Premessa: non sarà una cosa lunga. Da dire c'è ben poco, anche perché non avendo mai visto la trilogia originale de Amici miei, non mi è possibile fare confronti. In ogni caso, pur senza vederla, possiamo tutti concordare che quella sia un capolavoro, dovuto soprattutto all'affiatamento del cast, a una sceneggiatura impareggiabile e a una regia d'eccezione come quella di Mario Monicelli (per i primi due). Dal connubio di queste menti non poteva venire fuori un flop.
Sfortunatamente non si può dire lo stesso del presente film. Infatti al botteghino fu una catastrofe e per quanto Neri Parenti lo abbia considerato un prequel, ciò non ha aiutato negli incassi. Anzi, sono volate ancor più critiche. D'altronde non è che ci si possa aspettare molto dai film di Parenti; son tutti commedie leggere, volte alla risata facile. Non di certo film impegnati.
Ciononostante, come si suol dire, il suo lavoro lo fa: ossia una risata te la strappa. Ripeto, non siamo ai livelli di Benvenuti, Monicelli e Tognazzi; ci troviamo sì in presenza di altri noti e bravi attori, i quali tuttavia non sono stati all'altezza del progetto e dei ruoli interpretati. La colpa però non è loro, non tutta almeno; molta la si deve imputare (appunto) alle scelte del regista e degli sceneggiatori. Volendo creare un prequel della trilogia, hanno mantenuto intatta l'ambientazione cambiando però il contesto storico. L'idea poteva anche essere congeniale, però hanno commesso l'errore di ingaggiare come protagonisti gente non fiorentina/toscana (tranne Panariello e Hendel, gli altri tre sono di altre regioni: Placido è pugliese, mentre Ghini e De Sica sono romani) e di farli recitare forzatamente con un finto accento. Inutile dire quale sia stato il risultato. Se invece Parenti avesse lasciato recitare Placido, Ghini e De Sica con la propria inflessione, l'effetto sarebbe stato certamente diverso, ma più in linea con l'ambiente cosmopolita della Firenze dell'epoca. Perché non è che nella Repubblica vivessero solo Fiorentini D.O.C.
Ma anche con queste accortezze probabilmente non avrebbe riscosso molto successo, perché secondi i critici la sceneggiatura era un disastro e per nulla simile allo stile di Benvenuti, Pinelli e De Bernardi. Ripeto, non avendo visto la trilogia non mi permetto di fare paragoni.
Se vuoi, come me ieri, passare una serata facendoti due risate ma senza tante pretese allora Amici miei – Come tutto ebbe inizio fa al caso tuo. Vi sono però anche molti errori storici: per esempio il film è ambientato nel 1474 e all'epoca Savonarola non era ancora arrivato in città; figuriamoci predicarvi. Anche la presenza della peste è alquanto discutibile, benché possa essere coerente. Credo però sia stata utilizzata appositamente come escamotage; il cambio scena tronco è evidente. Ho apprezzato invece l'inclusione di una lezione morale verso la fine del film: un insegnamento molto importante, specie in questo periodo; spero la saprai cogliere lettore/trice.
Ciò che ho apprezzato di meno è invece la presenza di meteore, cioè persone che son state famose per un tot periodo e poi sono finite nel dimenticatoio. Classico esempio di raccomandazione e/o di sfruttamento della popolarità passeggera di una persona, indipendentemente dalle sue (pessime) qualità recitative (e infatti non mi ricordavo della sua esistenza). Questo l'ho pensato anche la prima volta che lo vidi.
Riassumendo: se vuoi passare una serata in modo spensierato e farti un due risate o se non c'è altro da vedere, ti consiglio Amici miei – Come tutto ebbe inizio.
Alla prossima!
Valutazione finale: 😋