Vento (omofobo) dall'Est... qualcosa accadrà...
Il motivo fornito alle orecchie del sito ESCtoday.com un mesetto fa da parte della MTVA è stato il seguente:
Duna Televízió will support the winner of A Dal 2020 with numerous promotional opportunities
and a chance to perform on the stages of the most prestigious Hungarian festivals.
Additionally, the winner will be rewarded with a special promotion
on Petőfi Radio and will receive support for the development of their music career.
Tr: Invece di partecipare all'ESC nel 2020, supporteremo direttamente le preziose produzioni create dai talenti della musica pop ungherese. Duna Televízió supporterà il vincitore di “A Dal” 2020 con numerose opportunità promozionali e la possibilità di esibirsi sui palchi dei più prestigiosi festival ungheresi. Inoltre, il vincitore sarà premiato con una speciale promozione sulla Petőfi Radio e riceverà supporto per sviluppare la sua carriera musicale.
È necessaria un po' di chiarezza. Chi sono MTVA, Duna Televízió e Petőfi Radio?
Il MTVA è un gruppo statale nato nel 2011, che raccoglie le quattro agenzie mediatiche nazionali (letteralmente il nome significa fondo economico per i servizi mediatici), una delle quali è la TV pubblica Duna T. (le rimanenti tre sono l'altra emittente Magyar Televízió, l'agenzia di stampa Magyar Távirati Iroda e l'azienda radiofonica pubblica Magyar Rádió). Volendo fare un paragone col nostro Paese, è come se la RAI TV, RAI Radio (con i 3 canali), l'agenzia stampa della RAI e un'altra ipotetica TV pubblica fossero riuniti in un unico gruppo gestionale. Perciò il MTVA è il gruppo che sborsa i soldi per permettere alle televisioni e radio ungheresi di far parte dell'UER, di cui infatti è membro, nonché chi gestisce la trasmissione degli eventi in eurovisione. La Duna Televízió, pertanto, è una delle due stazioni statali dell'Ungheria e colei che trasmette la manifestazione europea. Infine la Petőfi Radio è uno dei canali della Magyar Rádió. In breve, è tutta una grande famiglia. Ora, la preferenza di investire sui propri talenti e quindi di farli conoscere al pubblico nazionale è sempre bene accetta ed è positivo che si voglia investire sui giovani, però come motivazione sembra un tantino balorda. Nel senso che, d'accordo voler far risplendere un cantante/artista all'interno dei propri confini, ma non sarebbe meglio (e più proficuo) farlo conoscere anche all'esterno? Perché limitarsi quindi ai soli festival ungheresi? Se non c'è la volontà di sovvenzionare e (quindi) partecipare a un concorso europeo (e internazionale) come l'Eurovision, almeno potrebbero puntare su altri festival (minori) stranieri. Per di più se la strategia commerciale concernesse solamente la promozione, perché spendere fior di milioni per una pubblicità che in ogni caso avrebbe già luogo e tramite un mezzo pubblico che comunque lo sponsorizzerebbe (essendo, come detto, la Petőfi Radio un canale pubblico)? Non ha molto senso. Ecco perché fin da quando uscì quel comunicato, in molti storsero il naso ritenendolo fasullo o comunque una sorta di paravento per motivazioni più mirate. E i primi a farlo sono stati gli inglesi.
Infatti, secondo i reporter del Guardian, tra le varie speculazioni relative al ritiro ci sarebbe l'opinione che la manifestazione sia diventata “troppo gay” per il gusto del Governo magiaro di estrema destra e dei capi dei servizi pubblici dello Stato (i.e. MTVA). Il quotidiano ha sottolineato come tale decisione giunga in un momento in cui il clima omofobo sta aumentando nel Paese, specialmente a seguito della nuova direzione politica di Orbán volta a supportare tutto e per tutto la famiglia tradizionale, promuovendo l'aumento delle nascite, ovviamente mediante il caro e vecchio chupa dance.
Simili speculazioni potrebbero rimanere un buco nell'acqua (potrebbero anche passare come un attacco all'Esecutivo ungherese), SE non fosse che trovino fondamenta solide nelle dichiarazioni espresse da personalità pubbliche magiare.
“All'inizio di quest'anno – scrivono nell'articolo – il portavoce del Parlamento ungherese ha paragonato l'adozione per le coppie dello stesso sesso alla pedofilia mentre András Bencsik, commentatore televisivo nonché direttore di un quotidiano pro-Orbán, si è riferito all'Eurovision come a 'una flottiglia omosessuale' e ha affermato che non parteciparvi beneficerebbe alla salute mentale della Nazione”. Vedete bene che a seguito di tali opinioni, la giustificazione del “vogliamo promuovere i nostri talenti” risulti alquanto ridicola.
Ad avvallare ulteriormente questa speculazione, vi è l'ammissione fatta da una fonte interna al MTVA la quale, prima di fornire al Guardian la stessa motivazione data a ESCtoday via mail, ha confermato come tra i dipendenti girasse voce che la decisione sia stata influenzata dall'associazione dell'Eurofestival alla cultura LGBTQ+. D'altronde neanche la fonte si è stupita più di tanto perché, a sua detta, rientra nella politica del MTVA in cui è scoraggiata la copertura mediatica di qualsiasi evento pro diritti LGBT, eccezion fatta per il Pride di Budapest (il quale quindi è solo un contentino per l'Unione Europea). Praticamente gli omofobi magiari si son svegliati appena adesso e si son accorti soltanto ora che la competizione più seguita al mondo abbia il suo zoccolo duro tra i fan della comunità arcobaleno!
Servono altre prove? Ebbene, l'ipotesi (sempre più fondata) che l'abbandono dell'Ungheria dall'Eurovision sia dettato dalla sua natura “troppo gay”, è stata ribadita anche dal sito index.hu, il quale cita altre fonti anonime tra gli uffici dei media statali. Come se non bastasse, l'articolo del sito è giunto per vie traverse anche alle orecchie del Governo e non di una persona qualsiasi, bensì del portavoce di Orbán (nonché ministro per la comunicazione e le relazioni internazionali) Zoltán Kovács, il quale ha prontamente risposto via Twitter (come va di moda ora) definendole “false notizie”.
Today’s fake news award goes to @MurphyPeterN: Retweeting an @indexhu story that relies on unnamed sources who “hint” at the real reason. Because, you know, homophobia. Well done, Peter. #futureofmedia @ukinhungary https://t.co/KwBzHhHT34
— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) 26 novembre 2019
What are you talking about? This is shameless muckraking, gossip from your liberal press organs. Nobody in the HU government ever said Eurovision is, in your words, “too gay.” But don’t let the facts get in the way of your sensational, liberal story line. #fakenews https://t.co/yLc0TW8CUr
— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) 27 novembre 2019
Ecco, questo è quanto è successo in tre mesi. Grazie per aver resistito fino alla fine lettore.
Appuntamento al 27 gennaio con la selezione delle semifinali.
Fonti della Parte 2: Eurovision.tv, ESCtoday.com, Wiwibloggs.com, Gay.it, The Guardian.com.