Arriva la Vecchia col turbo!
Sono le 23.40 e mentre Lei si starà preparando a sorvolare la Penisola, io mi accingo a scrivere questa recensione che, come di consueto, verrà pubblicata solamente domani 6 Gennaio. Da poco si è concluso il film andato in onda su Rai 1 La Befana vien di notte, come da titolo, perciò saranno sensazioni a caldo. Ma prima, la trama.
25 anni dopo Giovanni, ora Mr. Johnny, mette in atto la sua vendetta: rapire la Befana e porre fine alla sua esistenza. In aiuto della vecchina con la scopa giungeranno degli inaspettati aiutanti.
Ebbene, devo ammettere che questo film mi ha lasciato sì qualche impressione positiva, tuttavia non rientra certamente nella rosa dei migliori lavori dell'attrice romana. Sia chiaro, non è colpa sua. L'interpretazione della Cortellesi è stata, come sempre, esilarante e impeccabile. No, la colpa semmai è di chi ha scritto la sceneggiatura. Onestamente mi sarei aspettato più magia e azione da parte della Vecchia Volante; per questo ritengo che la vera protagonista non sia lei, bensì i bambini. Da questo p.d.v. La Befana vien di notte assomiglia un po' a quei film tedeschi di serie B, con questi marmocchietti che si improvvisano detective e vengono coinvolti in misteri e avventure (film che a loro volta scimmiottano Hollywood). Ripetendomi, avrei preferito che l'attenzione si concentrasse prettamente sull'Allegra Nonnina e il suo scontro con Mr. Johnny, senza coinvolgere altri attori e situazioni. In tal senso si sarebbero potuti approfondire alcuni temi, quali l'odio viscerale per Babbo Natale e la storia stessa della Befana, di come sia nata la sua figura. Lo sceneggiatore si è invece limitato a liquidare il tutto in fretta e furia con una semplice e breve spiegazione.
Naturalmente, quando in una produzione è presente Paola Cortellesi, non possono non mancare le gag e le comiche: perciò ho apprezzato l'idea di una vecchia di 500 anni che si mantenga in forma; che sia rimasta ancorata al Tuttocittà quale fidato navigatore (forse sulla scopa non ci stava il GPS); che usi uno schedario rotativo con incantesimo estendibile per scorrere la lista dei nomi (di certo molto più pratico che una pergamena lunga chilometri) e che appaia pure strafatta. Una delle scene migliori.
Però di momenti così ilari ce ne sono pochi. È evidente la volontà di fornire un'impronta “gotica”, come l'ha definita qualcuno: l'atmosfera è più tetra, più simile a un horror soft che a una classica favola per bambini. Che ci sta tutto, per carità, perché alla fine l'ambientazione è suggestiva, ma sarebbero riusciti a conseguire lo stesso risultato inserendo qualche episodio comico in più.
La Befana vien di notte,
con le scarpe tutte rotte
il vestito alla zuava
viva viva la Befana!
Tiro in ballo la filastrocca perché anche l'aspetto della Befana non è tradizionale, bensì un misto. Se guardassimo il trailer dal Tubo oscurando tutti i colori tranne il verde, difficilmente potremmo differenziarla dalla perfida Strega dell'Ovest. Infatti la versione di Soavi assomiglia più a una fattucchiera che a una “dolce” e proba nonnina: naso adunco, unghie nere lunghe e appuntite e infine il cappello a punta. Unici punti fissi e inderogabili: la scopa di saggina e le scarpe rotte. Sarà che son cresciuto con un'immagine salda nella mente, però questa versione la rende poco... nostrana e bada, lettore, non c'è nessuna connotazione razzista o xenofoba. Voglio semplicemente dire che la nostra tradizione, intessuta dai racconti dei nonni, ce l'ha sempre dipinta in maniera diversa. Mi è piaciuta però l'idea della trasformazione perenne, sia per la resa sia per la domanda che instilla nello spettatore, che forse non si è mai posto: ma la Befana come vive durante gli altri 364 giorni? Te l'eri mai chiesto? Personalmente no.
Tornando un momento alle ambientazioni, ho apprezzato il modo in cui è stato realizzato il laboratorio della Befana e soprattutto il luogo in cui si trova. E' qualcosa di innovativo che lo contrappone appieno all'idea che abbiamo del laboratorio di Babbo Natale. Perciò agli scenografi tanto di cappello. Meno ingegnosi lo sono stati con la fabbrica di Mr. Johnny; non saprei come definirla (ha una forma indefinita) né spiegare la sensazione, però non mi è piaciuta granché.
E visto che l'ho menzionato, spenderò qualche parola riguardo a Stefano Fresi, il quale si è dimostrato un ottimo interprete e un degno rivale per la Befana Cortellesi. Semplicemente perfetto! Forse altri a suo posto non sarebbero stati adatti a interpretare un bimbo un po' cresciutello con le rotelle fuori posto. Inoltre si è rivelato anche un bravo cantante. Complimenti! Accanto ai due attori troviamo anche Fausto Maria Sciarappa, che torna a interpretare un insegnante dopo la performance in Fuoriclasse.
Il film, a mio modesto parere, fornisce anche una chiave di lettura e una critica contro i tempi che stiamo vivendo. Affronta argomenti e tematiche mooolto attuali, quali il bullismo e il razzismo nelle scuole specie nei gradi inferiori (un dato preoccupante), ma anche la vasta stupidità dei complottisti e della (ancor più) stupida moda di interpellare in qualità di esperti cani e porci. Purtroppo questo rappresenta uno spaccato della schifosa deriva che stanno prendendo i media globali e in generale tutta la società.
A far da cornice a questa storia e a tutti i personaggi coinvolti vi sono però fantastici scorci e incredibili paesaggi, valorizzati al massimo da inquadrature e riprese eccezionali.
Termino con le ultime pecche, che si sarebbero potute evitare o quanto meno rattoppare. Innanzitutto l'idea che la Befana faccia il giro di tutto il mondo mi è sembrata un'esagerazione: certo la storia della Vecchia Volante è antica e a radici e somiglianze un po' ovunque in Europa; eppure nella forma in cui la conosciamo oggi si tratta di una leggenda prettamente del nord Italia. Solo da qualche decennio infatti il viaggio della Befana si è prolungato anche al Sud ed è bello che sia così. Poi, oltre a certi dialoghi “smielosi” che han stufato ormai, ho trovato il finale insoddisfacente; un po' povero direi, ma perfettamente in linea con la seconda parte del film.
Ecco, questo è quanto. È un peccato però che siano stati prodotti pochi film o serie tv sulla Befana, mentre sul Pancione Rosso si siano scialacquati metri e metri di nastro. Speriamo che in futuro ne arrivino altri a renderle giustizia.
Viva la Befana!
Valutazione finale: 😋