Si torna nel Paese delle Meraviglie
Bisogna dire innanzitutto che, per quanto sia un film bello e piacevole, non è certamente altrettanto accattivante e sensazionale come il primo. Questo fatto non lo si deve tanto al cambio di regia; difatti Bobin copia tutto per tutto lo stile di Burton e le inquadrature son pressoché le stesse. No, il motivo risiede nella sceneggiatura, troppo semplice e poco “magia Disney”; difatti la storia è alquanto lineare: Alice viene chiamata nel Sottomondo; ha una missione da compiere; c'è un ostacola e lo argina e poi risolve tutto il casino che ha creato arginando il problema. Probabilmente, analizzando anche il precedente, si potrebbe fare lo stesso ragionamento quindi a incrementare il successo era stata più che altro l'alta aspettativa e l'effetto sorpresa. Qui ormai, conoscendo già le dinamiche, non ci si può sorprendere più di tanto.
In ogni caso, ripeto, non è che faccia schifo anzi! Ne consiglio la visione, eppure vi sono certi aspetti (oltre a quelli già elencati) che disturbano e sono incomprensibili: per esempio il frequente cambio di costumi di Alice; totalmente inconcepibile e discorde con la questione dei viaggi nel tempo (non è che se torni indietro nel tempo, automaticamente ti trasformi; rimani vestito come sei!). Anche alcuni oggetti di scena son diversi, come per esempio la corona della Regina Bianca (e forse forse anche il suo vestito), mentre i costumi del passato sono molto belli e anche i nuovi servi della Regina di Cuori (o Regina Rossa) sono spettacolari!
Cos'ha dunque di bello questo film? Principalmente i nuovi personaggi inseriti, che si rifanno anche all'arte italiana, gli effetti speciali e poi tutta la scenografia; in particolare il castello del Tempo e i suoi mini aiutanti; davvero ingegnoso! A tal proposito penso che Sacha Baron Cohen sia stato perfetto per interpretare il ruolo del Tempo; almeno ha dimostrato di essere benissimo in grado di recitare in film più “impegnati” e con copioni ben più seri, che quegli sciocchi film di serie B di cui è spesso protagonista (a voi farà ridere, ma personalmente li reputo demenziali). Inoltre Pino Insegno è stata la scelta azzeccata per doppiarlo.
Una menzione speciale devo farla in onore del grandissimo attore Alan Rickman, a cui il film è dedicato. Infatti si è trattato dell'ultimo film a cui il celebre sceriffo di Nottingham prese parte come doppiatore, prima della sua precoce dipartita. È sua, nell'originale, la voce del Brucaliffo.
Quindi ripeto: ne consiglio la visione, ma non è così esaltante come il primo capitolo.
Buona visione!
Valutazione finale: 😋😋😋
PS: trovo incomprensibile la scelta di Tim Burton di non dirigere mai i sequel dei propri film; non capisco perché questo Paganini della quinta arte si rifiuti di portare avanti un progetto. D'accordo magari vuole sperimentare sempre cose nuove, ma almeno lavorasse! Invece se facessimo un fugace controllo alla sua filmografia, potremmo vedere che non realizza mai film ogni anno (escludendo quelli di animazione). Forse è contento coi soldi che ha, però è un peccato che un regista così di talento non lo coltivi abbastanza.