad esempio tutta la sequenza del ritrovamento del cadavere e delle prime supposizioni tra Poirot e Mr. Bouc (Tom Bateman), la quale è stata ripresa dall'alto e in lontananza come se ci dovesse essere un distacco tra lo spettatore e quanto sta avvenendo. Magari, ponendola dall'alto, Branagh pensò di far immedesimare il pubblico nella mente della Christie, e quindi di ritrovarsi come a leggere un libro illustrato. Il risultato ottenuto però è davvero nefasto: detta in soldoni tutta quella sequenza è una schifezza; manca l'effetto sorpresa e rovina il contesto e la suspance. Lo stesso si può dire dell'inquadratura del cadavere (che viene mostrato molto in ritardo), stesso modus operandi, e dei primi piano a effetto che per un regista del suo calibro sono quasi un insulto. Se non ci fossero queste imperfezioni, la regia sarebbe stata buona.
Passando al cast, nonostante ci siano anche qui dei nomi di un certo rilievo (Depp, Pfeiffer, Cruz, Dench ecc), la decisione di stravolgere alcuni ruoli non è affatto accettabile per un motivo molto semplice: mantenendo la storia e i personaggi originali, con le corrette descrizioni ecc, il film sarebbe comunque durato sulle 2h. Se, quindi, la motivazione riguarda la durata, allora è stata una p******ta colossale (rispetto al film del 1974, dura ben 8 minuti in meno). Scusate. Perché non mi vengono in mentre altre motivazioni, anzi sì c'è ancora una. Infatti ho notato che il regista ha voluto concentrare l'attenzione sul problema razziale, “etnico” sarebbe la parola più corretta, evidenziando espressioni e aspetti di vari personaggi. Per esempio il palese razzismo del professore di fisica (Willem Dafoe, il personaggio è stato modificato vedi differenze) nei confronti di tutti i presenti, specialmente verso il Dr. Arbuthnot (Leslie Odom Jr.), oppure il cambiamento della nazionalità della missionaria qui interpretata da Penelope Cruz (nel libro è svedese), o quella dell'imprenditore Marquez che in questa versione è un ispanico, mentre nel romanzo (e nel film del 1974) è un italiano. Caro lettore potrai pensare “vabbè che cambia?” Beh intanto non c'è fedeltà col libro, e già questo basterebbe, inoltre questa scelta di modificare i ruoli ha come scopo quello di rispecchiare l'attuale società americana e l'altrettanto attuale loro problemino razzistico con annessi crimini di odio (sparatorie varie, poliziotti che uccidono persone di colore e afroamericani, ecc). Agatha Christie invece si concentra sul cosmopolitismo tipico degli anni antecedenti la II Guerra Mondiale in una città come Istanbul e su una società statunitense, che ormai al giorno d'oggi è cambiata. Se infatti nel primissimo Novecento furono gli Italiani (su cui si getta m***a gratuita nel film), gli Irlandesi e i Tedeschi quelli mal visti e diffidati, oggi sono gli ispanici e purtroppo sempre più gli afroamericani. Stravolgendo le descrizioni e la storia, inutilmente, lo sceneggiatore ha decontestualizzato la trama stessa. Mmm cerco di essere più chiaro. Prendiamo il fantomatico Dr. Arbuthnot: nel film di Branagh è un (palese) afroamericano ben piazzato che è stato un militare in India. Nel romanzo invece, oltre a essere un colonnello e non un dottore, è così descritto:
Lo stesso vale per il professore di fisica e per il suo comportamento, non presente nel romanzo e che è stato creato ad hoc per inserire le battute razzistiche e far così presa sulla coscienza di massa. La Christie non ha inserito alcun tipo di messaggio contro la razza, proprio perché lei era per natura cosmopolita e quindi più interessata alla cultura di una persona che alla sua etnia. Tuttavia, il tentativo di trasportare fedelmente l'aspetto di Arbuthnot è da ammirare; peccato solo che l'attore sia sbagliato.
Da ultimo non mi è piaciuta l'interpretazione di Branagh; il peggior Poirot mai realizzato finora. L'attore inglese lo ha reso supponente, arrogante, egocentrico tutte caratteristiche che l'investigatore della Christie non possiede; tranne forse essere un po' altezzoso ma di tanto in tanto (non avrebbe mai calpestato una m***a di proposito, solo per “pareggiare l'equilibrio”). Le uniche e vitali peculiarità sono il suo orgoglio di Belga, ogni qual volta lo scambiano per un francese, e la sua ossessione per i baffi che li tiene con estrema cura, aspetti non visibili in questa trasposizione (e i baffi di Branagh sono eccessivamente lunghi). Una critica la riserbo anche per il suo doppiatore, il quale non ha marcato profondamente l'accento francese (caratteristica essenziale in Poirot), preferendolo far passare per un integrato cittadino londinese.
