Tutto ciò di cui avete sentito parlare NON è vero
A discapito da quanto affermi il sottotesto (Tutto ciò di cui avete sentito parlare è vero), la storia è completamente fasulla; si tratta infatti della trasposizione di un'opera scritta da Peter Shaffer. Lo sceneggiatore ha voluto romanzare la rivalità tra i due musicisti, inserendo di quando in quando le arie delle più famose opere mozartiane o descrivendo episodi particolari, come la discussione su Le nozze di Figaro. Essendo rimestata, la storia è anche anacronistica: Mozart nacque durante la guerra dei Sette Anni nel 1756, in una Salisburgo governata ancora come stato feudale dal principe-vescovo Geronimo Colloredo-Wallsee (appartenente al ramo tedesco della nobile famiglia friulana), uno staterello del Sacro Romano Impero. A quel tempo era ancora viva la coppia imperiale (Maria Teresa e Francesco Stefano) e Giuseppe II era un quindicenne. Questi inoltre precedette Mozart nella tomba di un anno. Perciò oltre ad essere anacronistico, si può dire che tale film è atemporale, perché non vi è una scansione precisa del tempo: si passa da Amadeus adolescente a quello adulto con una sola scena. Anche il rapporto col padre (e l'opinione di questi sulla nuora) è completamente rimaneggiato. In breve il film non è fedele con la vera biografia del compositore. Non mi stupirebbe che anche la rivalità con Salieri sia del tutto inventata e dubito che l'italiano premeditasse l'omicidio di Mozart. Infatti gli storici, sebbene discorsi, sono alquanto convinti che questo odio in fondo non ci fosse e che fu il salisburghese a ritenere Salieri il suo sabotatore. A tal proposito, in una scena del film, si assiste a Mozart che discute col ciambellano di corte (il primo maggiordomo), ingiuriando contro gli Italiani: spero di sbagliare, ma sembra di notare una nota di odio e razzismo da parte degli inglesi.
In ogni caso ho sempre considerato questo film divertente e mi ha sempre fatto ridere la figura di Mozart con la sua risata da pazzoide, palesemente portata all'eccesso. In opposizione a questa peculiarità vi è il finale (in parte veritiero): paradossale e geniale al tempo stesso, una fine così ingloriosa per un uomo che in vita era stato osannato.
Se dovessi trovare delle imperfezioni, non tenendo in considerazione la mancanza di fedeltà storica, oltre ai costumi e alla lingua di alcune arie (interpretate in inglese) oserei puntare il dito sulla popolarità di Mozart. Il regista e lo sceneggiatore non hanno infatti evidenziato questo aspetto, preferendo di gran lunga rappresentare la sua condizione finanziaria e il suo atteggiamento verso il denaro. Non ne so molto a riguardo, però l'ho trovato un po' ingiusta una simile scelta: le comparse continuano a ripetere che Mozart è ben voluto e acclamato a Vienna, ma non viene fornita una prova valida; sembra come se si volesse invogliare lo spettatore a chiedere “ok, allora facci vedere quanto è amato”. Che sia uno stratagemma voluto? Non lo so. Dimostra, tuttavia, la paradossalità dello stile di vita del compositore.
Rimetto a voi il giudizio.
Buona visione!
Valutazione finale: 😋😋😋😋