Emozionante ma...
Riassumerlo in una trama sarebbe forse ingiusto, perché per capire quale scelta fu fatta e con quale dolore e profonda commozione venne attuata, bisogna conoscerne tutta la Storia. Perciò ricominciamo dall'inizio, tornando indietro di 100 anni.
Nessuno, tranne i membri che riesumarono i corpi, sapeva da dove venisse e sopratutto chi fosse. A scegliere la salma, fu deciso, sarebbe toccato a Maria Bergamas (letto Bergamàs).
Definita spesso (troppo) semplicemente “una popolana”, Maria Bergamas nacque a Gradisca d'Isonzo nell'allora Contea Principesca di Gorizia e Gradisca, da un fabbro e da una lavandaia originari del vicino paese di Farra d'Isonzo. Ancora oggi una targa commemora la casa che le diede i natali. Pertanto era una cittadina austroungarica di nazionalità friulana. Durante l'adolescenza si spostò a Trieste, l'allora porto principale dell'Impero, dove costruì la sua famiglia. Con lo scoppiò della Prima Guerra Mondiale il suo unico figlio maschio, Antonio, ricevuta la cartolina di leva da Vienna, una notte sparì di casa e solo successivamente Maria venne a sapere che aveva disertato e si era arruolato fra le fila italiane. Il povero Antonio morì a un anno dall'entrata in guerra del Regno d'Italia. Dove? Non si sa. Il suo corpo non fu mai ritrovato e nessuna croce portò mai il suo nome. Maria dunque fu scelta perché “madre di un giovane irredente che disertò per combattere per la libertà”. Il 28 ottobre 1921 in una Basilica gremita di gente, Maria Bergamas passò in rassegna le undici bare addossate all'altare e, colta dall'emozione, si prostrò su una di esse. La bara contenente colui che, in quel momento, divenne il Milite Ignoto fu poi trasportata all'esterno dove, tra la folla, venne issato su un affusto di un cannone e trasportato presso la vicina stazione ferroviaria. Qui ad attenderla vi era già pronto il convoglio con il vagone speciale fatto realizzare apposta dal Ministro Gasparotto e disegnato dall'architetto Cirilli, tutt'ora esistente. Da qui partì per un lento viaggio che porto il Milite presso la sua ultima dimora terrena sotto la statua equestre del Re Vittorio Emanuele II sul monumento che, con la sua tumulazione, sarebbe stato rinominato Altare della Patria.
Le restanti dieci salme furono poi sepolte in un cimitero militare dietro la Basilica.
Maria Bergamas morì nel 1953 e, come da sua volontà, fu sepolta assieme a questi dieci figli sconosciuti della quale era ormai diventata la madre putativa, così come era la madre del Milite Ignoto e di ogni caduto Italiano.
Ecco, questa è la Storia del Milite Ignoto e della Bergamas. E ora permettimi, lettore/trice, di esprimere qualche critica al film. Sonia Bergamasco, qui interpretante la protagonista, è stata senza dubbio spettacolare ed emotivamente coinvolgente. Non lo si può negare; però purtroppo l'accento usato non ricorda che vagamente il triestino o il bisiacco della Bergamas. Si sente lo sforzo che l'attrice ha dovuto compiere per cercare di riprodurlo (e quello degli sceneggiatori per introdurlo, forzatamente, nei dialoghi), ma il risultato è semmai un veneto un po' sghembo. Al suo fianco troviamo Cesare Bocci, nei panni del Ministro Luigi Gasparotto e Alessio Vassallo in quelli del tenente Augusto Tognasso, autore del libro-diario Ignoto Militi. Entrambi impeccabili.
Il film è stato girato lo scorso anno (se non quest'anno) e benché il prodotto finale sia emozionante, si percepisce però una certa fretta nel realizzarlo. E si percepiscono anche, purtroppo, i danni provocati dal Covid che ha, palesemente, ridimensionato la portata e l'assetto scenografico. Infatti i produttori e sceneggiatori hanno fatto un uso massiccio di video dell'epoca, i quali sono stati sapientemente inseriti e mescolati alle riprese cinematografiche del film. L'idea, pur essendo convincente, presenta però degli errori visibilissimi che in certi casi si sarebbero potuti evitare con un'analisi approfondita dei reperti. In altri invece, come le riprese esterne della Basilica, sono da considerarsi “forzati” dato che la pandemia ha ovviamente impedito il coinvolgimento di un vasto impiego di comparse. Probabilmente, anzi sicuramente, SE lo avessero girato qualche anno fa (ma bastava anche nel 2019), senza l'incombenza del virus, sarebbe stato molto più evocativo con tutte le comparse e la gente in costume etc. Ciò è l'idea che mi son fatto, anche, del perché non sia stato utilizzato lo storico convoglio (impossibile realizzare le scene senza gente).
In conclusione questa storia, anzi, la Storia del Milite Ignoto e di Maria Bergamas ha un forte potenziale che però, a causa anche dei noti problemi, non è stato sfruttato al meglio.
Molto toccanti sono le animazioni; le musiche invece da bocciare.
In ogni caso merita assolutamente di vedere.
Grazie per aver letto.
P.S. La stazione di Udine non è quella vera.
Valutazione finale: 😋😋😋