Ma non divaghiamo troppo. Come ho già abbondantemente spiegato, sul cast è stato operato un cambiamento nei ruoli e nella storia, che non vi sto a dire qui ma che troverete tutto in calce nelle differenze col romanzo. Gli unici elementi positivi riguardanti il cast e i loro personaggi sono state le interpretazioni di Penelope Cruz, Michelle Pfeiffer e si, anche Judith Dench nei ruoli che furono di Ingrid Bergman, Lauren Bacall e Wendy Hiller. Magistralmente interpretati.
Passando alla storia, avete già avuto modo di capire che tutti i rimaneggiamenti dello sceneggiatore non mi sono piaciuti affatto. Al contempo, pure le scene create esplicitamente per il film e non descritte nel libro, le ho trovate superflue e inutili. Ecco se invece di modificare i personaggi, lo sceneggiatore si fosse attenuto alla trama originale, evitando nuove sequenze e riferimenti biblici (come la tavolata finale alla “Cenacolo” via), il film sarebbe rimasto comunque nelle 2h e sarebbe risultato più piacevole. Inoltre vi sono evidenti “irrealtà”: prendiamo la scena della valanga; molto suggestiva, realizzata splendidamente ma non fedele e soprattutto poco credibile. Se infatti la analizzassimo dal pdv della fisica, è improbabile che il treno ne esca solamente inclinato: se considerassimo sia la velocità del treno che quella della valanga e la sua forza, come minimo il treno sarebbe dovuto essere stato spostato fuori dai binari, se non completamente ribaltato sul fianco; inoltre tenendo conto che solo la locomotiva era sulla terra solida, mentre il resto dei vagoni erano sul ponte (di legno?), l'impatto della neve sulla matrice avrebbe dovuto destabilizzare anche le altre carrozze.
Altri elementi devianti sono la scena iniziale a Gerusalemme o la confessione all'aperto (un treno in mezzo alla neve e al ghiaccio, sotto zero e loro stanno fuori? Assurdo), o il ferimento di Poirot tutte non presenti nel libro. E infine accanto alle inquadrature fallose già menzionate, abbiamo la totale cancellazione della liaison tra Arbuthnot e Miss Debenham e la consegna del “tonico” a Ratchett da parte del maggiordomo: togliendole o realizzandole malamente, non si capiscono i sotterfugi, il movente finale e la ricostruzione del delitto.
Infine ci sarebbero i dialoghi e le rivelazioni di Poirot che però non vi indicherò qui, ma che troverete in calce. Passiamo ai pro.
PRO
Pochi, quasi nulli. Gli unici aspetti che ho apprezzato sono alcune inquadrature ben studiate e altrettante scene seppur inesistenti nel romanzo (l'effetto speciale della valanga è realizzato molto bene, o il “Cenacolo” finale è suggestivo, per quanto non fedele), a cui si aggiungono le perfette interpretazioni della Pfeiffer, della Cruz e della Dench.
Ho apprezzato inoltre la scelta di utilizzare i nomi autentici del romanzo e il tentativo di adattare il personaggio di Arbuthnot, benchè sbagliando nell'etnia. Interessante è stata anche la scena finale: originale e al tempo stesso fallace (vedi differenze). Questi sono gli unici elementi positivi riscontrati.
Concludo consigliandovi ancora una volta innanzitutto di leggere l'opera di Agatha Christie e poi di guardare il capolavoro di Lumet del 1974 il quale lo ripeto, benchè vi siano delle differenze col libro (che trovate nella pagina Wikipedia), rappresenta ad oggi la riproduzione più fedele alla storia della Christie, da lei stessa apprezzata, sebbene fosse restia all'inizio. Infatti così commentò secondo il suo biografo: “È stato ben fatto ad eccezione per un errore. Era Albert Finney, quale mio investigatore Hercule Poirot. Ho scritto [nei romanzi] che aveva i più bei baffi dell'Inghilterra ma nel film non è così. Ho pensato fosse un peccato.” Nemmeno io approvo Finney quale Poirot, tuttavia la sua interpretazione è stata magistrale.
C'est bon, mes chères amis! È tutto!
Au revoir!
Valutazione finale: 😡👎🏼
DIFFERENZE TRA FILM E LIBRO
- La scena iniziale a Gerusalemme è inventata: nel romanzo Poirot non si trova in Palestina bensì in Siria, ad Aleppo.
- Nel film il corpo di Ratchett è rinvenuto dal maggiordomo e da Poirot; nel libro invece sono Bouc e il Dr. Costantine a trovarlo.
- Nel film manca totalmente la sequenza del maggiordomo che porta il solito tonico a Ratchett, essenziale per il proseguo. Nel libro viene indicato dal maggiordomo stesso che dice di non vedere il padrone assumerlo.
- Il messaggio mezzo bruciato e rinvenuto nel posacenere è sbagliato, così come il metodo (e il luogo) utilizzato da Poirot per poterlo rileggere.
- Nel libro non si fa menzione di un'offerta di lavoro da Armstrong a Poirot. L'investigatore nemmeno lo conosceva.
- Nel libro non è la principessa Dragomiroff a rivelare i propri legami con gli Armstrong.
- Nel libro non c'è nessuna sequenza in cui MacQueen tenta di bruciare carte e documenti di Ratchett e allo stesso modo, non vi è alcun ponte.
