Un film tragicomico dai toni horror
Collinsport, 1972. Due secoli più tardi i discendenti della famiglia si ritrovano sul lastrico e spetterà a Barnabas, tornato tra i vivi, risollevarne le sorti e vendicarsi del torto subito.
Devo dire che il film mi era piaciuto fin da subito tanto per la storia che per il cast coinvolto.
La sceneggiatura infatti è un misto tra l'horror e il comico, anche se di horror c'è veramente poco: il sangue è ultra finto (palesemente) e le scene violente sono ridotte. In pratica è perfetto per quelli che non sono amanti del terrore.
Il cast è spettacolare e stellare. A parte Johnny Depp che ormai impiega lo stesso stile per ogni personaggio simil-comico (Barnabas Collins ha certe movenze di Jack Sparrow e di Willy Wonka), pur essendo un ottimo attore e avendo interpretato davvero al meglio la parte, gli altri sono stati eccezionali: Eva Green è riuscita a trasmettere la follia amorosa (omicida e masochista) della donna, ripercorrendo passi simili a quelli di Maryl Streep in La morte ti fa bella. L'unica nota negativa è il biondo platino che le sbatte. Michelle Pfeiffer, altra grande attrice che ha saputo interpretare un personaggio enigmatico quale la discendente di Barnabas, Elizabeth, è messa forse un po' in ombra da una collega che, pur possedendo una minima parte, è riuscita a brillare con una luce più fulgida: Helena Boham Carter. Datele qualsiasi ruolo e lei lo renderà magico; vale lo stesso per quello della dottoressa alcolizzata che il marito regista le ha attribuito (bello poi il colore dei capelli, molto in voga per l'epoca e soprattutto in forte contrasto con l'atmosfera spettrale). A chiudere la parata vi sono Chloë Grace Moretz qui nei panni di Caroline, la precettrice del piccolo David Isabella Heathcote e Jonathan Lee Miller nel ruolo del padre del ragazzo (più famoso per essere il Sherlock Holmes di Elementary). La recitazione di questi tre non è così eclatante da farveli fissare nelle vostre menti, specialmente quella di Miller (infatti non me li ricordavo), in più trovo superflua la svolta di uno dei tre personaggi che non ci azzecca nulla o quanto meno non è ben spiegata. Sembra sia stata aggiunta solo per aggiungere un po' di dark alla pellicola.
Il film non manca di varie guest star, una per altro moooolto famosa nel mondo rock, tra le quali si annoverano anche attori recitanti nella serie tv omonima di cui questo lungometraggio è un remake; tra tutti Jonathan Frid che ebbe il ruolo da protagonista.
Stupendi anche gli effetti speciali e le ambientazioni, che per quanto saranno (per la maggior parte) ricreate al computer, sono in ogni caso spettacolari. Inoltre, essendo ambientato negli anni '70, non potevano non mancare musiche e canzoni tipiche di quegli anni (tra queste anche Nights in White Satin, più nota in Italia per la cover dei Nomadi Ho difeso il mio amore) e con i costumi (e i mezzi) a chiudere il cerchio, sembra davvero di essere tornati all'epoca degli hippies.
Consiglio vivamente di vederlo, d'altronde è targato Tim Burton quindi sinonimo di successo.
Buona visione e a presto!
Valutazione finale: 😍😍😍😍😍