- Nel libro Madame Hubbard non viene pugnalata.
- Nel film il conte Andrenyi è un uomo nervoso, facilmente violento contro gli altri e la contessa una drogata di tranquillanti. Nel libro non è così: il conte è un uomo elegante e impeccabile nel suo compito diplomatico; la contessa, al suo pari, è perfettamente in salute e lucida che assume solamente il trional (un sonnifero) per dormire.
- Nel film gli interrogatori dei presenti avvengono in posti diversi; nel libro tutti nella carrozza ristorante o nelle immediate vicinanze.
- Nel libro l'interrogatorio del maggiordomo è effettuato da Poirot alla presenza del Dr. Constantine.
- Nel film tutte le rivelazioni che Poirot fa riguardo gli indiziati, nel libro si conoscono solamente alla fine, nella ricostruzione generale, tranne per Mr. Hardman.
- Nel libro Poirot non viene mai ferito, semmai verso la fine il colonnello è sul punto di ucciderlo;
- Nel libro la liaison tra Arbuthnot e la Debenham è rivelata solo alla fine, benchè ci siano delle descrizioni intuitive nei loro comportamenti.
- Nel film i protagonisti scendono dal treno e si siedono nella galleria mentre gli operai jugoslavi sono intenti a togliere la neve e a riassestare il treno; nel libro invece sono tutti nel treno, al caldo, sotto sorveglianza.
- Nel film si vede una tavolata a cui sono seduti tutti i protagonisti del film come un ritratto de L'Ultima Cena, un riferimento biblico che nel romanzo non è presente.
- Nel romanzo a Ratchett non viene tappata la bocca durante l'omicidio.
- Tutta la manfrina della Hubbard nella parte finale del film, nel libro non è presente e non c'è nemmeno un tentativo di suicidio annesso all'autoaccusa. Tutto dramma per far scena.
- La citazione dell'Assassinio sul Nilo è creata ad hoc ed è sbagliata, giacché nell'omonimo romanzo Poirot era già sul battello quando avviene il fatto.
DIFFERENZE TRA FILM E LIBRO NEI PERSONAGGI:
- Nel libro Mr. Ratchett non è un un bell'uomo sulla quarantina con folti capelli e una carnagione abbronzata; si tratta invece di un signore sui 60-70 anni, con la fronte molto alta e quasi pelato.
- Nel film il maggiordomo è un signore anziano affetto da un tumore alla tiroide; nel libro ha 39 anni e benchè pallido in volto, è in salute.
- Nel film la missionaria è un'ispanica, mentre nel romanzo è una svedese che non parla bene l'inglese.
- Nel film il venditore di auto è un ispanico, mentre nel romanzo è un italiano.
- Nel romanzo vi è un medico greco di colore (?), il Dr. Constantine che non è uno degli indiziati. Nel libro il suo personaggio viene fuso con quello del colonnello Arbuthnot.
- Nel film Arburthnot è un medico afroamericano, nel romanzo è un colonnello tra i 40-50 con i capelli brizzolati sulle tempie e dalla pelle marrone, ma inglese di nazionalità proveniente dall'India (perciò presumibilmente figlio di un inglese e un'indiana).
- Nel film Mr. Hardman assume l'identità di un professore di fisica austriaco, per poi rivelare la sua vera professione di agente investigativo della Pickerton; nel libro Hardam si camuffa da venditore di nastri inchiostrati per la macchina da scrivere ed è diversa l'agenzia investigativa, che si chiama McNeil's.
- Nel libro il conte Rudolf Andrenyi non è un uomo violento e nevrotico, bensì una persona affabile, elegante e distinta come si conviene da un diplomatico; allo stesso modo la moglie, la contessa non è una drogata spaventata dalla vita, ma una giovane donna in salute con i classici problemi di sonno durante i viaggi (prende sonniferi).
- Nel libro, diversamente che dal film, non si fa alcuna menzione del Barbital (tranquillante molto in voga fino a metà anni '50), mentre si cita il trional assunto dalla contessa appunto per dormire durante il viaggio.
Note:
1 "This was a tall man of between forty and fifty, lean of figure, brown of skin, with hair slightly grizzled round the temples."
2 “Poirot, reading the English mind correctly... (…) True to their nationality, the two English people were not chatty.”
3 Voglio ricordare che nei primi anni '30, periodo in cui è ambientato il giallo, l'India era ancora parte dei territori inglesi, anzi era addirittura un impero inglese (dalla regina Vittoria al bisnipote Giorgio VI, i sovrani britannici sfoggiarono il titolo di Imperatore d'India; eccezione per Edoardo VIII che lo fu solo nominalmente, non essendo mai incoronato); negli stessi anni era alquanto improbabile che un afroamericano ottenesse il grado di colonnello, a causa del segregazionismo.
4 Anche nel film del 1974 il personaggio del colonnello fu modificato, scegliendo un attore bianco (Sean Connery) al posto di un indiano; tuttavia se la cavarono cambiandone l'origine: non britannico ma scozzese, quindi sempre della “minoranza” dell'esercito.